16 SAN GEMINIANO riferisce la epìgrafe, come anclie il Palfero, ed altri; però Antonio Visentini architetto veneto nel suo libro Osservazioni che servono di continuazione al trattato di Teofilo Gallacini sopra gli errori degli architetti, pag. 108. (Venezia. Pasquali fol. 1777) ricordando il detto monumento nota come cosa ridicola e da «fuggirsi un certo capitello ionico che vi stava in aria pendente. Eragli stato eretto dalla repubblica, come si può dedurre e dalla epigrafe e dalle parole del Sansovino (p. 45 t.) meritò d'essere hono-rato dalla repubblica ; e finalmente dallo stemma di s. Marco che lo sormontava. Nella notte a9 8luSno '^07 fu ape|-ta l'urna di questo elegante mausoleo, ma nulla vi si rinvenne; prova che le ossa saranno state collocate al sottoposto piano, e che per solo onorare la memoria deH’uomo grande fu eretto il monumento sul muro. Di ciò fan fede le Notizie mss. del Galvani. Giampietro Stella nato in Venezia di famiglia cittadinesca, ma oriunda Bergamasca, era figliuolo di Domenico. Del 1484 fu eletto Estraordinario di cancellaria. Francesco Foscari già ambasciatore al re de’Romani avea domandato licenza dalla maestà sua di ripatriare onde provvedere alla propria salute; l’ottenne e lasciò ivi il secretario Stella el qual era benissimo in• formato di le cosse di quel re et con soa maestà ha vi a gran grati a et familiarità. Cosi il Sa-nuto nel voi. I. de’diarii sotto il di 29 novembre 1^96. Con Paolo Pisani cavaliere legato in Sa-voja andò segretario nel 1497 *1 nostro Stella huomo pratico in la Pranza et edam exerc'/to che pocho e erra ritornato di alemagna, (ivi.) Ritornato anche dalla Savoja, fu nell’anno successivo spedito in Asti, poi in Francia per condolersi della morte del re, e congratularsi della creazione del nuovo. Bello fu il suo arrivo in Parigi, e molti gli onori ricevuti (ivi. voi. 1. Parte li) -Al duca di Urbino andò nel i5o3 perché desse alla Signoria i castelli acquistati e procurasse di non far loro danno, (ivi. V.) Cogli otto oratori di obbedienza inviati al Papa nell’aprile i5o5 era segretario Giampietro Stella ; ma nell’agosto dell’anno medesimo ritornato da Roma coll’ambasciator Girolamo Donato dottore e cavaliere veggiamoche per certe lettere scritte in aggravio degl’interessi della Signoria fu dal Consiglio de’ X fatto detenere nel sito ov’era il collegio delle Biade; fu eretto processo dal detto collegio, composto dell’Avvogador Giorgio Pisani cavaliere, di Zaccaria Dolfin Capo de’ X, di Francesco Donato Inquisitor e di Gi* rolamo Donato E il risultamento fu che il Consiglio di X.colla Giuntalo confinò per anni due a Padova e Padovano, e privollo della cancellaria Ducale. La cosa è narrata dal Sanuto nel voi. VI. de’diarii il quale soggiunge queste parerle. aduncha in questo ano e sta gran mal in li secretarli nostri videlicet Francesco Taiapie-ra fo impicado, Zorzi Franco, el Bernardin di Ambroxi, et questo Zuampiero Stella sono confinati ad te/npus a Padoa. Scontata la pena ottenne Io Stella, per grazia del Consiglio de’ X, d’essere eletto notajo agli Auditori Novi, nella qual carica essendo fu deliberato nel 6 febbrajo i5o8 m. v. (i5og stil comune) di inviarlo all’imperatore Massimiliano, del quale, come si * detto, era molto dimestico, e soleva altre volte andare con lui; al fine di procurare che si vo~ lesse riconciliare col Senato. Ma per la troppa diligenza, e per la non matura fretta di compiere le commissioni avute, lo Stella non potè riuscire allora di giovamerijo alla repubblica. Questa riflessione è del Bembo (voi. II. 48), che accorda co’diarii del Sanuto nel voi. VII. Vili. Cosicché nel 3 luglio 1^09 ripatriato, fufrattan-to nel mese stesso spedito a Padova secretano in campo di Andrea Grilli, continuando però ad essere notajo alPAuJito*1 Novo. Giunto Tanno a‘ «4di luglio fu preso d’inviare loStel-la a’Cantoni Svizzeri onde procacciare di farli entrar nella lega fatta dalla repubblica colla Francia contra l’imperatore e gli altri principi. Egli parti, ma appena cominciato aveva in Zurigo a parlare a favor della Francia, che il popolo entrato in furore, non rispettando nella persona pubblica dello Stella il diritto delle genti, s’infiammò contro dell’oratore, e sarebbe riuscito a male, se alcuno di quei Magistrali non l’avesse tolto al pericolo, e in propria casa fatto, per loro ordine^ custodire. Vedi Paruta I. 87. Wicquefort I. 49^ ediz. 17Ó; ma oltre ogni altro il Sanuto il quale in più luoghi de’volumi XIV. XV. XVI. XVII. parla di questa infelice legazione dello Stella, nella quale però vedesi con qual calore, da parte sua, siasi egli adoperato a prò della lega. Fralle altre cose che pre-tendevan gli Svizzeri dallo Stella era, ch’egli scrivesse alla repubblica le lettere in idioma latino e non in cifra, onde essi Svizzeri potessero leggerle; e cosi pretendevano di leggere le lettere ducali dirette allo Stella, e anzi gliele da-van aperte. Finalmente nel settembre i5i5 licenziato dagli Svizzeri venne a Como dopo avere avuto il salvo condotto dal duca di Milano onde potesse tornare a Venezia ; ma in Como