S. GEORGIO MAGGIORE alleati a questo biglietto sostituirono un altro in c ui facevasi dire al Soldano che sendo attaccato da un’ altra parte , èra costretto ad abbandonare a se stessa la piazza di Tiro. Il colombo lasciato libero, andò, come il solito, al campo nemico , e lo stratagemma ebbe felicissimo successo , perchè Tiro capitolò e si rese. Questo stratagemma non è narrato nè dal de Monacis , nè dal Dandolo ; nè da Guglielmo di Tiro; esso però sta nelle annotazioni al Dandolo (p. 269), nel Sanuto , nel Navagero , nel Morosini (pag 65) e in altri più moderni, non però nel Michaud. Intanto le truppe di Gerusalemme e di Venezia vittoriosamente entrarono in Tiro , piantando sulle torri le loro bandiere. Fu eseguito fedelmente il trattato; il terzo della città fu ceduto al doge che ne prese il possesso ; poscia venne assalita Ascalona che cadde parimente in potere de’ Crocesignati. Il Dandolo nella cronaca ms. abbreviata , eh’ è pur opera sua, non già nella cronaca grande impressa nel Muratori ; e 1’ annotatore del codice Ambrosiano (p.271) diconoche dopo questa vittoria si proferse al doge Domenico Michele il trono di Gerusalemme , e che egli lo ricusò : Tane omnes chrlstianos voluisse eligere regem loco Balduini li. captivi Dominicum Michae-ìem ducem vènetorum et ipsum renuisse, quia omnem operam dedisse ut liberaretur. Nella cronica Altinate mss. inedita, il cui antico esemplare esiste nel patriarcale seminario,si ha la stessa cosa : Cunique gaudium magnum super his jìeret christianis ita ut ducem libenlis$ime velieri t in regem premovere et ipse eorum con-tradiceret voluntati. Il Sivos non la dice tanto chiara , ma ha (p. 57. voi. I. del mio esemplare) li christiani di Gerusalemme, poiché il loro re era prigione mandarono ambasciatori al .5l? doge offerendogli tutti i loro lochi ad ogni suo comedo, e l’offerta si ripete da alcuni storici moderni fra’quali il Michaud.Ma nè il Dando- lo, come dicemmo, nella cronaca grande, nè il Monacis , nè il Sanuto , nè il Navagero, nè il Caroldo mss. nè varii altri cronisti fanno parola che in allora sia stato esibito al Michiel il trono di Gerusalemme ; e qui il Darù osserva giustamente esser poco verosimile la cosa , sendochè il re era prigioniero, non già morto, e al trono di Gerusalemme dovevano piuttosto pretendere altri signori. Il doge prese questo momento per visit*re tutti i luoghi di Terrasanta avendo lasciata intanto l’armata in buon punto ; tanto assicura il Sivos ed altri cronisti. Baldovino in questo mezzo ottenne il proprio riscatto, e ritornò in Gerusalemme, avendo confermato la convenzione fatta tra il doge e i règgenti. Alcuni storici veduti dalSabellico (p.iSy. t.I.) dicono avere Baldovino ordinato che ogni qual volta il doge venisse a Gerusalemme avesse i «nedesimi onori del re ; ma, come osserva anche il Laugier (p. 47. trad. 1767) questa « asserzione molto incerta , non trovandosene motto nel diploma di Baldovino (1). Frattanto l’imperadore di Costantinopoli Giovanni Com-neno, detto Calo Giovanni, o Calojanni, vedendo con gelosia che i veneziani avevano soccorso un principe suo nemico , e sdegnato in generale che gli Europei si stabilissero nella Palestina , ordinò che fossero attaccati i vascelli veneziani che s’ incontrassero nei mari di Grecia. Il doge non si perdette di coraggio. Rivolse la sua flotta nell’ Arcipelago e fece primamente saccheggiare l'isola di Rodi. Partito di là venne a Chio ( Scio) ; poscia a Samo, Paro, Andro , Lesbo , Mitilene, e ad altri luoghi del greco impero, riportandone (1) Nel suddetto libro Pactorum I. a p. 33 evvi in autentica copia : Privìlegium Regis Balduini Jerosolimit. Ile sunt Conventiones quas Ba/duinus rex Jerusalem latinorum sedus fecit sco Marco et Dnico Michli suisq. successoribus et baronibus ec ... Dot. apud Achon an. mil- lo cent. XXV. ind. Ili sexto nonas maii. Nelle Annotazioni al Dandolo p. 275, e nel Muratori p. 919. T. II. Dissert. Antiq. Italiae, al num. XXX si riporta tale confermazione, ma tutti e due con manifesto errore pongono l’anno MCXXX anziché MCXXV. Il Morosini (Terra Santa, p- 68.) ha giustamente I’ anno 1125. Altra copia autorevole nel volume II Pactorum a p. 97 chiude. Data apud Achon per manus Pagani regis ierus. canc. anno dni millo cent. XXV. Nè in questa Confermazione della sopra ricordata Convenzione 1125, nè nella Convenzione si fa parola che il doge di Venezia arrivando a Gerusalemme abbia ad avere gli onori stessi che gode il re di colà. Quelli che ciò asseriscono devono avere male interpretate le parole della Convenzione 1123. Verum in platea Ilierusalem tantum ad proprium habeant ( Venerici ) quantum Rex habere solitus est. E nella Confermazione 112O. In ruga vero Hieru-Tom. IV. 66