S. GEÒRGIO Carraresi, finché venisse Rinìeri Vasco ch'era ne fletto generalissimo; e vi continuò anche dopo come provveditore, quando cioè i Carraresi univansi alle genti del re d’Ungheria contra i nostri. Se non che insorta discordia tra il Vasco e i provveditori esso Michiel e Andrea Zeno, furono amendui puniti, restando il Michiel privo per due anni (la Cronaca Zancaruol dice cinque) da tutti i Consigli. Finalmente del 1079 passato con cinquanta barche armate per soccorrere Chioggia occupata da’ Genovesi, sa ne tornò addietro, senza averpotuto far cosa alcuna; se non che nel vegnente anno i38o eletto provveditore di quell’armata, contribui anche col suo valore alla vittoria seguita aprode'Vene-ziani. Delle quali tutte cose vedi Sabe/lico (p. 551. 555. 559 5/f6. 551 Voi. I.): Sanuto (XXII. 655. 6>6. 675. 690). Vianoli (Storia I. 457. 469. 470. 485). Coppellari mss. ec. Abbiamo nella Marciana un raro Codice autografo del Michieli intitolato: Dominici M/-chaelis capitanei genera/is terrestris exercitus (idversus Tergestinos intere ad Domiriium I rnetiarum annìs i568 et 1069. (Niim, XIV. classe XI latini). Cedex autographus ex tabularlo Procuratorurn ecclesiae sancii Marci in Bibliothecam translatus anno 1786. Cosi si legge di pugno dell’ab. Iacopo Morelli; e tergo poi di pugno dell’ab. Fortunato Olmo: CXXX. Registro delle Lettere di Domenico Michele gmerale capitano in tempo delie guerre di Trieste. E’ facile che questo codice sia uno di quelli scoperti dallOlmo nel i654, di cui ho detto abbastanza nel'a nota 228alla Storia premessa dettata dal signor consiglier Ross'. Osservo che il Cappe/lari lo fa figliuolo di Nicolò da s. Cassano. Nel Barbaro non trovo alcun Domenico f. di Nicolò di quell’epoca. MAGGIORE 525 Trovo invece Domenego i54g f. di Andrea i525 ambidue da s. Sofia. Nel Sanuto (XXII. R. I. p. 6 *17) lo si fa s. Fosca. E’ impossibile in tanta distanza di tempi lo stabilire quale sia. 18 OSSA ! PETRI VENETI MONACIH I QYI COR-PVS PROTOM ARTIRIS I BIZANTIO HVC AD-VEXIT | MCX. Sul pianerottolo della porta che dal coro mette all’andito ov’ è il deposito del doge Michiel. L’ epigrafe è anche nel Puccinelli , pag. 66, ma non fedele. Abbiamo già detto nella storia premessa alle Inscrizioni presenti, che un moSXco Benedettino chiamato Pietro, non si sa di qualcogno-rneli) ma certamente veneziano, come ha l’antichissima storia della transazione del proto-martire S. Stefano, che leggesi anche nel Cornare ( T. Vili. p. 96) nelle parole Monachus quidam veneticus dei sacerdos nomine Petrus, uomo di grande spirilo e di somma innocenza, dimorato essendo lungo tempo a Costantinopoli, e bramando di restituirsi alla patria, recò seco nel mille cento e dieci il corpo del detto Santo , di cui anche nelle Iscrizioni 12 e 15 ; e abbiam detto che in quell’occasione portò eziandio a Venezia le reliquie di San Platone che sofferi martirio sotto l’imperator Massimi-ano Ancirae in Galatia (FI. Cornaro p. 124 ) le quali in essa chiesa pur si conservano; avendo 1’ Olmo nel libro li della storia mss- osservato che parendo ad alcuni strano quel nome di Platone rispetto al filosofo gentile, lo mutarono facilmente, e dissello San Pantaieone , sebbene non siavi tradizione che le reliquie di (1) lo voglio qui fare una conghiettura circa il casato di questo Pietro. Trovo nell’Ughelliprimamente (Voi. X. p. 76. 77.) e poscia in Girolamo Zanetti (Osservazioni intorno ad. un papiro ec. Venezia 1751. 4. p- XXXIX) un documento veduto anche dal Cornaro che lo diede allo Zanetti, del 1044 ’n Clli s> dice che Petrus dei gratia monachus Jilius quondam Vi-talis Caroso de Rivoalto ottenne da Orso Orseolo patriarca di Grado di poter ristaurare e rinnovare il diroccato monastero Benedettino di s. Georgio de Pineto nella diocesi di lesolo (Equilio). Ora sapendosi dalla storia suddetta circa la traslazione del corpo di santo Stefano, riportata dal Cornaro (T. Vili. p. 104) che Pietro Monaco e radei ilio senex, senioque. confectus, e che era jam decrepitas, e sapendosi che mori p'ù che ottuagennrio, io non sarei lontano dal credere, che quel Vie tro monaco del >o44 s'a quello stesso del 1110, sendo ambedue dell’ordine Benedittino ; e ponendo per esempio che Pietro del 1044avesse 23 anni. nel 1110 ne avrebbe avuti 88 eh’è appunto l’età decrepita che attesta avere avuta Vtetro monaco Fautore anonimo della traslazione; quindi avressimo il casato di Vietro, cioè Caroso antichissima e nobilissima Veneziana famiglia.