S. SEBASTIANO nel i55r> a’ »9 aprile in luogo di Gianfrancesco Ottobon, si dimise volontariamente dalla carica nel dicembre 1^72, nel qual anno a’ 19 di giugno aveva fatto testamento, con cui ordinava di essere seppellito in questa chiesa, avendo posteriormente, cioè, nell’aprile >574 apparecchiata in essa la tomba. Non si sa quando sia morto; abitava a s. Basilio, ed era zio di Pao- lo Ciera. Ad esso Domenico Bevilacqua è diretto in laude sua un epigramma latino di Girolamo Ferrari che comincia Queritis unde flua n t lymphae cogn orti ineclaroDom ittici (Ili e-ronymi Ferarii patavini lusus. Venetiisapud Georgium de Caballis MDLXV. 8. p. ai. tergo). 55 BERNARDO ET HIERON. A VIDVA CIVIBVS VENETIS PETRVS ET LAVRA MOESTISS. SVIS FRATRIBVS ET SIBI ÉT“ HAERED. JL M. P. ANNO DOMINI MDLXXXI. Era nel chiostro. Dalli soliti mss. Palfero e Gradenigo. Palfero legge 1585 anziché MDLXXXI. Una copia G radenigo scrive lavu. cosicché lascia incerto se Lavra o LAvnuNTivs. Negli atti del monastero abbiamo che Francesco f. di Bernardo dalla Vedova con testamento i565. ai c)bre atti Zuanne Morando lasciò un legato a frate Lorenzo suo nipote. 56 PETRO CIERA S. R. E. CARDINALI PRAESBI-TERO AB ALEXANDRO VI. SVM. PONT. BO-NORV OMNIV GRATVLATIONE ELECTO AV-GVSTINI PROTHONOTARII APOSTOLICI FIGLIO ANTE DIE VITA EGRESSO MEMORIA HANC PAVLVS VENETAE REIPVBLICAE SE-CRETARJVS EX PAVLO FIL. PRONEPOS E-RIGENDA CVR. GRATISS. DISCITE POSTERI. ANNO DOMINI MDXCVIII Nel mss. Palferiano trovasi questo elogio, ma è cancellato da inchiostro diverso; cosicché sorge dubbio, come altre volte abbiam detto, se scolpito veramente si vedesse un tempo in questa chiesa. La famiglia Cratu venne, dicon le cronache, da antichissimo tempo, dalla Persia. Poscia al cognome Cieiia aggiunse quello dal Basco perchè un Bernardo figliuolo di Giovanni Ciera e di Elena Soeanzo viventi nel i45°» tenne so- lo il pubblico Banco della città per lo spazio di anni venti continui. Era mercatante nobilissimo e usava andar vestito di rosso al disotto con sopraveste nera e berrettone intesta, come da suo ritratto veduto da un cronista che ciò notava nei codici Gradenigo- Figlio di detto Bernardo fu Agostino di cui parla la epigrafe, i cui primordii però (se vero dicon le cronache cittadinesche) non furono molto lodevoli. Egli pure dicevasi dal Banco. Del 14Ò1 essendo in Venezia Federico III imp. aveva il Ciera fatto chiedere col meazo di quel Sovrano di 'potere essere aggregato all’ordine patrizio ; non solo ebbe Agostino una ripulsa, ma gli fu proibito eziandio di accostarsi a Sua Maestà. E probabilmente il motivo è stato perchè non molto delicato egli era nell’esercizio del Banco. In effetto leggesi del 1458. igXbre una parte del Pregadi che ordina di procedere contro Agostino q. Bernardo Ciera dal Banco qui cum dolo et fraude et in absentìa et ne-sciente aliquid Antonio de Fico sub nomine ipsius Antoniifieri fecit unam partitoni in li-bris sui Banchi de libris trigìnta grossorum ad nomen viri nobilis £ Bartolomei Leono generi sui narrando in ipsa partita quae vera non sunt. E inoltre si accenna come de anno 14C5 ad officium septem Consulum malo modo subtraxit et in se retinuitunam cartulinam librarum 5g grossorum obtentarti ad officium Consulum per predictum Antonium de Vico contra virum nobilem loannem Trono.,., Cosicché fu preso che Agostino Ciera sia perpetuamente privato di tener Banco di scritta in Venezia, e sia tenuto a pagare i suoi creditori, oltre al pagamento di tremila ducati di pena a-gli Avvogadori, e a due mesi di carcere. Ma, come nota lo Zeno nel mss. Case popolari, ciò che a pochissimi felicemente riesce, Agostino nel 147^ saldò con universale applauso e con solenne pompa le ragioni di ciascheduno. Colta poi l’occasione di essere già stato in Padova uno de’privati discepoli di Francesco della Rovere (che fu poi papa Sisto IV), e che morta e-ragli la moglie Franceschina Foscarini, recossi a lioma chiamatovi da Sisto memore dell’ antica benevolenza, e fu da lui creato profondano Apostolico de’ Partecipanti. Poco dopo ven-