90 — Stati Uniti aveva donato una somma abbastanza vistosa di dollari per aiuto alla stessa e che con questa si aveva comperato del solfato di chinino. Ritorno a Tirana per prendere quella parte di solfato che mi spettava. Dopo molti battibecchi col mio Direttore Generale, riusciti tutti inutili, un segretario dell’Ufficio della Croce Rossa, indicandomi una casa che stava di fronte contigua, ma fuori dei recinto della Croce Rossa, mi disse: Veda, padre, quella casa : là vi sono i medicinali ed il chinino : là avranno il loro sepolcro. E’ inutile che Ella parli. «Vuoisi così colà — dove si può te ciò che si vuole — e più non dimandare». Ritorni a casa sua. Il nostro Direttore deve obbedire e lavorare. Questi fatti fan apparire vero il discorso pronunciato una sera, dopo l’occupazione italiana dell’Albania alla radio di Bari da Marco Kodeli ex prefetto di Durazzo: «Fratelli albanesi: Vi parla il Prefetto di Durazzo. Gli avvenimenti odierni non sono altro che un passo della politica ingannatrice e non sincera di Zog verso l’Italia. Sin dall’anno 1928, in cui si proclamò Re soltanto per la volontà dell’Italia fascista, la patria sperava giorni migliori dal momento che non gli mancava l’aiuto e l’appoggio morale e materiale dell’Italia fascista, la quale fino ad oggi ha speso in Albina somme colossali. Ma queste invece di essere utilizzate per lo sviluppo del paese e per il miglioramento della vita del popolo, sono servite a riempire le tasche di parecchi alla testa dei quali c’era Zog. La vita sua divenne una vita di lusso, e così anche quella di tutti i Principi e le Principesse. Le spese sue non ebbero misura, nè fine... mentre il popolo albanese soffriva la fame. Ma ciò non bastava. Persino le somme offerte dalla beneficienza straniera per i nostri poveri finivano nelle tasche di Zn-% Tutto ciò, in breve, vi servirà per sapere quale fu il regime e quale egli stesso». Il mio lavoro è terminato. Ho dimostrato come