47 animi contrari a servizi militari, ottenne (la Ahmeti Zogu che i Dukagini sarebbero graziati a preferenza degli altri albanesi fino a che il governo non aprirebbe vie carrozzabili, scuole comunali ecc. ecc. Il Ministro Mussa-Juka diede ordine al sottoprefetto Lin-Deda, che, nelle questioni più importanti avesse da seguire la volontà di Lush-Prela. Fu in questa occasione che Ahmeti concluse con Lushi un patto di fedeltà. E’ interessante e bisogna saperlo. Il presidente della repubblica per suggellare la promessa di amicizia e fedeltà che a vicenda avevansi data, staccò dalla sua cintura un bel revolver dal manico di argento, sul quale era cesellato il nome di «Ahmet-Zogu». Prima di consegnarglielo lo indirizzò col calcio verso di Lushi e colla bocca della canna verso la propria testa e disse: «Se io pel primo frangerò questo patto di amicizia e di fedeltà, quest’arma faccia in pezzi il mio cranio». Indi rivoltando il revolver colla bocca della canna verso Lushi pronunciò queste parole: «Se tu romperai questo patto di amicizia e di fedeltà questo revolver valga a frangere la tua testa. Lo accetti a questa condizione?» — «Sì, rispose Lushi, così lo accetto». Profetiche parole avveratesi purtroppo dopo la defezione del 1926! Scappato l’alfiere di Shala come narreremo in appresso, dai Dukagini su quel di Gussigno fu ucciso una ai suoi due figli alla vigilia proprio della proclamazione di Ahmeti a Re degli Albanesi, avvenuta il 2 settembre 1928. Lin-Deda di Scutari, uomo onesto ed intelligente era sottoprefetto dei Dukagini al colle di San Giorgio tra Shoshi e Shala: il tenente Vassa di Jubani comandante della gendarmeria. Pochi giorni prima di San Rocco si sparse la voce nella città che i Dukagini in questo dì si solleverebbero. Passò quel gior, no varcarono settimana e settimane: il cielo politico tra Jugoslavia ed Albania, che si era oscurato, annerito, si rasserenò e nulla fù. Talora si udiva la notizia che i Kociak (rivoltosi) stavano in Italia, tal’al-