656 CORREZIONI E GIUNTE pag. 071 a. col. 1. Il più volte ricordato signor Antonio Calafà mi dà notizia di un’Orazione di Giambatista Manzoni in lode del chiarissimo sig. conte llorntio Benzon. poilestà di Cotogna stampata in Vicenza da Lorenzo Lovinel 1610 (iogen-najo) in 4- Da questa si ha che il detto Hon\-tio Benzon era di belle fattezze, benefattore di chiese, magnifico ne’ conviti, seguito sempre da notabile corteggio, e che fu podestà a Martinengo d’anni 26, capitano, e conte ad Arbe. Si rileva inoltre che Scipione pur nominato nell’epigrafe, fratello di Orazio, fu a Cadore capitano e commissario per le differenze de’ confini tra la repub. e l’imperadore. Orazio predetto nel t65o costituì la rendita per una mansionaria di due messe alla settimana per se nella chiesa delle cappuccine di Cologna. pag.o-ji in se. la. Il gesuita Albertis aveva nome Alberto. Era celebre predicatore, e mori in Romadel 1780. Il padre Iacopo Stelli ni in una lettera scritta al padre Paolo Bernardo sotto il dì 16 marzo 1748 inserita nel T. VI delle sue Opere varie (Padova 1784 8) a carte 106, gli dice: Del merito del predicatore si parla con vantaggio; e quesii, secondo una nota appostavi dal padre Evangelj, era il gesuita Veneziano Alberto Al-berli s. pag. 870 a. L’epigrafe IIohatio Martinengo ec.è riportala anche a p. 59 del libro che tratta delIa’Ca-saMartinenga intitolato: ,, La Libreria di S. „ E. il n. u. signor Leopardo Martinengo pa-„ trizio Veneziano conte di Barco condomino ,, di Villanova, feudatario di Pavone, e signor ,, di Clanesso, cogli uomini illustri della chia-„ rissima famiglia Martinengo. Brescia presso ,, Pietro Vescovi 1778. 4- ,, pag. 577 a. Si avverta che la Consolazione de' pusillanimi non è libro composto da Giammatteo A-sola, ma bensì tradotto dall’originale latino di Lodovico Blosio Benedettino (Venezia i5g5); operetta che pel suo pregio venne da varii tradotta. Tanto si ricava dall’Avviso al lettore premesso alla traduzione che di quella stessa operetta fece G. B. Lucini, e che fu ristampata in 16 nel 1802 in Venezia dagli eredi Ba-glioni, giusta la quarta impressione Romana. pag. 579 col. 2. Del nostroGiovANNi Sozomeno evvi anche mss. „ Lettera del sig. Giovanni Sozomeno capit. j, de’Guastadori in Cipro al sig. Giulio Savor- „ gnano governatore generale della milizia „ della repub. sopra li successi di Nicosia. „ (1371). (Catal. Balbi mss.) Clavbio Sozomeno vescovo di Pola mori in Venezia intorno al 2 aprile 1622, leggendosi in un mio giornale mss. di allora sotto il due a-prile:,, È passato all’altra vita monsignor Clau-„ dio Sosomeno vescovo di Puola di natione „ greca. „ In questa tomba de' Sozomeni fu sepolta an che Maria Sozomeno relitta del q Alvise Schia vina detto Giustinian, e moglie di Pietro Francesco Caletti detto Cavalli organista di s. Marco, la quale fece suo testamento nell’undici marzo 1651, ordinando di essere seppellita nell’arca del q. monsignor illustrissimo Claudio Sozomeno vescovo di Pola suo z;o, (atti Claudio Paulini n. 081). Il testamento fu pubblicato viso cadavere nel 16 settembre i652. Da esso e dall’epigrafe si rileva il piccolo albero di questa famiglia cosi : SOZOMENO GIOVANNI di cui 1’ epigrafe. rxAUDio vescovo giwlio di Pola ricordato dottoro nell’epigrafe e cavaliere ricordato dall’epigrafe 1-----7----A GIULIO beneficato nel testamento di Maria MARIA testatrice suddetta CATTER1NA moglie di Francesco Coppa beneficata col detto Testamento i quali tre forse sono itfilioU nominati nell’epigrafe. pag. 58o insc. 27 Girolamo Prioli genealogista, che ricordam-più sopra, narra l’affrancazione della Zecca sue ceduta n^l «58^ a merito di Gianfrancesco Prioli, e diffondendosi sulla sua biografia dice > che del 1535 andò a consiglio per deposito; che rimase del Pregadi nel x558 con altro deposito di ducati 5oo ; che del 1.Ì78 nell’assunzione del doge c|a Ponte, e nel »583 per quella del doge Cicogna era stato ballottato anch’egli ; che del 1572 fu savio del consiglio, carico da lui esercitato altre volte fino al i5gi nel qual anno i5gi (cioè i5g2 more comuni) a 4 feb-