SAN GEMINI ANO i ^ 5 lizia : non confinala già (come oggidì) ne’soli teatri, essa dominava dappertutto in più modi. Ke rimbombavano le volte eccelse de'Templi, ove e Messe, e \espri, e Salmodie in tutte le ore si facean solenni : n’eccheggiavan le magnifiche sale degli Ottimati e de’ricchi, ove si tre ancor più dotte opere dello stesso autore : ma debbonsi dirne meraviglie, per le maschie armonie che vi sono sempre sostenute, pel sa* pore e la varietà delle modulazioni che vi son circolate, perla nobiltà delle idee per l’esattezza della musicale sintassi, per l’energia dello passavan lietamente le sere con-suntuose^/cca- stile, e la sempre ben evitata confusion delle demie: ne risonavano i teatri, ove 1 musici più valenti di Europa vernano a cimento: che più? gli stessi quattro grandi asili dell’umanità sofferente erano insieme ricoveri di povere donzelle che si educavano con somma cura alla musica vocale e ¡strumentale, e che nella lor chiesa faceansi ascoltare con gran dilettazione del pubblico che alle lor sacre funzioni e a’ioro Oratorii a torme traeva. Cosi con una incessante vicenda lo stile ecclesiastico, il teatrale, il madrigalesco erano ad un tempo con pari ar-dor coltivati. IVI a fra tutte trionfavano però le composizioni Marcelliane. Le Cantate, le Messe, i Madrigali, gli Oratorii di Benedetto si ri* petean dappertutto.* e più di questi ancora quqi divini suoi salmi, i quali con iscelta copia di musici venian di continuo eseguiti per cura di nobile società nella cosi detta Accademia della Cavallerizza. A ciò pensando, io non posso non dire a me stesso: quale e quanto esser egli non dovea questo Lotti, se nondimeno brillò anch’egli di molta sua luce, non ecclissato da tanto competitore? l\on sarà però mestieri lo star alla presunzione ove sicuro giudizio ‘può trarsi da evidenti prove di fatto. Imperciocché abbiam sott’occhio molte di lui composizioni cosi nel genere ecclesiastico* come nel madrigalesco, come anche nel teatrale. Mio scopo esser non può nè lo stenderne qui un catalogo, nè il far minut’ analisi degl’intrinseci pregi e delle particolari bellezze, a che mi mancherebbero e’I tempo e l’umore, e fors’anche tutta la necessaria perizia nell’arte. ¡Non però voglio dispensarmi dal far qualche cenno in via storica almeno sulle più applaudite opere e più degne d’ammirazione. E qui vuoisi dar primo luogo al salmo Mise-rere mei Deus scritto da Lotti per la Ducale cappella di s. Marco. Deggio avvertire che non una sola, ma due volte pos’egli in musica il salmo suddetto e se ne conservano anzi nell’arcbi-vio di cappella le originali partiture: ma di quello orjparlo ch’è il celeberrimo, composto a quattro voci in tuono di Dlasolre, e fu per la prima fiata nell'anno 1733 eseguilo. La partitura forse non presenta cosi straordinarj artificj che dir sene debbano meraviglie rispetto ad al- parti. Quattro celebri Maestri,i quali succedettero al Lotti, cioè Sarate/li. Gnluppi, Bertoni, e Furlanetto, ebber tanta per quest’insigne salmo religiosa osservanza che nessun d'essi volle mai scriverlo di nuovo per la cappella: sicché anche sotto la lor direzione questo di Lottivi fu sempre eseguito. E sia'giusta lode anche perciò ad uomini tali che accecar non silasciarono da ambizione o da invidia, comune mollo ai mezzani talenli, i quali tanto credono a se sottratto di merito quanto essi ne concedono altrui. Fra le composizioni sacre di Lotti che tutte furono di gran valore anche notar si vuole un rinomato oratorio ch'egli scrisse e fu con molto plauso eseguito nella Chiesa degl’Incurabili. Le donzelle di quel famoso Orfanotrofio attentissime furon sempre nell’esigere tributo da qualche maestro d’ alta nominan/a si trovasse o stabile o passaggero in Venezia. Toccò dunque pagarlo anche a Lotti il quale si sdebitò assai bene con tale oratorio—Gioas Redi Giu- da — pel quale gli forni la poesia il veneto patrizio Zaccheria Valaresso. Assai pregiato è il Madrigale di Lotti cantato nell’anno 1706 nel sì famoso naviglio detto il Buccntoro in cui il Doge di Venezia co’ma-gistrati e cogli Ambasciadori de'Principi amici nel di solenne dell' Ascensione usciva dalle lagune a compier l’antica cerimonia dello sposalizio del mare Adriatico. Questo madrigale a quattro voci, la cui poesia fece il dianzi accennato Vallaresso, fu accolto con tal entusiasmo, che fattene prestamente assai copie, non solamente lo si udi eseguire per tutta la città, ma i distinti forastieri che in numero ben grande concorreano a quello spettacolo, il diffuser ben toglo in ogni luogo in cui l’arte musicale avta Cultori. Ed il manuscritto dell’autore copiato cosi e ricopiato centinaja di volte, lo si volle, come ivi giace tuttavia, neH’Arehivio della cappella Marciana; unica opra, che vi si trovi di profano soggetto. Egregio scrittore veramente viebiederebbesi a degnamente parlar della Messa co’Vesperi da Lotti composta a quattro voci, ch’era nella ricorrenza del Santo titolare ogn’anno eseguita