ALLA CHIESA DI S. ri), e chiamavasi Daniele i5j5. q. Zuanne i5i8. q. Pietro; il qual Daniele viveva ancora del 1412. pag. 123. in se. 1. Nel testé rammentato disfacimento della chiesa succeduto negli anni 1856.1857,con ottima provvidenza si volle conservata almeno questa lapide chiusto salvatori, dalla Direzione del Genio, la quale la fece collocare sulla parete dritta all’ ingresso nel chiostro della chiesa di santo Stefano, e per memoria vi si aggiunse al disotto l’epigrafe che riporterò fra quelle di santo Stefano. pag. 127. Un altro sonetto di Giovanni Querini Accademico Dodoneo sta a pag. 56 del libretto: Fiori d'ingegno, composizioni in lode di una bellissima effigie di Y rimavera opera del signor Carlo Marati famoso pittore romano appresso S. E. il signor Nicolò Michieli senatore veneto raccolti da Giam batista Magnavini. Venezia i685. Baglioni in 12. Il testamento di Giovanni Querini avvocato sia nell’Archivio de’Notari. Essendo interessante e per la schiettezza con cui è dettato, e per le cose d’arte disposte, ne dò un sunto. Esso è tutto scritto e sottoscritto di pugno del testatore ; è in data io novembre l685, e fu presentato da lui in atti di Cristoforo Brom-billa nel giorno i5 del detto mese ed anno. Comincia: Adsit Deus. 168Ó 10 novembre. In villa di s. Artien. Risolvo io Gio. Querini. . . . Indi esponendo in brevi cenni la sua vita dice: „ Poco è in mia potestà perchè il guadagno „ nella professione fu tenue, non solo perchè „ le debolezze mie non furono degne di emo-„ lumento maggiore, ma perchè havendo di-„ fesi gli amici, i padroni, i poveri in quantità „ e senza mercede, fu per me sterile quella „ messe, che per gli altri è doviziosa. Negli ,, anni primi ne’ quali io mi sono accinto ad „ avvocare sostenni quel posto che si doveva, „ senza il fondamento d alcuna utilità, con la ,, sola assistenza degli amici ai quali, soprav- venendo il lucro, ho convenuto renderequan-,, to mi havevano benignamente somministra-,, to. Non vennero a felicitarmi a diluvii le ,, benedittioni del cielo, ma furono scarsi i ,, principii de’profitti, e sono andati progre-,, dendo con lentezza. Resi considerabili, gli ,, ho dissipati con prodigalità capricciosa nei „ piaceri del mondo, gli ho comunicati ai co-„ noscenti a titolo d’imprestito, che per loro MICHELE ARCANG. 679 ,, trascuraggine o ingratitudine è divenuto do-„ natione. Ho pagati due. 8000 a creditori di „ piegiarie fatte da me ciecamente per altri, „ senza speranza alcuna di risarcimento ; ho ,. mantenuto la casa mia con splendidezza.. .. „ Parerà ad alcuno vana questa premessa, ma „ ho voluto preparare questo motivo di com-,, patimento alla mia memoria, se pure have-,, rà luogo, appresso gli huomini indiscreti dei ,, quali è abbondante la città nostra, sicuro „ che da quelli di senno sarò compatito, se la „ mia temperatura non fu inclinata alla sordi* ,, dezza o all’avari