S. SEBASTIANO 17» Marco scrisse Gl' Ingannanti ingannati co-media, che mss. stava presso il padre suo Nicolò, per testimonianza del Tommasini nelle Biblioteche Venete manuscrilte p. 'o4- E fuori anche un più vecchio Veneziano, e forse della stessa origine, Michele Crasso, il quale se prestar fede dobbiamo al Superbi (Trionfo■ I*ib. III. 67.) fioriva all’anno i4a3, era notaro della Corte Maggiore, cioè Segretario della Repubblica, e scrisse varie opere latine e volgari in prosa e in verso molto ben fritte per quell'età. Tradusse dal greco; dialoghi di Platone delle leggi et è forsè la miglior traduzione che si veda. Anche il Foscarini nel Ragionamento della Letteratura Veneziana (Ven. 1826 p. 74) ricorda il nome di questo Michiel Crasso come traduttore di Fiatone; ma non veggo che il Fabricio nella'Biblioteca Greca tra le traduzioni di Platone de Legibus registri il nome del traduttore Michele Crasso o Grassi (voi. IH. p. 101. edit. 1790), la qual traduzione forse sarà inedita. Nella Biblioteca Legale raccolta dall 'Alberti Veneto giureconsulto vi è registrato un altro Michele Crasso 0 Grassi di cui nel i5g5 e 1619 si legge un'opera intorno alle successioni. (Bibl. loann. de Albertis p. 71. e 115. Venetiis 1792 4)> ma non mi consta che sia Veneziano. *4 D.O.M. I CVM PIE VIXISSET I QM. | IO ANNA MARIA BONATELLI | DE NIGRLS 1 BENI-GNVS LECTOR DICAT PRO CHARITATE 1 ANIMA EIYS REQVIESCATIN PACE. I OBIIT 1PSA I DIE XV. IANNVARI1 | ANNO A N. DNI 1 MDGGLXVI. | * I i5 D. O. M. | ILLV.MVS DNVS MARINVS I LAV-RENTIVS DE NIGRIS | QVI POST SVPRA-DIGTAM | Q.M IOANNAM BONATELLI VXO-REM SVAM 1 REQVIEVIT IN PACE | DIE IX. IANNVARII | ANNO A N. D. MDCCLXXVII. De N igris: Bonatelli: Stanno ambidue sul pavimento dirimpetto l’altare di s. Nicolò. Giovanna Bonatelli q. Gottardo muratore in' dustricso e fortunato, moglie di Marino Negri nodaro morì presso che ottuagenaria nella contrada di s. Basilio il i5 genn. 176J more veneto, e lasciò una sua sorella Giustina Bonatelli più vecchia di lei. Giovanna aveva instituita una mansionaria perpetua a beneficio del monastero fino dal 19 gennajo «748 di una messa quotidiana all’altare di s. Girolamo. (Processo N. 537 in Archivio). 16 BARTHOLOMOEVS IACOBATIVS 1 SECRE-TARIVS VENETVS | FRANCIS« SECRETA-RY FILIVS I SIBI ET VXORI | VRSVLAE LEGRENZI | VIVENS PARAVIT I ANNO DOMINI MDCCXLII. Questo epitaffio sta sul pavimento dirimpetto la cappella e l’altare del beato Pietro da Pisa fondatore de’ Gerolimini. È interessante per le arti quanto abbiamo dal Processo secondo num. t nell’ Archivio. Paolo Onorati f. di Domenico q. Martino con suo testamento 26 dicembre i55o ordinò che si spendessero ducati cento per compire la Pala del suo altare in questa chiesa, e nella cappella in cui vuole esser sepolto. Angela Gatta moglie di lui, testatrice i58o 9 agosto chiama questa cappella non già del B. Pietro da Pisa, ma di s. Giuseppe perchè il celebre Giamba-tista da Verona (Zelotti) ci aveva dipinta d’ordine della famiglia Onorati la pala rappresentante la natività ossia il presepio di G. C. colla B. Vergine e s. Giuseppe. Ora questa pala fu dal capitolo de’ frati nel 1699. 21 dicembre resa a Sebastiano Gatta che n’erail proprietario, il quale vendette colla casa anche la pala a’conti Santonini di Padova, e la quale da ultimo passò in mano della nob. donna Marianna Mosto q. Giannalvise consorte di Bonifacio Papa-fava. Morto il marito nel 1750, la vedova portò seco la pala nella sua casa a s. Leonardo. Il capitolo intanto pensò di sostituire sull’altare un’altra tavola, e vi si fece eseguire da Simon Forcellino detto Simoncino la effigie del B. Pietro da Pisa; ma levata anche questa, e collocata nella Forestaria, si allogò il lavoro a Federico Bencovich, ed è di lui la tavola del B. Pietro che oggi sull’altare suddetto si vede. Scrive il p. Borini più sopra allegato, che siccome il Bencovich carica soverchiamente di colore le tele così può succedere che cadendo giù sensibilmente icolori di quella pala, sia necessario di ripigliare e rimettere quella del Simoncino, dove per custodir in qualche parte la devozione della pala vecchia, si scuoprono in alto Gesù, Maria e Giuseppe} verso de' qua-