SAN GEMINIANO. Narsele capitano dell’lmperator Giustiniano contro Totila re de’Goti, radunalo nuovo esercito l’anno 552 dell’era volgare, consultò gl’/«u/» ossia 1 T^cnctì tonto della terrestre che della marittima contrada. Col loro parere risolse di marciare lungo il lido snggpiio «’Romani, o vi riuscì, avendo i Veneziani colle loro barche molto giovato alla impresa. Grato all’opera degl’isolani Narsete, per quanto dicesi, lece edificare due chiese in Rialto, l’una sacra a s. Teodoro, l’altra a’ss. Geminiano e Menna. Ciò narra il conte cavaliere Jacopo Filiasi, già onore della patria erudizione, nel voi. V. p. 66 de’Veneti Primi e Secondi; appoggiando le sue asserzioni all’autorità di Procopio, del Dandolo, del de Monacis, di Paolo Morosini, e di tutte le cronache e storie edite ed inedite Veneziane. Questa chiesa di s. Geminiano vuoisi dunque da Narsete eretta tra il 552 e 554 sulla piazza che poscia fu detta di s. Marco dal Tempio posteriormente inalzatovi; e vuoisi eretta alla sponda di un canale che scorreva a traverso la piazza stessa dal ponte oggi chiamato dei Dai\ e già del Mal passo, e shoccava nel canal granile ove ,1 ponte che conduce a’giavdini del R. Palazzo. 11 sito ab antico fu contrassegnato danna pietia loooa «pnz’alcuna epigrafe, la quale pietra vedesi anche oggidì innestata sul pavimento della piazza dirimpetto all’arco XVI delle Nuove Procurale contando dall’angolo dietro il campanile e XXIV contando dalla parte opposta. L’incendio del iio5 avendo bruciato con molte altre anche questa Cliiesa, ella fu rifatta ben presto nello stesso suo antico sito. Ma sotto il principato di Vital Michiel II cioè dal 1155 al 1172 ( alcuni dicon propriamente nel 1156 e altri nel 11 ^3 sotto il doge Sebastiano Ziani) volendosi allungare la piazza, si è interrato il canale, c demolita la Chiesa, si è rifatta più addietro, cioè nel sito ove fu sempre dappoi. Da questo fatto ebbe origine l’andata annuale del doge alla visita di s. Geminiano (1). Consumato dagli anni l’antico edifizio fu cominciato a rialzare internamente nel i5o5 sotto il doge Leonardo Loredano (Inscriz. a4) sul modello di Cristoforo dal Legname; ma fatta la cappella maggiore (2) il rimanente della Chiesa rimase imperfetto sino all’anno i55^, in cui il benemerito piovano Benedetto Manzini (Insc. 1) ne procurò il compimento col disegno si nello interno, che nello esterno di Jacopo Sansovino (3). In quest’opera, dice il Temanza, 5) studiò il Sansovino di superare se stesso. Unì molto bene nell’interiore la cornice » dell’arco della cappella col sopraornato del principal ordine della Chiesa ; ed ordi-1» nò tutte le parti di essa con tal gentilezza e proporzione che da ogni intendente è