SAN GEMINI ANO crista della Ducale Basilica di s. Marco, arciprete della congregazione di 8. Maria Mater Domini, il quale fece fare gli [armadii di noce d’intorno la sagrestia stessa con altri ornamenti. E veggo anche nelli detti manoscritti che del »784 fu la Chiesa ristaurata ed abbellita dalla diligenza del piovano Gerardo dall’Osta. La tomba Jelli Bianchi fu aperta e vuotata nella domenica a8 giugno 1807 alle ore 9 pomeridiane (Notizie Galvani). Essa era stata e-retta nel 17^9 all'occasione della morte di Felicita Patarol moglie di Agostino Bianchi, la quale mori in quell’anno nel i3 gmbre d’anni 46. come da’necrologi. 35 S. D. ALESANRO BON FIO CHE FO DE S. ZVANE Dii S. BASSO E DE____ Sopra uno de’cassoni di pietra istriana scavati all’atto del demolire la Chiesa, di che ho fatto cenno in una nota nel proemio, stava scolpita questa epigrafe che sopralluogo ho letta. Questa famiglia bon, che non è delle patrizie, veggia-mo anche nel Galliciollli che abitava a san Bas-60, trovandosi che un Antonio Bon castaido contribui lire 55oo per la guerra di Chioggia nel 1379= (T. II. 1 :4)- Del 1 55o il Cornaro segna tra’piovani di questa Chiesa un Andrea Bon(T. III. 347)- L’epoca del cassone sembra appunto del secolo XIV. 36 A. P. il | PLACIDE HEIC QVIESCVNT I GRATIS AMICISQVE LACRYMIS I LARGÌ TER IR-RORATII A NVLLA VINDICE MANV I SVBMO-TI CINERES | STEPHÀNI LIB. BARONIS A LOTTINGERI E LOTHARINGIA I QVI ! FRANCACI I. AVG. PRINCIPIS | SI FORTVNAM SECVTVS PRIMVM GENVAE I MERCATVRAE TVENDAE ) CONSVLATVM OPTIME GESSIT 1 MOX QVAESTOR MEDIOLANI | PVBLICAE PECVNIAE PRAEFVIT | POPVLO PROSPI-ClpNS FISCVM AMPL1ANS I FELICI DITIO-NEPACE CESSAT | VENKTIIS AERARIO IN-STRVENDO | DEMVM CONSVLTOR DESI-GNATVS | OTIVM HABVIT CVM DIGNITATE 1 DOLERI MERITVS | VITA NON BONORVM MEMORIA | EXCESSIT | V. CAL. OCTOB. MDCCCIV I LVDOVICA A COLLE 1 AVVNCV-LO DVLCISSIMO | M. P. Dal mss. Pasini raccolgo questa lapide, che andò con tante altre perduta IVon però ebbero la stessa sorte le ossa del Baron ile Lottinger qui nel 1H0.4 sepolte, perchè al momento della demolizione della Chiesa 1807 furono portate in quella oggidì aperta di san Maurizio. Ecco quanto in proposito della lapide e dell’illustre sepolto leggesi nel più volte citato mss. Galvani: » Nel frattempo vennero ricercate dilla nobile signora Lodovica de colle nipote del signor stef\no barone de lòt unger le céneri del medesimo, che stavano in questa Chiesa rinchiuse in una cassa sotterra indicata dalla detta epigrafe scolpita sulla pietra sepolcrale che le copriva. Questa iscrizione fu fatta dal chiarissimo ed eccellentissimo signor cavaliere Francesco di Enzemherg allora Presidente del Tribunale di Appello di Venezia, amico e conoscitore delle sue virtù, nella quale valle comprendere succintamente il seguente suo elogio. » Il barone Stefano di Lottinger fu uno de’più celebri conoscitori, e ministri di finanza che la casa d’Austria abbia avuti in Italia. Nativo di Blamont in Lorena esercitava la professione di Avvocato, quando determinossi di seguire il primo il suo Principe Francesco Duca di Lorena e di Bar divenuto Gran Duca di Toscana e quindi Imperatore de’Rotnani. Fu da lui nominato console Imper. a Genova, ov’ ebbe occasione di spiegare i suoi particolari talenti in affari di pubblica amministrazione. L’Imperatrice Maria Teresa volendo eriger in Milano un supremo Consig.di Economia, ve lo destinò in qualità di Consigliere. La prima importantissima operazione ivi da lui immaginata e ridotta ad un termine felicissimo si fu l’instituzione del Monte di s. Teresa, col mezzo del quale la casa d’Austria pagò nel periodo di non molti anni gl immensi debiti, di cui trovò caricato lo stato, redimette tutte le regalie state alienate da’suoi antecessori, e si formò una fonte di grandiosi sussidj pei casi di bisogno. La Prefettura di questo Monte, l’intendenza generale delle Regie Poste, e la Vice Presidenza alla Camera de’Conti furono gli impieghi che lungo tempo sostenne simultaneamente. Fatto poi Intendente generale delle Regie Finanze per tutta la Lombardia Austriaca, riuscì nella difficile impresa di conciliare l’ampliazione delle regie entrate con l'universale contentamento della popolazione. Il metodo da lui introdotto e fatto eseguire colla massima equità operò l’effetto di accrescere quasi del doppio gl’introiti del regio erario gravitando soltanto su ciò che apparte*