S. GEORGIO Di Leonardo Donato doga vedi qui il numero 6. L>i Domenico Pbrozzi abbate si legge nel Cronico di questo monastero ch’era oriondo da Cologna (ex oppido Cotoniensi) nel territorio Vicentino. Fu eletto nel 1607 e vi stette (ino al 1612 in cui ebbe a successore Alvise Zuffo patavino. Il Perozzi ha il merito di avere atteso al compimento del frontispizio di questo Tempio sì coll’ ajuto de’ marmi che già a-veva raccolti ed apparecchiati 1’ antecedente Abate Jacopo da san Felice bresciano, come si è detto, quanto di altri molti da se radunati. Egli eresse anche da’fondamenti il granajo del monastero. Del 1607 cominciò a fabbricare de’ magazzini per li quali con istromento 5 gennajo 1609 tolse danari a livello da Ztuanna Modena ; e succedette poi Abate in s. Giustina nel 1601 a Giovanni Evangelista, avendo con pari felicità compiuto le opere che intorno a quel famoso Tempio aveva 1’ Evangelista cominciate. Nel Salomonio (Urbis Patav. ln-scripr. p. 429) è riportata la epigrafe della Consacrazione del Tempio di s. Giustina, e vi è ricordato : dominico terotio COWnien. abbate ann. sAirTis MDcn. Notisi che la stampa per MAGGIORE 411 errore dice Peratio, anziché Perolio', errore che tanto più deve correggersi, quanto che vi fu e vi è la famiglia Perazzo-, Il Sabbioni (Dissertazione sui letterati Colognesi p. i5. voi. XIV. Racc. Calog. 1707.) ricorda un dottore Alatteo Perozzi morto del 1S73. Non è però a tacere come nelle Miscellanee mss. della nobilissima casa Donà (ch’abita alle Fondamente Nuove), e propriamente in una di esse intitolata Primi-cenato di s. Alarco e Dogado trovasi autografa una lettera di don Fortunato Olmo diretta al doge come jus patrono del Monastero, in data 9 dicembre 1609 con una inseritavi denunzi;* pure di pugno dell’Olmo, nella quale altamente lamentandosi dell'Abate Perozzi ne fa una assai brutta pittura, senza nominarlo. Dice in sostanza che il Perozzi è fuggito nel tempo dell’interdetto e seco trasse il R. P. Presidente e molti altri monaci ; che in un anno e mezzo scacciò cinque Veneziani monaci professi di questa Casa, e minacciava di scacciarne degli altri; che sotto il suo reggimento sono apostatati cinque monaci di s. Giustina ov’ era Abbate; che conduce le p ... a casa ; che è violento; trasportato dallo spirito di parzialità; poco delicato ne’contratti ; e lo accusa spezialmente di non voler obbedire agli ordini pubbici nel gettar giù le fabbriche sul cantone dell’ Isolo, onde si vegga libera e sgombra la facciata della Chiesa, volendo invece fabbricare delle case in quello spazio, e vantandosi che se Sua Serenità non gli permette quella fabbrica vuol lasciare la impresa della facciata. L’ Olmo conclude pregando il doge a levare l’Abate Perozzi dal Convento, e porre in sua vece D. Ililario abbate in Vicenza, Vicentino, persola providi ss ima e che finirà la Fazzada in doi anni, et subito venuta farà gettar a terra detto canton. E qui onde persuadere il doge a cacciar via 1’Abbate allega lo esempio cheli maggiori di Sua Serenità altre volte ne hanno banditi delti abbati non solo da questo monastero ma anco dal stado tutto come intervenne ad un p. d. Benedetto Marino Venetiano quale per haver detto solamente che huvrebbe cornino dato con una fritada certe differenze che erano tra questa serma, repub. e li padri di s. Giorgio patì lai bando (Vedi di ciò la nota 19» alla premessa Storia). Lamentavasi poiT Olmo nella detta Lettera ch’egli è avvilito ed oppresso* tu’ è serrata la porta di dir le »ne raggioni et se esco di casa m'è dato un compagno qual riferisce il lutto dove io vado et anco di più di quello che non è. Se altri vengono per ragio-