S. GEORGIO occbi vivaci. Ebbe taccia di avere talvolta preferiti gli arcani e le leggi dell’ impero alla Religione,e di essere stato più attaccato alla politica che non sarebbe convenuto, come anche il Si-vos nella sottoposta nota asserisce. Il Morosini però (Vita p.39) riflette che queste erano dicerie degli invidiosi,e dei maligni,i quali non potendo allaccare in altro quest’uomo ragguardevole,tra* ducevano a vizio, valendosi del manto della religione, l’insigne amor suo verso la patria. Ma fu osservantissimo cultore della cattolica Religione. Fu perfino messo fuori dal volgo che ad tempo della sua morte siensi uditi degli urli e delle strida, e siensi vedute cose spaventevoli nella sua camera, quasi che morisse persona in potestà del demonio. Delle quali voci sciocche fa testimonianza Frate Fulgenzio nella Vita del Sarpi (pag. 109. ediz. 1750. voi. 1.) ove narra della morte del Sarpi e delle bugie divulgatesi, cose simili (soggiungendo) furono macchinate ancora cantra La memoria del doge Leonardo Donato eroe glorioso. Il Sarpi dava ragguaglio al Lescasserio della morte di lui con queste paiole . Ducem hujus Reip. viruin eroicarum vir-lutuni mortalitalem explesse audisse te ioni credo, llle iam sex menses in morbum inciderai ex quo nunquam ìntegre convaluit, et se cito rnoriturum quotidie praedicabat: erat tamen tam vivido ingenio, et tam validis sensibus, ut publicae rei assiduam operam navaret ac si MAGGIORE /pi integra valetudine usus fuisset. 16 iulii cuiti collegio de more interfuisset et ita egisset, ut i/li suetum in publicis causis, reversus in pro-prium cubiculum, paucis horis vita functus J'uit. E soggiunge poscia quali persone sparse per l’Italia ed in Venezia fossero quelle che al-l’avviso della morte del doge si mostraron pronte a lacerare la memoria di quest’insigne cittadino. (Epist. XLV1. ad Leschasserìum 14 augusti 1612. pag. io5. Voi. VI. Opp. 1765.) Vi fu eziandio chi morse alquanto la maniera di vivere del Donato assai parca e ristretia, il che traluce anche da quanto dice il Sivos nella nota or ora riportata. Ma non devesi ascrivere a vizio quell’aurea mediocrità di cui con decoro compiacevasi, disapprovando le smodate spese si in pubblico, che in privato. E perchè uno storico fedele nulla deve tacere, venne questo doge accusato di avere perseguitato Angelo Badoaro senatore già illustre di sangue, e cavaliere. Leggesi infatti in un codice mss. che non è raro a trovarsi intitolato Congiure contro le Repub. di Venezia, ed è anche ripetuto dal- lo Sivos (T. III. p. 160) che del mese di dicembre 1607 gl’inquisitori di Stato fecero imprigionare il detto Badoaro per liaver egli ragionato con ministri de prencipi alla longa il mese d'agosto mentre ch'egli era savio di Terra Ferma, senza averne doto notizia ad essi Inquisitoriì e che questo ragionamento lo „ casa grande et molto comoda su le fondamente noue al ponte de Crosechieri, nella quale ,, haueua speso grandissima quantità di danari, della qual cosa gridauano insieme continuamen-,, te, et ricercando a suo fratello certa summa de danari per farvi certe cose chemancauano „ in essa casa, le fu negato, il che le dispiacque molto tanto più ch’egli hauea fatto nel sup ,, Testamento una primogenitura in suo nipote c Lunardo Donado de c Nicolò suo fratelli), „ che non potea patirla, perchè suo fratello le rimproueraua che con quei danari spesi haue-„ rebbe comprato il più bel Palazzo di Venezia, et nel più bel sito che non era quella casa, „ quale non hauea forma di palazzo. Oltre anco, che esso dose era stato per auanli alquanto „ indisposto, oltre le altre sue occupationi, uedendosi mal uoiuto dal suo popolo, tanto più che „ essendo stato questo mese di febraro a santa Maria Formosa, secondo l’ordinario uso con „ la Signoria, oue li fanciulli, et anco quasi tutto il populo li dtttero una romancina gagliarda t, gridando ad alta voce Uiua Uiua il dose Grimani padre de poueri. Per la quale causa da „ quel giorno in poi non uolse egli più andare in alcuna processione;et gran miracolo chela „ terza domenica del presente mese andò la Signoria al Redentore, giusta l’ordinario, et quan-„ do il populo noi uidde, tutti mormorando ad una voce dicevano: Vor rii egli andar in chie-,, sat che non potrà, et poi la seguente mattina che fu il Lunedi 16 di Lugio morite, come di „ sopra, senza potersi chiamar in colpa. Era stimato et creduto da Prencipi Christiani, et nel-,, la stessa città per huomo politico, poco deuoto, et meno Religioso, et molti ne sentirono giu-,, bilo infinito perla sua morte. Fu portato il giorno seguente di notte a san Giorgio Maggiore, „ oue fu con molto honore riceputo da queli Rev. padri et la matina seguente tu sepolto. Fu „ fatta poi una testa di stucco simile alla sua, et posta nel cattaletto, et portata ai Pioveghi, et „ sepolto poi con la solita cerimonia.