17 e quivi fondare un partito forte e fedele, fare tra loro un patto solenne di mantenere l’ordine pubblico colla propria forza, tenersi uniti col governo e non permettere che penestrasse sul suolo albanese alcuna influenza straniera, cioè non ledere la parola d’ordine giurata quando partirono da Valona gli italiani dall’Albania. «Fuori, via qualsiasi straniero, perchè essi ci cavano gli occhi e ci bevono il sangue». A coloro che erano addentrati nello spirito della maggioranza della popolazione e conoscevano che era esasperata verso l’attuale regime perchè debole, ciarliero, dannoso alla tranquillità generale, sembrava impossibile una tale proposta ed arrivato il vescovo nei Dukagini, cercavano di persuaderlo che non facesse neppure la prova. Ma se è vero che l’oro fa la guerra, è vero ancora che può conchiudere una larvata pace. Di fatto chiamati alcuni capi ed esposto il loro piano, svanito ogni rancore, subito si mostrarono contenti del progetto, si convertirono. Mandato ordine a tutte le tribù di adunarsi al colle di S. Giorgio, alla domani accorsero cinquecento persone più influenti sul posto. Intervenne il sottoprefetto Simon Doda, il vescovo ed i parroci vicini e come se in tutti fosse entrato un nuovo spirito, una nuova vita contraria a quella di ieri fecero una promessa scritta e diretta al governo di essere con lui fino alla morte, di voler mantenere l’ordine pubblico colle proprie forze, di vendicarne le trasgressioni, di non permettere influenze straniere sul territorio patrio sotto pena di essere ucciso o esiliato e confiscato dei beni. La notizia che l’Albania correva pericolo di esser divisa in tre parti e più una buona borsa di napoleoni sparsi da Monsignore e da Simon-Doda aveva prodotto una totale conversione. Tanto è lancinante la fame dell’oro. Ma qui non terminava il tutto. I rodomonti cercavano : «tè drèita té veta» i propri diritti: in che consistevano? Furono loro concessi?... Sì, furono loro concessi e consistettero nell’assegnare mensilmente, agli alfieri ed ai capi tre napoleoni per testa ed ai sottoca- 2.