/fg4 S. GEORG¡0 HAEllEDES patrvo MAGNO FIERI I CVRA-RVNT VIXIT ANNOS LXXIIll IN DVCATV TRES MENSES | TRES D1ES SEX 0B11T XXV11II OCTOBRIS MDCXV- Sotto il deposito del doge Marcantonio Memmo situato sulla parete della navata a sinistra entrando in chiesa. Di questo Monumento abbiamo un intaglio in rame che sta nella Collezione de’Monumenti sepolcrali più illustri di Venezia ; e la descrizione è di a. a m. (Gian-nantonio Moschini) il quale lo dice certamente di carattere Scamozziano, notandone i pregi e i difetti. Ivi è pure ripetuta la epigrafe, la quale giustamente ha patrvo magno, non già dt-gno, come a torto vedesi impresso nel Marti-nioni, Nel Puccinelli è riportata p. 67. con errori anche nelle epoche. Marcantonio Memmo fu figliuolo di Giovan ni q. Tribuno, e di donna Bianca Sanudo di Benedetto q. Matteo. Nacque i536 agli undici del mese di novembre (Alberi Barbaro, e libro d’oro a stampa). Cultivato npgli sfudii, e dietro gli esempli de’ maggiori riesci de’ più ragguardevoli personaggi del tempo suo, non nella militare, ma nella civile e politica amministrazione. Comincio a servire la pati ia in qualità di Savio agli Ordini nel 1 5 dicembre i56i. Fu poscia Capitanio a Vicenza nel 1568-69, ove nel palazzo pretoriale, riferita dal Faccioli (p. 167. voi. I. Museo Lapidario) tiene l’onoraria epigrafe : antonivs balbvs praetor, et m. ■ANT0N1VS MKMMVS PllAEF. CONCORDIA, INTEGRITÀ— te ivstitiaq, ci.arissimi mdlxix. Capitanio a Bergamo nel 1675 (Angelini p. 5')); Podestà in Verona nel 1081 e a Padovanel i586 e precisamente dal 9 marzo i.*36 alli 21 settembre 1587, dove l’Università degli Artisti ha eretta nel Ginnasio lapide riferita dal Salomonio (p. 67 Inscript. Fatav. ibid. 1708.) che comincia: MARCO ANTONIO MEMMO PATAVU PRAET0RE BENEMERITO ARTISTAR. VN1VERS1TAS ANNO MDLXXXVII. p. ec. Provveditor Generale a Palina nel 1097 per sospetti di tradimento, come attesta il Mar-sotti uno de’ lodatori del Memmo, di cui faremo menzione più sotto. Ivi drizzò il nuovo fiume sino a Strasoldo, due miglia distante da Palma, e appianò una strada per poter con facilità condurre quanto per mare veniva a lui inviato. Cosi scrive Nicolò Contarini ch’era luogotenente a Udine ; il quale insisteva perchè più oltra si conducesse la navigazione, ma il Memmo persistendo anche in vista dell’immen-sn spesa, il Contarini cesse all’autorità maggio- MAGGIORE ree quindi l'opera ebbe il suo fine (Storia Con. tarini mss. Codice mio 1. 28). Podestà a Brescia nel 1601, nella qual carica avendo sedali de’ movimenti e tumulti fra’cittadini insorti, molto onore si fece, e ciò fu motivo, che durante ancora il suo reggimento venne promosso a Procuratore di s. Marco de Ultra nel di 2 > gennajo (non 5) 1601 (more venttocioè 1602). (V. Manfredi p. q4> e Cornnelli p. lo5. Serie de' Procuratori).In questi intervalli di tempo e posteriormente più cariche interne sostenne con gran decoro, e con integrità somma ; e i nostri Registri indicano (oltre già l’essere stato di Pregadi più volte), che fu Censore, del Consiglio di X. e Capo molte fiale di esso; uno degli elettori del doge Pasqual Cicogna: Consigliere ne’Sestieri di santa Croce e di Dorsoduro, Inquisitore di Stato più volte, Depositario in Zecca, Conservatore del Deposito, -Sopra-provveditore alle Biave, Frovveditore all’ A rii— glieria e alle Fortezze, del Collegio delle Acque, avendo formato parte di una Commissiona instituita per visitare Piave, Biondolo, l’aglio di Po, Brenta Novissima cd ahri luoghi, dietro anche l’osservazioni del celebre architetto Vincenzo Scamozai e dell’Ingegnpre Gian Luigi Gallesi ; della qual cosa vedi il Morosi-ni (ìlist. Lìb. XVI. 5oi. 802) e il Zendrini (Memorie. Voi. II. p. 53. anno 1604, e vedi anche a p. 4oanno 1608). Fu Sopraprovveditore alla Sanità, all’Arsenale, ed in particolare sopra la costruzione delle cento galere del 1602, delle galere grosse, e del nobilissimo Bucen-toro nuovo; al qual proposito leggo nel Sivos (III. p. li 3) che il giorno deli Ascensione che fu alli 4 maggio 1606 il serenisi, principe andò secondo l'ordinario con la sereniss. signoria n Lio a sposar il mare nel Bucentoro fatto da nuovo tutto dorato ; il più nobile et bellissimo vascello non fu mai fatto al mondo di que-sto, di valuta de ducati 70,000 con iindoradura fattura d intagli, et il legname et maestranza che un anno continuo iaccomodorno etfabricorno. Il Memmo inoltre ebbe la sopraintendenza delle fabbriche pubbliche nella Piazza di san Marco ; fu Riformatore dello Studio di Padova (cioè nel 1602, e 1608. Tomasini Gymn. Pa-tav- Lib. III. p. 547 ), ed eletto particolarmente ad invigilare pel quieto e pacifico stato della città nostra (Morosini. 1. c. Lib. XVII. p. 348) Dipoi nel giugno del 1607 per parte del Consiglio di X fu delegato insieme con Antonio Priuli a conoscere su parecchie gravi difficoltà insorte tra i Feudatarii del Friuli e i No-