S. SEBASTIANO de Venatione libri 1111 Natalis Comitum Veneti, Ilieronymi Ruscelli Scholiis brevis-simis illustrati (Venet. Aldus RI DLI. 8.) il Feliciano premette sei versi latini che servon come di argomento : Panduntur quarto ve-natio qualis iorci. E nel Codice Marciano CL classe XII de* latini a p. /j3 si hanno tre epigrammi latini di Bernardino a Cosimo de Medici. Cominciano 1. Quijusto regis imperio tot regna tot urbes. 2. Si magnuspielate opibusq. est Cosmus et armis 5. Non re sit magnus Cosmus ? quo hetruria rege. A p. 167 dello stesso Codice, sono venti distici intitolati Bernardini Feliciani in nativitate Xpi elegia. Comincia: O virgo incoleres su-plex dum mente pudica. A pag. 192. vi è di lui In visitatione Mariae Virg. ad Ilelisa-beth Elegia in 24 distici. Cosi a p. 194 altra In nativitate s. Io. Baptistae, di 23 distici; E a p. 195 e 196 altri carmi latini ad Io. Bap-tistam Picciolium phil. et med. 5. 1Ustoria sui aevi. 6. Epistolae variae. Son così citate nei mss. ma non le ho vedute. 7. Un esemplare del libro : Francisci Georgìi Veneti Minori/ani. In scripturam sacram problemata. Parisiis MDLXX1V, eh’ era presso il procurator Marco Foscarini aveva delle correzioni e cancellature fatte di pugno di Bernardo Feliciano, (cioè Bernardino) La cosa è testificata dall’Agostini (lì. 075). Queste correzioni e cancellature devono essere state fatte da Bernardino, a tenore delle Ordinazioni del Concilio di Trento, il quale pose nell’indice quel libro del Giorgi. E infatti il Feliciano era uno de’ preposti ad esaminare i libri prima dell’ impressione, tanto apparendo anche dall’opera Melchioris Gui-landini papyrus hoc est commentarius in tria Plinii majoris de papyro capita ec.(Ve-netiis. MDLXXII), dietro il cui frontispicio si legge: Noverint omnes Papyrum Melchioris Guilandini una cumauctariis exhibitam fuisse antequam typis subijeereturtum hae-reticae pravitatis apud Venetos et Palavi-nos inquisitoribus, tum ex Senatus Veneti decreto Bernardino Feliciano viro cum insi-gniter dodo tum magnopere fiumano, et Octaviano Magio eidem senatui a secretis. E ricordato il nostro Bernardo anche dal Sansovino (Venetia. Lib. XIlI. 277 t.). daWAlberici p. 18. Dal Superbi Lib. 1 li. p. i55. Dal Contarmi (Giardino p. 45o) dal Ruscelli (Di- scorsi- Veittzla 1555. 4. p. 4 5). DaH’^wi (p. 459. Voi. li. Cremona)cÌìe dice: Pestio. Ber-nardum fioruit Bernardinus Felicianus eius nepos. oratcr eloquentissimus qui publice pa-nter Venetiis literas docuit, de quo eruditissi-mus Zenus in suis Venetis scriptoribus agii Dal Foscarini (Letter. Ven. p. 341. nota 7.) ove (credo per errore di stampa) lo dice Mons. e p. 893. noia 17250 dal Giaxich ove dell’Ac-cademia de’ Pellegrini (Mercurio. Venezia, mese di marzo. 1810). Questa famiglia ossia questo cognome Regazzola trovasi anche fralle memorie di Este. 11 Salomonio, e l’Angelieri (Inscript. Agri p. 78. 83, e Saggio 1 storico, p. a5. 26') e ultimamente il chiariss. ab. Giuseppe Furlanet-to (Antiche lapidi del museo di Este illustrate. Padova »827. p. 24.) registrano una lapide antica silvano sacrvm ec. come esistente in domo Alexandri Regazzola ; e le sepolture Civium de Regazo/a nella basilica insigne collegiata di s. Tecla di quella città. Di un moderno Alessandro Regazzola da Este leggo un Sonetto a p. XXII impresso nella Raccolta de’ ccmponimenti poetici per il solenne ingresso di Angelo Contarini da Mula a procuratore di san Marco, dedicati a suo fratello Giulio dalli Deputati di Este. (Padova. Pena- da 1754)- 41 ANDREAS F. Q. FRACISCI l_GRIMANI VIR IN-TEGERRI1 MVS_VIVES COSTRVI SIBI | IVS-SITH. M. 1 FR. BNARDVS DE VERONA [ EIVS CONFESSOR SIBI 1 COMISSVM ADIMPLETIT. I OBIIT MDL1II. VLT." MAII. Sul pavimento nella Cappellina della Concezione che sta nell’andito tra la chiesa e la sagrestia. Akdiiea figlio di Francesco detto Scipione, q. Pietro Ghimahi era della famiglia che abitava nella contrada de’ ss. Ubaldo ed Agata, detta volgarmente san Boldo, ed era fratello di Vincenzo, di Pietro, e di Marcantonio Grima-ni, a’quali spetta la epigrafe num. undici delle presenti. Con testamento i555 . 22 maggio Andrea ordinò che a frate Bernardo da san Sebastiano siano dati ducati duecento onde fabbricare un’arca nel monastero dove a lui sembrerà , e lascia una mansionaria di ducati venticinque annui a’padri. Pietro Aretino in una sua lettera datata da Venezia nel 18 giugno