6ao S. GEORGIO MAGGIORE spettanti al p. «3.llermagora abbate; ma duran- dal Valle la diligenza del predetto don Vetto-ti le trattative mori il p. Alvise di Venezia al- re Zignoni. Gl’ indici de’ nomi gli aveva fatti lora abate di Santa Giustina di Padova e i li- don Alvise Ghidini abbate, e quelli di materie bri rimasero col.\ (1). Il nobile uomo Giovanni don Zacearia Gabrieli da Brescia bibliotecario Tìepolo fu di Nicolò col suo testamento 12 ot- monaco e decano. Aveavi un annuo assegno tobre 1^70 in atti di Fabio Lio ordinava: Tutti per l’incremento della libreria, ed era esposta lì scritti sacri nobilissimi di Mons. patriarca la solita bolla di censura pontifìcia per chi a-che si contengono in due 0 tre casse dono et vesse osato di asportare libri. Finisce il Valle supplico riceverli nella loro conspicua libraria rammentando i due Mappamondi del Moron-alli reverendi monaci Cassinensi di san Geor- celli, de’ quali vedi la nota 5ot della premessa già Maggiore di questa città accio li reponi et storia, i quali computatis omnibus costarono conservi imperpetuo perche e stato studio no- ducati seicento sub Sagredo Puro abati et b'Ussimo et accuratissimo et piissimo di quel praeside. Nè il Valle, nè altri dice, nè ¡0 ridi gran prelatto. Avvi l’elenco degli scritti che si mai catalogo a stampa di questa biblioteca. Cre-contengono nelli tre forzieri, ma è soltanto e- deva bensì che il Tomasini, il quale del 16Ó0 Ienco delle materie trattate tutte già sacre, co- diede alla luce il catalogo delle nostre librerie me dice il testatore, e non di nomi di autori.Ma, manuscritte, avesse fatta menzione anche di osservate dal p. abbate e da’monaci le détte due quella di s. Georgio Maggiore, ma a pag. io5 casse e forziero mandate al monasteri» da voi non veggo notati che pochi codici esistenti apud ser Zorzi Cocco (2), e visto che non vi sono al- abbatem Ulmum Cassinensem, i quali è facile tri scritti sacri, che quantità di piccioli pezzi di che dopo la morte di lui sien passati al monacar/a scritti ognuno di poche righe, e quindi stero. Nessuno codice o libro vi notò nè meno non potendosi dar essecuzione al testamento il padre Montfaucon, il quale, come opportuna-predetto, così hanno risolto di rifiutar il lega- mente osservò il Moschini (Discorso p. 26) ap- io, e restituirono le casse e forziero tali quali le pena potè porne il piede sul limitare e salutar-avevano ricevute. Altri libri poi, diceva il Val* la. Un catalogo, qualunque siasi, de’codici ms*. le, furono donati da più monaci, dal p. Soper- esistenti al principio del secolo scorso in essa chi, dal p. Idelfonso da Genova abate titolare libreria abbiamo nella Miscellanea Marciana che fu anche bibliotecario di questo convento, (codice numero 62 classe XI a pag. i5 e i30-e si può aggiungere anche dal p. abate Vere- Sono due elenchi, uno è di mano di Apostolo mondo Musitelli, come si è veduto alla p. 38\ Zeno, composto di numeri sessantadue, i quali nota oSg, e dal p. Ganassoni per suo tèsta- formano circa settantaotto codici; il secondo 0-mento, di cui vedi l’inscrizione 16. Nelle lega- Ienco è una copia del primo, ture, dipinture, ed ornamenti de’ libri si lauda Ma già siamo venuti al tempo della soppres- (l) Arvi nel mazzo di carte di diverse miterie la lista di cotesti libri, dei quali faroio fatti doi prezzi, ilp. è se si comprasse da lìbrerì (cioè lire 233) e il 2.. se si comprasse di qualche particolare (cioè lire 168: 18). La compra pel monastero di san Georgio Maggiore era stata proposta dal p. d. Alvise di Venezia abate di s. Giustina suddetto, e sebbene sieno rimasti detti libri in s. Giustina, pure ingiustamente venne addossato al detto p. d. divise eh? sieno stati portati in s. Giorgio, s* non tutti almeno la maggior parte e li migliori. Iddio benedetto perdoni ad un tal gin Aido temerario. (Così protesta di pugno don Bonaventura da Venezia ducano). (2) Zorzi, ossia Georgio Cicco f. di Lorenzo q. Alvise possedeva in fatti molti e molti codici già spettanti al chiarissimo patriarca che fu di Venezia Giovanni Tìepolo, scritti tutti di pugno del patriarca, e contenenti parte opere di lui, parte opere di altri, siccome era studiosissimo e vago di possedere le cose più pregevoli della Storia Veneziana, del che fa fede anche il Foscarini (Letteratura p. 168). Questi manuscritti o tutti o porzione rimasero nella famiglia Cocco fino a questi ultimi anni 1837, i838, nei quali andarono venduti qua e la prima ancora della mancanza a vivi dell’ultimo superstite di casa Cucco che fu Zustinian Lorenzo secondo del fu Giustinian Lorenzo IV. Giovanni, defunto nel 6 gennajo iSSg, che li aveva custoditi. Con essi andarono vendute a qualche pizzicagnolo anche molte carte dell’ar-ehivio della famiglia. Quel Georgio Cocco, giusta le genealogie del Barbaro s’ammazzò con una pistola da disperato per debiti.