SAN GEMINIANO 1 K d’una fervida fantasia,e d’un sentir dilicato,che delle cognizioni praticamente attinte, a casaccio dato nell’anno 1712 alleacene un Dramma (che per quest’evento acquistò un genere dice* lebrità) intitolato la fede nell incostanza, ossia gli amici rivali : e questa sua musicale primizia era stata assai mal accolta dal pubblico. Scorato per l’infelice successo il pover giovane che pursentiasi nato a gran cose, abbattesijper le vie di Venezia in Benedetto Marcello; onde tutto doglioso pensa accostarsi a lui, e quasi cercando consolatore, domandagli che fosse a lui parso di quella sua malavventurata composizione. E'/ni parve, temer ariaccio, dissegli accigliato e brusco Benedetto, che t'avessi gran torto a farti svillaneggiare ove potresti farti applaudire — Come potrebb' esser questo , Baldassare rispose? — Coltivando il buon seme che in te pose natura, ripigliò Benedetto : mettiti allo studio di quell'urte che ignori, e che per ignoranza ti par buja ; e vedrai che colle ali si vola, senza si precipita. Cosi disse il Marcello, e cosi fu. Acconciollo egli medesimo presso*Lotti cui era egli amico e protettor sempre stato. Ebbe Lotti in Baldassare il suo prediletto alunno, il quale corse la via da gigante, e dopo qualche anno tornò sulla scena a vendicarsi della scena, sicché pel corso di mezzo secolo signoreggiò poi assolutamente quel teatro, che rifiutato T’avea con tanto dispregio. Questo gravissimo esempio rechis’innanzi a tanti scioperati i quali per sentirsi da benigna natura di qualche gratuito dono felicemente forniti credono che lo studio delle regole, e le pratiche dirette da valente maestro necessarie non sieno, o sien forse anzi ceppi a’voli del genio : quasiché la musica una scienza non fosse, ed una anche delle più astruse e difficili. L’autore de VEssai sur la Musique assegna a IiOtti per allievo anche il celebre compositore Adolfo Hasse per nascita Sassone. Ciò peraltro io non credo, e per doppia ragione. La prima perch’è certo aver quel valentuomo attinte le prime cognizioni dell’arte da Pietro suo padre: aver poi molto studiato in Dresda presso Kaiser : esser alfine passato in Italia, e postosi alla scuola di Scarlatti, ove perfezionossi e nella scienza e nel gusto, e giunse a farsi an noverar nella scuola italiana. La seconda perché ove sappiansi anche per poco confrontarle opere dei due autori, si ravvis’a colpo d’occhio aver essi tenute affatto diverse strade : sicché par quas’impossibile che uno scolare di Lotti, il cui stile è sempre amplificato, robusto, ma- gnifico, si formasse uno stile piuttosto trito, e conciso, che talvolta cade quasi nell’arido qual è quello di Hasse. Bensi è vero che a vicenda si onorarono questi due grand'uomini,e potranno anche esser vere quell’esclamazioni di lode che l’autor Francese mette in bocca al Sassone: ma altro è l’amico e il lodatore, altro l’allievo nell’arte. Osserverò io ben piuttosto che alcune circostanze della privata lor vita ebber fra se rassamiglian-ti questi due sommi artisti. L’uno e l’altro menarono in moglie due cantatrici di que’tempi famose non meno per le belle lor voci, e per la maestria loro nel canto, che per l’avvenenza della persona. L’uno e l’altro colla moglie con-dusser lunga, tranquilla, ed agiatà vita in Venezia, e vi chiusero gli occhi nelle braccia loro con molta gloria. Hasse sposò quella tanto decantata Veneziana Faustina Bordoni che il nostro Marcello aveva educata alla musica dagli straordinarii pregi di sua voce allettato.- la qual voce ed educazione le fecer poi ottenere l’assoluto primato fra le cantatrici del suo tempo, il servigio dell’Elettor Palatino Re di Polonia e i favori di Federigo di Prussia. Lotti sposò Santa Stella cantatrice essa pured’alla rinomanza, ch’era insieme con Chiara sorella sua al servigio della corte Ducale di Mantova, e recogli in dote il considerabile peculio di ducati 18600 (quasi 60,000 franchi). Dal testamento di Santa conobbi ch’ella avesse una figlia monaca la qual chiamavasi Lucrezia Maria Basadonnat né mi riusci di trovar ch’ella pria che con Lotti fosse con un Basadonna ammogliata non accennandone ella stessa in alcuna guisa nel suo lungo testamento. Assai il marito l’amò; e nel sepolcro precedendola, bensì instimi suo erede il fratello Francesco, ma legò a lei in aggiunta a quella sua ricca dote altri 15, 000 ducati d’argento (altri 60, 000 franchi) ; ed il cocchio ed i cavalli che pel viaggio di Dresda aveva acquistati. Ebbesi poi Francesco anche tutta la pingue eredità della cognata; ed in lui la famiglia de’Lotti si estinse affatto, non essendo restati discendenti che d’una lor sorella maritata in Hannover. Da que’testamenti che nell’Archivio Notarile di Venezia conservansi appare che queste persone conducesser vita quanto sperar quaggiù contenta e beata si puote, sia per assai rara reciprocità di famigliare affetto sia per agiatezza che alla dovizia accostavasi molto. Vi si veggono indicati i poderi di villa, la suppellettile, l’ornamento prezioso, il danaro posto a frutto, la brigata de’servi, de’barcajuo-