S. SEBASTIANO i85 pronta la morte di lui, che anche avvenne storici nostri. Venne a morte del 1576 nel me-nel 1576, e per risparmiare un doppio peso se di dicembre, come da’Necrologi Zeniani alla cassa di pagare due scrittori contempo- appo il Foscarini (p. a54). rancamente, ritardò il Consiglio fino al 1 ¿77 la nomina dello storico nella persona di Al- Le edizioni dell'Opera sua sono le seguenti, vise Contarini . Parecchi sarebbero i documenti che a comprovazione di ciò che dissi si >• Vetri lustiriiani patritii Veneti Aloysii potrebbero recare; ma per non ingrossare il f- Rerum venetarum ab urbe condita historia fascicolo, porterò i più interessanti infine di ( sul frontispicio è lo stemma della Repubbli-questo articolo (vedi docum. A usq. L). ca ) . Venetiis apud Comìnum de Tridino MontisJerrati. MDLX. fol. ( con privilegio In generale però la storia del Giustiniano fu del Senato, di che vedi il docum. A ). Prece-grata alla patria, e ne fa testimonianza anche de l’epitome de’libri che sono XIII, e giun-I’aolo Rannusio (Guerra di Costantinopoli nel- gono all’anno i56o. Indi le testimonianze la Prefazione) dicendo che per essa venne as- illustri, e sono altrettante lettere di Dante sunto nel Senato. In effetto egli fu il primo a Riccio al Giustiniano, di Giovanni Barozzi dare una storia continuata dal principio fino ai allo stesso, di Natale de’Conti a Giulio Con-suoi giorni ; la quale fin d’allora grandi applau- tarini che consigliò l’autore a dar fuori l’osi riportò si dal canto della latinità e della elo* pera; di Anastasio Giusberto £ di Melchior-quenza, che da quello della erudizione e della re al Giustiniano. Vi è poi una epistola dei-verità delineóse narrate ne’tempi meno lon- lo stesso Giustiniano a’capi del Consiglio tani. Fu egli anche il primo che in essa storia de’X con cui pone sotto la protezione loro introducesse gli uomini letterati della repub- la storia sua, domanda la permissione di pubblica citandone anche talvolta le opere. Nondi- blicarla, e dice che sei anni gli costò di f’ati-meno (dice il Foscarini p. 275) « sebbene si che e di vigilie. Da ultimo viene un’altra n avesse dovuto sperare che il Giustiniano tol- lettera di Pietro al doge Girolamo Priolicui to avesse dall’istoria patria le macchie ¡»tro- principalmente è dedicata l’opera. Bellissima *» dottevi dal Sabellico massimamente nei tem- ediaiuno, un esemplare della quale con poti pi remoli, con tutto ciò non apparisce ne’li- stille marginali di mano di Paolo Rannusio » bri suoi veruna special cura di questo, sia sta nella Marciana, e l’ho ricordato anche a « che l’età canuta lo sconsigliasse dall’impresa, p. 53a del voi. II. dell’opera mia; e nella n sia che ]a brama di giungere alle azioni più Marciana sta anche l’esemplare in carta di-n vicine lo stimolasse a calcare nel resto le vie stinta e legato in cuojo rosso, che l’autore » già battute. » Lo stesso Foscarini (p. 211) donò al doge Prioli, e che si rammenta nel rimarca un errore del nostro storico laddove Documento C. Uscita quest’opera, come ho dice che lesolo ed Equilio sono due isole, detto di sopra, fu premiato l’autore secondo laddove è una sola, cioè lesolo detta poi lati- le sue istanze, ( B. D. ), ma per le doglianze namente Equilio. Così l’Agostini (I. 97) notò fatte a’capi del Cons. di X dalla famiglia abbaglio del Giustiniano nello avere assegnato Davila venne ordinato di levare tutte le pa-sotto l’anno «4-7 * Bernardo Giustiniano come role contrarie alla verità, e ritirare gli esem-collega dell’ambasciata di Roma a Lodovico plari che si trovassero in essere ( docum. E ), Foscarini, mentre fu suo collega Andrea Ven- indi si scelsero tre personaggi per corregge-dramin. Anche Andrea Morosmistorico (I. 73) re la storia stessa ( F ), si notarono in separa-corregge l’errore del Giustiniano che disse al- to foglio le cose ommesse o quelle che furo-l’anno i5a3 che Andrea Gritti prima diessere no dette falsamente (G) e si permise a lui di fatto doge aveva sempre parlato per l’alleanza frugare negli Archi vii onde eruire la verità de’Veneti co’Francesi, ed erasi opposto alle ( H ). Nell’esemplare Marciano con note del domande di Cesare, ma che divenuto doge si Ramusio si veggono interlineate per levarsi astenesse dal parlare di questo argomento; lad- le parole che riguardano Pietro Davi/la, e dove invece consta che il Gritti perorò per sono nel libro IX. in fine della%. 3o'j e al far la pace con Cesare, e che fu dietro i suoi principio della 5o5.* in aedibus Petri Dadi-consigli abbracciata. Ma ciò non dimeno il Giù- la, qui cum Riccio Marino Neapolitano Re-stimano è tuttora de’ migliori e de’ veridici gi favebat. Di questa edizione vi sono esem-