Sio s. GÉORGIO suo Cursus seu Mundus rnathematicus. Lug-duni 1690. fol. a p. io e 1 ly voi. I., il quale dice che tradusse male ; ejus enini versio non est latina , ideoque difftcilior, e gli antepone la versione del Commandino. E molto meno è lodata da Francesco Maurolico Messinese, nella sua Cosmographia. Venetiis. l545. in 4, il quale nella dedicazione a Pietro cardinale Bembo dice che e il Mernmo e Bartolomeo Zamberti che similmente tradusse 1’ Apolonio , non conobbero la materia trattata: materia e ignoratione deceptos grae-corum exemplarium mendas non uno in loco perir««5iije.Promettedi darne una traduzione migliore, la quale uscì finalmente in Messina dalle stampe degli eredi di Pietro Brea. i654-fol. col titolo: Emendatio et restitutio Coni-corum ApoUonii Pergaei. Ho un esemplare della versione del IVlemmo con correzioni, dilucidazioni e figure mss. del secolo XVI eseguite da qualche dotto matematico. 2. Lectiones Jo, Baptistae Menimi in Eucli-dem. Conservavansi mss. in Padova appresso Nicolò Trevisano, come rilevasi dal Tomma-sini (Bibl. Patav. manuscr. pag. 111). 5. Ragionamenti occorsi tra M. Giambattista Memo zio e M. Giammaria Memo nepote nei quali seguendo l’ opinione degli antichi phi-losophi et massime delprencipe loro Aristotele si ragiona della essenza et forma del mondo. Questi ragionamenti compongono l’opera intitolata : Tre libri della sostanza et forma del mondo del clarissimo M. Giovan Maria Memo dottor e cavaliere. Venezia. Farri 1545. 8. Vedi intorno a lui il citato Giornale ^’letterati. Anno 1711. T. V. p. 370. 571. E d’uopo non confonder questo Giambatista Memo f. di Francesco col contemporaneo Giambatista Memoi. di Andrea il quale ultimo fu del i5i6 eletto alla Quarantia civile, essendo stato dianzi camerlengo e castellano in Antivari, efupoi del 1021 podestà e capitano a Bassano ove ebbe ad onorare la venuta di Alfonso Zanzes ambasciatore di S M. Cesarea e Cattolica presso la Repubblica di Venezia. ( Vedi Sanuto voi. XXIII. e XXXII. ). III. Tommaso Memo, che io direi figliuolo di Zuanne da S. Marcuola, è registrato da M. Barbaro genealogista come scrittore i3i8, morto i558; e infatti trovasi: Consilium D. Thomae MAGGIORE Memo Veneli decretorum doctorìi nella collezione de’Consigli matrimoniali fatta diti Ziletti. Voi. I. Venetiis i563. 4- P- IV. Mattio Memo od è autore , od è soltanto copiatore di alcune Vite di Santi le quali stanno in un codice del secolo XV nel Museo Correr segnato col N. 1273.Neglialberi patrizii veggoal-cuni di quell’epoca col nome di Maffeo o Mat-tio, perlochè non saprei quale fosse; e potrebbe anche essere non patrizio. Il codice è cartaceo del secolo XV, ma il frontispicio è scritto modernamente cosi: Vite o leggende di santi scrii te o copiate da Mattio Memo l'anno 1468. Comincia poi l’Opera colla vita della beata Donata e colle parole Voiando dire alguna cosso a laude de la virginità et castità deboi... mo per exemplo de la virgine glorioxa Dannata. Le altre vite sono delle figlie dell’inglese, di S. Josafat, di S. Eustachio, e la Conversione dei re di Tunisi. In fine della vita di S. Giosafat ( che comincia Dixe questa lezenda che lin-dia avea uno re che avea nome Auenero. Questo re si era) si legge: Deo gratias. Amen. 1468. ai 14 febraro fo compledo de scriver questa lezenda per mi Matio Memo. Il codice poi finisce: quali martori pregemo prega Dio per nui. Amen. Mi pare che il Memo sia soltanto copiatore delle dette vite. V. Teodoro Memo frate minore dell’Ordine di S. Francesco , uomo di santi costumi e di dottrina , che fiori del i32i (del quale 1’ Alberici a p. 84) scrisse La vita del Serafico P. S. Francesco: La Vita di S. Chiara di Assisi. Un volume di prediche e alcune Orazioni funerali. Dice lo stesso Alberici, che mori in patria , e fu sepolto con molto onore nella chiesa del suddetto ordine. Se ne trova menzione anche ne’ mss. Gradenigo T. II. intitolato Prelati nel catalogo de’santi, beati e venerabili veneziani, come notò il Gaspari nella Bibl. mss. degli Scrittori nostri. Non posso aggiugner nulla a ciò sulla patria, o sulla verità delle cose esposte. Esso non è nell’ albero de’ patrizii col nome di Teodoro. Può essere invece dell’ ordine cittadinesco- H Fabricio ( Bibl. latina. Ilamburgi 1746. T. Vi-lib. XIX. p. 648. ) ripete ciò che dice ¡’Alberici.