48 - tra che dimoravano nella Jugoslavia ed erano stati veduti nei monti del confine tra Montenegro ed Albania. Nei pressi di Scutari certa Katrin-Tomia di Planni fu perquisita, le fu trovato un fagotto entro al quale delle insegne di gradi militari pei Ko-ciak. Questa aveva un suo figlio rivoluzionario. Dichiarò di averle avute dalla madre della sposa di Nok-Geloshi, dalmatina a Scutari. Furono poste in carcere l’una e l’altra. Lin-Deda in vari rapporti calorosamente dava avviso alla Prefettura ed al Ministero degli Interni, che i Kociak eransi veduti su quel di Shala, dove facevansi complotti, essere necessario quindi prendere serie misure. A nulla si abba-dava. L’ipotesi che la Jugoslavia volesse aiutare un’azione armata dei Kociak contro Ahmeti, il quale stava per suo interesse a volgersi all’Italia e congiungersi con essa, passava dallo stato di possibile al possibilissimo. Una sinistra impressione però sorse riguardo al modo di agire dell’autorità di gendarmeria locale. Si sapeva che i Kociak nell’ottobre avevano passato il confine, bazzicavano con Lek-Vukzani, con Pep-Ndreu, con Marash-Nika, con Mark-Lushi, collo stesso Lush-Prela di Shala e con molti altri; si era a cognizione che tenevansi dei convegni notturni in date case: eppure non si cercavano, non si arrestavano. Sembrava che tra la gendarmeria ed i Kociak fosse sancito il contratto dei ladri di Pisa. I permessi poi di andare in licenza al tenente di gendarmeria, ai Comandanti dei posti, perfino ai gregari non mancavano. I posti di gendarmeria erano quasi abbandonati. Finalmente dopo il 10 novembre 1926 uscì dai monti e sul far della notte, apparve a Mekshai di Shala Don Lorenzo Zaka, Vass-Kiri, Nok-Geloshi col cosidetto «Komit» e tennero dopo una placida cena un radunamento. A questo fu invitato anche l’alfiere di Shoshi cui le difficoltà di un’azione armata contro Ahmeti apparvero sì grandi, che pregò quei di Shoshi a non partecipare a novità. Ai 19 di novembre si indisse un assembramento notturno pres-