Giudecca, le quali appena nel i55i poterono esser compiute. Chronicon. Stefano fu anche abate di Fraglia e di s. Giustina. Vedi Piletta p. 46. e Cavacio p. 27Ì. (ao3) Lo pone l’Olmo nel Libro V. E’ però otnmesso anche dal Chronicon. Nell anno 1553 Alessandro Michele figlio di Nicolò ha donato alla chiesa di s. Georgia quella croce di cui vedi nota (ao.4) Zanetti. Pitt. Veneziana p. 170 e seg. e veggasi anche nelle Inscrizioni Veneziane Voh IV. p. 233 dove ho riportato per la prima volta V Accordo seguito tra Paolo Calia -ri Veronese e i monaci per la facitura di questo quadro, in data 6 giugno 156^. Questa celebre pittura, benché colle altre nel 1315 per la munificenza di Francesco I. imp. e re nostro di sempre gloriosa memoria avesse dovuto tornare in seno de’ Veneziani di dove era stata tolta nel 1797, nondimeno rimase, ed è tuttora a Parigi. Si è detto nel i8i5 dal sig. Biagi valentissimo nostro Oratore, che questo quadro fatto a pezzi ( nel 1797) per facilitarne il trasporto esiste forse dimenticato e certamente poi guasto e ritocco nel Louvre a Parigi. Che il quadro sia stato tagliato in una o piti porzioni, non posso asserirlo di mia cognizione : egli è certo però che ha estremamente sofferto ; nè è però dimenticato nel Louvre , anzi vi ha nobilissimo posto, come ben merita. Quanto poi alla non seguita restituzione di esso, fu allegata la impossibilità di staccarlo dal sito, senza darvi F ultimo crollo; nel qual caso è a dire col Biagi che noi avressimo ricevuto anche il cadavere, e tenuto in onore e venerazione come preziosa reliquia artistica. Tale anche sarebbe stato il sentimento del chiarissimo segretario Diedo. A questo proposito reco uno squarcio di lettera che riferisce quanto vide un nostro viaggiatore in Francia scritta fino dal settembre 1802 ( mss. Valentina appo di ine ) : Dice di aver veduto nelle gallerie (di Francia) disposti tutti i furti fatti in Italia ed altrove ; e alla porta senza rossore ne vendono il catalogo ragionato col luogo donde hanno tolte tante belle opere del genio italiano. Il quadro però di Paolo che era a s. Giorgio e quel di Tiziano che era a ss. Gio. e Paolo li scorse deteriorati di molto, benché risarciti con estrema diligenza. E recherò anche la relazione che me ne diede il valente pittore francese in Vg rie zia ora (i83)) dimorante Camillo Rogier „ Lorsque „ le tableau de Paolo (la Cena) est arrivé a Paris il se trouvait dans un tel état qu’ il „ a fallu le rentoiler avec de grands précautions pour eviter que la couleur n’aban-„ donnât pas entièrement la toile. Cette opération se fit au Musée du Louvre avec tout „ le soin et la sollicitude que mérité un pareil chef d’oeuvre; on le restaura aussi dans ,, les parties ruinées. Plutard en »815 il devait être restitué a l'Italie, mais lorsque les ,, Commissaires chargés de veiller àl’execution des traités, éssayerent de rouler la toile, „ ils s’aperçurent que la couleur se séparait et tombait en poussiere au moindre mou-,, vement; en continuant l’opération c’etait s’exposer à perdre pour toujours une des plus „ belles pages de Fecole Vénitienne. Le comité des Ars comprit cela il fut décidé alors ,, que le tableau resterait à Paris et que l’on donnerait ex compensation une toile de ,, Lebrun. L’empereur d’Austriche ratifia cette convention. Ce tableau est aujourdhui ,, un des plus beaux ornemens de la galerie de Louvre ; il est placé dan le salon carré ,, dans la situation la plus favorable ; malgré les restaurations qu’il a subies il reste ,, toujours le chef d’oeuvre de Paolo par la hardiesse et la fraîcheur du coloris, par la „ richesse et 1’ elegance de la composition. (ao5) Intorno a queste fabbriche ecco quanto risulta dalF Olmo, dal Valle e dagli atti del Convento. Il Valle : De refectorio novo. Cap. 36. dice: Palladii Architectura est haec fabrica cum aliis ibicirciter, anno 155g, de qua Ulmus prolixam habet descriptionem T. 5 (dei mss. veduti dal Valle) anno praedicto. Inceptum videtur innuere idem Ulmus ibi sub Abate Hieronymo Scroqueto, anno i55g ; ita pariter T. 3. fol. 739. initio. At in Cronico hic legimus : Coenaculum, quod antea per triginta annos coeptum erat, ere-ctum est usque ad fenestras, cum cella vinaria, ac tota hospitum fabrica , Hieronymi Abbatis studio haud parum incrementi accep’t : unde non video quomodo Palladii fuissel architectura tanto ante : nisi clarius dignoscamus aliunde Palladii aetates. Etenim