S. GEORGIO MAGGIORE 255 Amasea, e vi stette anni tredici, dopo de’quali, morto Giustiniano, fu richiamato, e sopravvisse quattro anni terminando i suoi giorni di settanta. Tuttociò dal ristretto lasciatoci da Fabiano si ricava (io5). All’abate Pietro Querini che durò almeno sino al ia/j.8 (106) successe nel 12/10 Pietro Buono, che favorevole privilegio nel 1255 impetrò da Innocenzo IV simile a’ sopraddetti (107). Nel 12Ò5 fu eletto abate Marco Bolani, quantunque alcuni monaci avessero creato abate nel tempo stesso Nicolò Bembo dell’ordine de’ predicatori. II pontefice però ha confermata la elezione del primo (108). Semina che in quest'anno i*5i sia accaduta la morte di quel Marco Ziani unico figlio maschio del doge Pietro, del cui testamento dettato nel 1253 abbiamo tenuto discorso (109). Ora alle cose già »»servate puossi anche aggiungere che nel detto 12 55 lo stesso Marco grossa somma di danaro donò al monastero, e ratificò la donazione delle saline di Chioggia fatta a’ monaci di s. Giorgio dallo stesso suo padre. Anzi appariva da: registri, che coi danari di Marco Ziani acquistassero i monaci dei beni a Zelarin, ed a Mestre ed anche nel territorio Padovano (ito). Nel 1264 fu fatta a frate Lorenzo rettore dell’ospitale della Casa di Dio (111) la concessione dell’isola, ora detta di s. Maria della Grazia, ch’era una delle paludi comprese nella donazione di Tribuno Memo dell’anno 982 e che sempre fu sottoposta a s. Giorgio. Ivi a merito dell’ abate Bolani si era fatto alzare il terreno, ed erasi anche eretto un ospizio a comodo de’ pellegrini che in moltitudine venivano a Venezia ad imbarcarsi e andare in Palestina (112). Varii di questi ospizii si numeravano in que’ tempi nelle provincie cattoliche, e spezialmente nelle città marittime. Venezia che nell’ erigere chiese ed ospitali luminosamente si è sempre distinta, abbondava anche di simili albeighi 11 Sansovino, il Cornalo, il Gallicioli ne parlano, oltre ad altri nell’opere loro (1 >5). L’abate Bolani dunque nell’anno suddetto 1264 aveva concessa quella porzione di palude a Fra Lorenzo verso uno stabilito censo di olio per costruirvi un tempio ed un monistero ; ma non sappiamo se e in qual forma vi abbia Lorenzo fabbricato ; solo si trova che del 1282 Iacopo priore del monastero di s. Giorgio interdisse ad un Andrea di scavar la terra della palude, e di erigere edilizii in loco cavanae, quae dicelatur Vomus Dei sendo luogo spettante per pubblica concessione al monastero di s. Giorgio ( 114)- E si sa che in quel luogo non Solamente alloggiavano i pellegrini, ma eziandio si assistevano quando erano travagliati dalla lepra. Rinnovò lo stesso Bollani varie affittanze d’altre paludi e nel 1274 e nel 1282 differenti da tutte le sopramentovate. ( 115) É perciò facile il conchiudere, che i monaci di s. Giorgio avessero la proprietà di gran parte delle lagune d’intorno, e vi esercitassero assoluto dominio. Oltre a tutti i possedimenti loro che si sono fin qui rammentati, Suriano Falier figlio di Bartolommeo donò ai medesimi l’anno 1276 campi e case nel distretto di Ri mini; e lunga e noiosa diceria diventerebbe 1’enumerare moltissime altre donazioni, le quali, quantunque di minor conto, tuttavia unitamente considerate accrescevano non poco le rendite del convento e le sue giurisdizioni ('116). Successe al Bolani Saladino Dandolo nel 1294 che da Bonifacio Vili ottenne la confermazione de’ privilegi (117). Due anni dopo, cioè del 1296 un certo Francesco, di cui s’ignora il cognome, eh’era famigliare di Celestino V ricevette da questo pontefice lettere di raccomandazione indirizzate all’abate di s. Giorgio di Fiore in Calabria, monastero fondato dal b. Gioachino prima del cominciare del secolo decimoterzo (essendone morto l’institutore nel 1200). Era stato il predetto Francesco viaggiatore per lungo tempo, ed aveva deliberato di finire in quel ritiro tranquillamente i suoi giorni. Vi giunse, e poco dopo fu da corsari posto a sacco quel monastero. Trovavasi ivi un braccio di s. Giorgio. Francesco ebbe la fortuna di nasconderlo e preservarlo ; indi venne a Venezia, e portollo al convento di s. Zaccaria. Poscia, giudicandosi dal senato, che fosse più conveniente il trasferirlo in s. Giorgio, ne stese decreto, e coii fu eseguito. Egidio patriarca di Grado, Anto-To* IV. 53 Seri« etesii aliati XX XXI XXII