202 S, GEORGIO MAGGIORE sendo già vecchio, ritiratosi in questo monastero, mori, e fu in esso seppellito con inscrizione onorevole già da altri riferita (81). Nel 1194 al defunto ah. Yeniero successe Marco Giorgio pur veneziano, durante Serie ¡1 governo del quale, avendo la repubblica fatta cogli alleati la conquista diCostan-abatl tinopoli gli affari de’monaci migliorarono in quelle contrade. Non è però da tacer-XVI si, che anche prima della caduta di quella metropoli in grande venerazione era tenuta la corte di Roma da que’ cattolici che vivevano tra’ greci, e che i privilegi pontifìcii a qualche chiesa concessi si mantenevano perfettamente fiorenti. Tuttavol-ta, mentre era priore della chiesa di s. Marco un monaco di s. Giorgio chiamato Domenico, Giovanni Signolo patriarca di Grado teneva un vicario in Costantinopoli nominato Stefano, e questi ingiustamente avendo a se sottoposte tutte quelle chiese per beneficio de’veneziani possedute in que’dintorni dai Latini, ed erano moltissime, per l’estesa sua autorità montato in superbia alle privilegiate chiese tendeva insidie. Tra queste contavansi tutte quelle di s. Giorgio, che soltanto dalla sede pontificia immediatamente dipendevano. Stefano pertanto minacciò come d’interdire la chiesa di s. Marco, se il priore nella festività di questo santo non l’invitasse solennemente, e noi ritenesse anche'a pranzo. Domenico ricusò francamente di compiacerlo, e chiamato Giorgio ( in altra copia Sergio ) greco sacerdote, ma notajo apostolico, in presenza di testimoni nella chiesa raccolti appellò al pontefice Innocenzo Terzo. Comeché Stefano fremesse, nullaostante rispettò l'appellazione, e si rattenne non solamente dal fare qualunque cosa che danneggiare potesse i diritti della chiesa di s. Marco, ma i privilegi ancora di altre dieci chiese dentro e fuori di Costantinopoli tutte soggette a quella di s. Giorgio Maggiore di Venezia (82). Conviene persuaderci, che il Pontefice abbia deciso a favore de’ monaci, giacché le loro chiese sempre rimasero indipendenti. Abbondano nell’ archivio di s. Giorgio scritture di Grecia, che ci manifestano i costumi de’ veneziani in quelle provincie nell' età della quale trattiamo. Per mezzo del traffico ch’esercitavano quasi esclusivamente, guadagnavano immensi tesori, e perciò agevolmente compravano in que’luoghi delle case e delle campagne. Ma la prima loro cura era posta nell’ erigere delle chiese, o nell’acquistarne di erette dai greci, introducendovi subito il cattolico culto. Sorpassando quanto appartiene alla conquista di Costantinopoli già diffusamente raccontato da tanti, e che al presente argomento non appartiene, s’indicherà tuttavia, che con tale occasione toccò a’monaci di s. Giorgio il corpo di santa Lucia vergine martire Siracusana, il quale dall’armata trasferito a Venezia l’anno 1204 fu prima collocato nella stessa chiesa di s. Giorgio, e vi si tenne per lungo tempo. Ma tanto era nel giorno della festa solenne di questa Santa il popolare concorso, e tanto in allora talvolta procelloso il tragitto da Venezia a quell’ isola quando gagliardo vento spirava, che frequentemente succedevano delle disgrazie. Spezialmente nell’anno 1279 moltissime persone si sommersero. Oltre di che può notarsi che in que’tempi la chiesa di s. Giorgio era piccola, e che quindi la maggior parte della gente ritornava indietro, senza avervi potuto entrare. Per tali ragioni fu deliberato di trasportare il corpo di questa Santa nella chiesa allora onorata con titolo dell’ Annun— ziazione di Nostra Signora, e che ha poi acquistato il nuovo di s. Lucia. Alcuni storici narrano, senza provarlo, che al momento dell’asporto un braccio della Santa miracolosamente si volse verso l’abate che d’appresso le stava, e che per tale prodigio staccossi a bella posta quel braccio, e si ritenne in s. Giorgio. Comunque sia stato, é almeno cei to eh« questo braccio sempre in s. Giorgio si è conservato, ove alla Santa poscia nella nuova chiesa venne inalzato un altare (85). Dopo la presa di Costantinopoli, essendo colà nel 1206 patriarca de’ latini Tommaso Morosini, e podestà Marino Zeno, i vantaggi de’monaci si riassicurarono ed accrebbero. Il primo solennemente dichiarò libere le chiese a s. Giorgio appartenenti in quelle regioni dalla giurisdizione de’ patriarchi (84); il secondo vi aggiunse molti poderi nel luogo detto Armiro (85) l’anno 1206. Il doge Pietro Ziani fi-