SAN GEMINI ANO 27 che qui riporto (l), l'uno segnato A cavato dalle rier. Non è però il solo quel busto che ci riman- Notizie del Galvani l’altro li copiato dall’ori- ga del Sansovino, imperciocché ne'nostri nm«ei ginale processo verbale erettosi allora, che mi fu Marciano e Corrario veggonsi due differenti fatto leggere dal eh. sig- canonico Agostino Cor- plache in bronzo: l’una delle quali ha un busto ch'è l'epoca della traslazione. A tenore di queste osservazioni si corregga quanto viene detto nella descrizione del monumento Sansoviniano inserita coll' intaglio deli elegantissima urna nella Collezione de’più pregevoli monumenti sepolcr ali di Venezia ed Isole. H Busto che donò il sig. Weber apparteneva già alla famiglia Grimani di s. Luca, ed era nel palazzo loro , oggi detto delle Poste. Gioverà anche riflettere quanto «// urna che Francesco Sansovino non ha detto di aver posto al padre o di volergli pure un mausoleo, un deposito, od un urna, ma un Giacomo Sansovino, sapendo che le sue ceneri vi stavano in uri apposita tomba, e preve-« derido che in questa occasione potevano andar confuse con quelle di tanti altri sconosciuti, « ne fece la chiesta ad oggetto di erigere poscia un mausoleo nella Chiesa di s. Maurizio n ove riporle .... Alzata la pietra si osservò la fossa due terzi piena d'acqua che sormonti lava oltre un piede le materie cadaveriche. Estratta una porzione deli acqua stessa che si y> versò in altra fossa vicina si venne ad osservare un ammasso di ossa prodigioso. Ciò però n non fece perdere la lusinga di rinvenire quello di cui si andava in traccia, essendosi to->1 sto formato il pensiere che quella immensa quantità di ossame fosse stata ivi riposta in n occasione del vuotamento di altre arche, seguendo l’antico metodo. In fatti......in un iì lato della fossa si rinvenne una cassa spalmata di pece navale, colle due iniziali G. S. in « metallo. Tutto era malconcio, nonostante usando detta maggior diligenza e maestria si è n potuto estrarla fuori, ed aperta si asportarono le ossa in altra cassa nuova, la quale venne » consegnata alla lì. Accademia ad esaurimento delle lodevoli sue intenzioni. » B REGNO D'ITALIA Venezia Dipartimento dell' Adriatico, li a due giugno 1807, miti a ottocento sette alte ore 9 { nove, ed un quarto della sera. Conferitomi io Notaro publico infrascritto cVordine della R.a Accademia di Belle Arti di questa Città nella Chiesa di san Geminiàno, per assistere aliescavo del sepolcro del qu. Giacomo Tatti detto Sansovino defonto sino dell'anno 1.570, mille cinquecento settanta, situato in essa Chiesa all'ingresso di Tramontana, coperto da una lapide di forma rettangolare colla seguente Iscrizione : FRANCISCVS SANSOVINVS IACOBO PATRI OPTIMO FLORRNTIAE FILIAE DVLCISS. S113I- SVISQ. PARAVIT MDLXX ho in presenza del fìsico delegalo di Sanità del Dipartimento dell Adriatico Dottor Cesare Ragghi qu. Baldassare, e delti sigg. Gio: Antonio Selva qu. Lorenzo Ingegnere publico professore cTArchitettura nella sudetta /?.'* Accademia, e Giuseppe Mezzani di Sebastiano Architetto Ingegnere, non chè di varii altri astanti, tra'quali il Rmo. D.n Antonio de Paoli di Guglielmo Pievano della contrada di S.n Geminiàno, ora officiante nella Chiesa di S ' Gallo sostituita a quella di s. Geminiàno, Agostino Angeri qu. Pietro Publico Notajo, Pietro Biancardi qu. Giuseppe, Francesco Padcan detto Vettori qu. Domenico, Giovanni