50 - mano cinquecento negozi cui dare il sacco: ecco avanti a voi le ricchezze della prima città dell’Albania, stendete le mani a prenderle, senza spargere forse una goccia di sangue, sono vostre. Sii, o fieri montanari, non fatevi deridere dagli spiriti dei vostri avi. Dov’è il valore, la prodezza dei vostri antenati? Dio lo vuole, Gesù Cristo è con noi. All’impeto vostro tutto cederà. Sù, avanti...». Pur pure all’orribile pensiero di una sconfitta, all’orrore delle sue conseguenze, titubavano ancora. Che fece il prete? Assunse il fare di Anticristo, ed abusandosi della verginità della loro fede, prese un crocifisso in inano ed andava pronunziando su di esso giuramenti sopra giuramenti «che è suonata l’ora opportuna di riscossa; che come è verità il Cristo, così la sua parola è vera, non menzognera; che tutta l’Albania si è alzata in armi; che la Jugoslavia vuole vendicare l’onta di Ahmeti, il quale dopo esser portato al potere da essa, si è volto verso l’Italia sua nemica mortale; che la Jugoslavia è con lui e con loro, che i suoi battaglioni sono pronti ai confini per aiutare i Kociak ». E per suggellare tali bestemmie, questi sacrileghi detti, procedette ad una azione che la penna di qualsiasi sente orrore a scrivere. Fece come fanno e fecero molti ribaldi ed empi albanesi, Fattosi il segno della croce, pose a terra il crocifiso, come se volesse calpestarlo, e imprecando sopra il suo corpo e sopra la sua anima i più orribile anatemi qualora non dicesse il vero o pronunziasse cose a loro svantaggiose. « Orso della montagna, furono le sue ultime parole in quella terribile notte, stendi la tua zampa e prendi in un sol tratto ciò che i turchi hanno preso ai tuoi avi e a te da cinquecento anni in quà». A tali pazzie, cui ripugnano i più empi tra gli empi del secolo e qui, quasi mai, le fanno in falso, si decisero di porre in forse la vita loro, quella dei loro cari, le loro sostanze e più l’onore delle loro donne e figlie. Se è vero il Vangelo ed il suo Cristo