S. GEORGIO MAGGIORE 5&i che altro manoscritto si legga mare o pur morte rifulsiti e dal signor Cicogna nella illustrazione di questa epigrafe viene indicata altra lezione dalui veduta che dice mire refulsit (t.l V.p.a^i.) Lo stesso Olmo seguendo la lezione del suddetto Codice Basadonna invece dell’ultima linea che vedesi presso i sO|iracitati autori, Obiit an. Domini MCLXXVIII. mense Aprili, legge i Ire versi seguenti. Anno milleno cenieno septuageno Octavo: Aprili itus hit- est morte simili llun-cque dies plenus lacrytnis rapuit duodenus. (Olmo. Stor. manoscr. t. VII. p 55'). ìa. Inscrizione della Carità. Essa ricorda l’indulgenza e dedicazione di detta chiesa celebrata da papa Alessandro III, e l’ospizio a lui profugo accordato in i(uel monastero E pur menzionata dal suddetto Castellano cosi nel codice Olmo che in quello Svajer, il che prova soltanto eh’essa già esisteva ai suoi giorni. Oltre all’evidente errore nell’anno 117!}, che vi è scolpito ; qui voglio rimarcare che nel Breve di detta indulgenza nel 1 020, estratto dal Libro Pj-ctorurn per opera del già ricordato notaio Bonincontro, ivi non si adduce alcun altro legame che avesse esso pontefice con quella chiesa, fuorché di averla consacrata ai .’> di aprile, cutn prò commodo generalis ecclesiae... venissemus Domino ducente \enetias. Può vedersi cosi questa inscrizione che il Breve sopra indicato appresso il Sansovino (p. 96. dell’ediz. i58i )t e meglio appresso il Cornaro Er.d. \en. t. V. p 161). ij. Inscrizione di Salvore. Questa ricorda la indulgenza da papa Alessandro III accordata a quella chiesa per essersi dappresso quel promontorio, situato poco lungi da Tirano, conseguita la tanto celebrala vittoria navale. La voce olim che vi si legge per entro è sufficiente a dimostrarla di un qualche tempo posteriore a ciò che vi si racconta; ed accordato pure che nella rozzezza e nelle congiunzioni dei suoi caratteri vi si conservino le forme del secolo XII e XIII ; è certo parimenti che vi si veggono frammischiate cifre solo più tardi venute in uso nel secolo seguente, quale sarebbe 1’ O cosi U figurato. Non mi farei stupore che qui si sia forse assembrata le volgare tradizione che allora andava dilatandosi di detta vittoria, coi privilegi d’indulgenza che per avventura nel doppio suo tragitto per l’Adriatico dal detto pontefice poterono esser conceduti a quella chiesa medesima. Questa inscrizione che leggesi in più libri (Olmo p. 07; Sansovino, i58i. p. 198.), per cura del veneziano senatore Angelo Querini venne trasportata ad ornamento della deliziosa sua Villa di Altichiero; e perciò vedesi incisa nella descrizione francese dalla Villa medesima che uscì in Padova nel 1787 : essa formò poi soggetto particolare della Dissertazione del veneto patrizio Carlo Antonio Marin, dove se ne offri un più » quam bulla indulgentic concessa ecclesìe s. Marcì per d. DominicumBollar»! doctorem et equitem, dura legationis mu-» nere apud sernium d. Muthiarn regem Mungane fnngeret,a bullis autenticis abstracta fuit.et per ipsum Venctiasdelata « ac sermo duci Venetiarum patribusq. Collegii presentata fuit: Comincia, Bonifacius servus seivorum Dei...datumRome » apud s. Petrura XII. Kl. ian. poutif. nostri an. XII » (cioè del »4oi). Questa bolla di Bonifacio nono, clic qui copia il &anulo, concede alla chiesa di s. Nicolò de Insula Orchii diocesis f^espiimiensis una indulgrn/.a nella forma stessa in che fu già concessa alla chiesa di s. Marco di Venezia pel giorno dell’Ascensione del Signore. Questa bolla i4oi è copiata dal Sanuto, come una prova dell’esistenza dell’anteriore, sebbene non vi sia indicato ne il papa Alessandro ¡riè l’anno 1177. 5. » Torba scripta in capitellis picturaruin Ustorie picte in Sala Majoris Gonsilii et aliorutt» spaciorum in facie que respieit » versus sanctura Georgium hcc sunt. In primo capitello q. esi in angulo versus ponfem lapideum palee diete faeioi anno » dni 1 i62(Ieggi 1 155) FVdoricusBarbarossa coronatur imperator... Uultime parole sono: A»cenderunt papa, iuiperator, et >1 dux in pulatio laleranensi ubi papa propria sede resedit et rum ibi non forent nisi duo troni unus pio papa et unus w prò imperatore papa fecit alterum tronum donal i duci Venetiarum prò se et successoribus suis* Finis- » Queste inscrizioni. o a meglio «lire descrizioni dei quadri, qui son copiate di pugno del Sanuto. Esse sono ricordate dal Sansovino che le attribuisce al Petrarca, ma non le ha riportate. Trovanti in copia autentica nel libro intitolato C'ommemoriale XI a carte 109 tergo e seg. esistente nel Generale Archivio, coll’epoca appostavi della copia i4a5. Ivi però non si dice che sieno del Petrarca. Non furono, per quanto credo, mai stampate; e narrano della venuta occul a del papa, di lla vittoria, di Ottone prigioniero ec. stando colla comune. Qui di sotto il Sanuto segna l’epoca di queste inscrizioni cioè a 34i« 6 » Ante ecclesiam sci lolita prope punetam Salbue in fìnibus histrie ap. Pyranum. O populi celebrate locum .. » Questi di pugno dello stesso Sanuto sono i versi tanto decantati Heus populi ec. tante volle stampali. Null’altro c’è nel codice relativo al fatto di cui ragioniamo ; soltanto avvi di pugno dello stesso Sanuto la seguente annotazione : »5 Nota Federico imp. armo galie in puia col favor di Guidino re di Sicilia et 11^5 a3 mazo zonse al porto di V. pp. » Alex. 3 nel mon. di s. Nic. et le historie venitiane dicono altramente e fra P. di Chioza ne le sue legende lo conferma ■« e nota il doxe mando ori ^oratori) a Federico bollate (lettere bollate) di piombo le quali Alex. pp. guardato lodo e a-” provo el duce sue iìtere sigillar in tal modo, nri armo 3o galee e Otho erra con ^5 galee et cussi e in la chiesia latera-» nense scripto, e questo pp. consagro la chiesia di sta M. dila carità di san Salvator e la capella dii patriarchato di grado ” e dono a più chiesie indulgente di gre ePimp. venuto a V. dimoro nel palnzo del duce concesse privilegi e renovo Tojtt. 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