I:o suo fratello continuasse per l’avvenire la pensione di dodeci ducati il mese per ciascheduno, che già fu loro assegnata- „ Intese questa Parte 1’ abbate con la riverenza dovuta alle deliberationi di un sapien-tiss. Cons. ma non potè ben capire all’ improviso il senso di essa, poiché la pensione essendo stata concessa a lui et al fratello non per ricompensa dell’Opera che fu presentata solo a rivedere prima di mandarla in luce, ma per la benemerenza de’ scritti già stampati del Padre, e per servigi prestali in Roma a Y. S. dall’ abb. medesimo , non sapeva egli vedere perchè dovesse cessar la pensione per la restituì." dell’Opera . Pigliò dunque tempo 1’ abbate a risolversi accorgendosi intanto d'esser costituito fra due durissimi passi, o di lasciar l’Opera , e di receder dalla promessa fatta al Re Xpmo di stamparla in Francia, o vero d’ esser privato d’ una gratia fattagli dal proprio moto di Vostra S. e passata alla notitia di quasi tutte le Corti. E se bene l’abbate si è ritrovato in questa angustia non per altro che per haver fatto verso V, S. un atto di divotione di presentarle a rivedere quest’Opera prima di mandarla alle stampe, nondimeno non è stato mai pentito, stimando sempre supremo suo comodo et ho-nore il gusto e servigio dell’ EE. VV. Per regolar dunque con questi la sua risolu-tione è andato egli investigando i motivi, et i rispetti della Parte notificatagli, e truo-va che TEE. VV. possono esser state persuase a prenderla dalle congiunture de correnti affari, nelle quali non stimano loro servigio, che l'Opera di un Autore di par-lialissima divotione verso cotesto Sermo Dominio, la qual parla con qualche libertà degl’interessi di alcuni principi, dopo esser stata riveduta dall’EE. VV. esca quasi dalle loro mani alla luce del mondo, onde possa formarsi opinione che ciò sia seguito non solo di loro consenso, ma di concerto ancora, e che perciò 1’ Abbate sia stato riconosciuto di una annual pensione nel medesimo tempo che mandò qua a riveder l’ Opera. Poiché dunque 1’ EÉ. V V. stimano tuttavia proprio servitio che queste Osser-vationi dopo esser state nelle loro mani non eschino alla stampa, l’Abbate posponendo a questo rispetto qualsivoglia vantaggio di profitto e d’honore, che gli prometteva l’impressione di esse, e la dedicatione al Re Xpianiss. gli dona a V. Ser. con la stessa prontezza, e divotione d’animo, con che le ha consecrato tutto se stesso. Et acciocché il dono sia compito, et apparisca più certo il desiderio, eh’ egli tiene di conformarsi col servitio di V. S ; le presenterà fra pochi giorni come venghino da Roma alcuni libri di concetti e di note, che fece il Padre per arricchire quest’ Opera, e che sono chiamati nell’ Opera medesima. Confida bene 1’ Abbate che la sapienza e pietà di co-testo Cons. facendo riflessione alla perdita eh’ egli fa in Francia, alla spese che ha fatto in Venetia, et ai pregiudizi cagionatigli dall’assenza di nove mesi da Roma, bab-biano a far quelle dimostratìoni, che servano per testimonio l’Opera essere stata donata, non ritenuta, e che non meno siano regie le mani di V. S. nelle quali resta, che quelle della M. Xpma alle quali era destinata. 1629. 9. marzo in Cons di X. « Che stante la volontaria libera relass. fatta di D. Rodolfo Boccalini abbate delli Volumi manuscritti dal q. d. Trajano Boccalini suo padre di diverse Osservationi sopra Cornelio Tacito, sia fatta la patente in forma ordinaria della concessione fatta a lui et afra Aurelio suo fratello sotto li 20 dicembre 1627 di ducati dodeci per cadauno di loro, et in vita sua delli denari dilla cassa di questo C >ns. come in detta Parte et le sia fatta la patente. - i3