A8A S. GEORGIO MAGGIORE „ me se stessi havevan caro. Ma doppo 1’ ha-„ ver tra’ molti pensieri, che correvano lor per ,, la mente, penato alquanto a risolversi, alla ,, line deliberarono di chiamare il valoroso „ Gentilhuomo alla loro presentia a cui aper-„ sero il comandamento del Gran Signore, et „ parimente il desiderio loro, promettendoli „ in libero dono la vita, et sopra ciò di recarlo ,, alla maggior altezza de’ maggiori buomini, ,, che fossero sotto il Signore, dove egli negan-,, do la fede sua, havesse voluto appigliarsi al-,, la loro fede Turchesca; acciocché Tessersi „ egli fatto Turco, appo il Gran Signore ,, li scusasse, se fatto non havessero il suo co-„ comandamento d'ucciderlo. La onde quest’ ,, huomo invitto, non volendo lasciarsi fuggire ,, davanti l’occasione del morire, non solamen-,, te rifiutò il partito, che gli era proferto, ma ,, con parole ingiuriose ancora, riscaldò in gui-,, sa l’ira di que’barbari, che incontanente, j, come egli stesso s’haveva guadagnato la mor-,, te, cosi con asprissimi tormenti l’ottenne. “ Giannantonio Morana nella sua Opera Relazione del Commercio di A leppo . ( Venezia 1799. p. 5i. e ivi p. 98) accenna il fatto, tacendo donde l’abbia cavato, solo per far vedere quanta fosse 1’ opulenza dei nazionali mercantili stabilimenti in Aleppo. Il Sanuto però ne’suoi Diarii, se bene ho veduto, nulla dice di questo fatto crudele Egli soltanto ci fa sapere che questo Andrea era figliuolo naturale di Giambatista Moresini; che fino dal i5o* stava in Aleppo a mercatare; che colà del i5i8ei9, gli si era dalla repubblica appoggiato il carico di pagare i tributi al Turco; che accomodò alcune differenze insorte su questo proposito; che le sue sete e altre robe essendo state depredate per comando del Turco, venne- ro ricuperate, e ciò fu del i52i ; che del i5a5 con l’altro mercadante Vincenzo Pisani fu e-letto da Alessandro Pisani ch’era Console in Damasco, ammalato, a trattare in sua vece con Ibraim Bassà sopra varii insulti da’sudditi della l’orta promossi a’Veneti di colà, e che ottenne anche buono effetto , avendo spedita a Venezia la copia de’capitoli contenuti per l’accomodamento, e questo fu del settembre i5a5. (Vedi Diarii del Sanuto Voi. IV. V. XXVI XXVII. XXVIII. XXIX. XL.) Dopo quest’ epoca i.Ì25 non trovo in quello storico notizia del nostro Andrea Morosini. Vili. Finalmente un tratto di rigorosa paterna giustizia mi chiama a trascrivere quanto leggo nel Sanuto ( Diarii III. 258 anno i5oo in proposito di un altro Andrea Moresini che non dice di cui sia figliuolo: i5oo. dal i3 al 41 maggio: et non restarò di scriver quello intisi chome ser And ria Morexini erra avogaìor suo fiol (non pone il nome di questo figliuolo) per haver basa una dona e toltoli uno zoielln fa menato in Pregadi e lui ( cioè Andrea il padre) publice dizeva impichello Taieli la testa et cussi fo condanaio. Abbiamo veduto altre volte in corso di quest’Opera esempli di Veneziani patrizii di si incorrotta giustizia che, sendo in carica, non la perdonarono a’ loro propri figliuoli e parenti. Vedi Insc. Voi. I. p. 168. ove di Pietro Landò; e vedi nel (Fiorelli Detti e Fatti memorabili) il capitolo II. p. 52. e seguenti, ove spezialmente di Andrea Vendra-minOy di Antonio Veniero, di Francesco Fv-scari ec.