S. GEORGIO MAGGIORE ce, ove si estinse nel 1781. Nacque del i5io agli undici settembre, e del i5/j4 P>'ese a moglie Maria Michele di Mafiio q. Nicolò ; sendo morto del i55o a’28 di ottobre. (Ge-neologie Barbaro). Egli s’era messo a calcare la via del mare, trovandosi che del 1627 era Nobile sulla galea di Alvise lanuto. Ciò apparisce da’ Diarii di Marino Sanuto (XLVI. 421) il quale dà la copia e il sommario di una lettera data in Porto del Conte a’ 24 dicembre «527 scritta da Lorenzo al padre suo Giannandrea, la quale narra degli avvenimenti della nostra armata con la francese sul Sardignano. Fu poscia Savio agli Ordini, e del iot\\ insieme con Vincenzo Barozzi fu Sindico Avvogadore e Inquisitore in Dalmazia, come dal libro Reggimenti. Lorenzo è ricordato da molti come poeta, e poeta non solo satirico, ma impu-ro ; insoruma egli era un allievo di Pietro Aretino. In effetto egli scrisse un poemetto intitolato: La P.....errante. E’ di tre canti in ottava rima; di 108 stanze in tutto; fu stampato a Venezia nel i53i in ottavo, epoi di nuovo ivi nel i558 per Venturin Ruffi-nello ad istanza di Ippolito Ferrarese in 8. e fu indirizzato dal Veniero al suo grande a-mico l’Aretino. In fine di questo poemetto sono 114 stanze dello stesso Veniero intitolate il Trentuno, nelle quali parla di un fatto avvenuto in Chioggia a’6 di aprile 1531 alla famosa cortigiana Angela Zaffetta amica dell’Aretino. Io non vidi alcuna di queste edizioni; la cosa però è certa, dicendocela e provandola il chiarissimo Mazzuchelli 445 a p. 257 e segg. della Vita di Pietro Aretino (Brescia 1765. 8.). Non è peraltro a tacere come fino da principio che usci la P.-.. errante, la quale è senza nome di Autore, essa fu creduta opera dell’Aretino medesimo ; della qual cosa il Veniero si dolse nel principio del Trentuno. Ma che fosse opera del Veniero ne facea fede l’Aretino stesso il quale nel Capitolo al Duca di Mantova (p. 228. Opere di Francesco Berni. Usechr. 1726. T. II.) diceva : Ma perchè io sento il presente all'odore, Un operetta in quel cambio galante Vi mando hora in stil ladro e traditore Intitolata la P. . . . Errante Dal Veniero composta mio creato Che ni è in dir mal quattro giornate inante. Queste due O-perette del Veniero furono ristampate in Lucerna del i65i ed attribuite per farne satira a monsignor Maffeo Veniero Ar-civesco di Coriù figlio del nostro Lorenzo, postovi nel principio il ritratto di Maffeo. L sebbene in alcuni mss. di dette due Opere si legga in fronte il nome di Maffeo, pur« gli sono assai tortamente attribuite, anche perchè, quando si stamparono la prima volta, che fu del i55i, Maffeo non era ancora nato. Veggasi il Mazzuchelli che cita il Giornale de’letterati, e le lettere di Apostolo Zeno. L’essere poi stata attribuita all’Aretino la P. .. errante del Veniero, provenne da ciò, che anche l’Aretino scrisse un libro con simile titolo, ma in prosa, laddove quello del Veniero è in versi, come ha già osservato il Mazzuchelli (1. c. p. 206. 267. 243) la quale opera dell’ Aretino è impressa co’ suoi Dialo- pretermessi, cagionano nelle maritate l’aborto. Contro queste favole sorti a Foscarina t emerà vendicare eruditamente il sesso : alzando nel frontespicio dell’Opera, Dio quando fabrica la Jemina. Però giustamente vi si addata il verso del Pastor Fido. O Donna, o don del cielo. Lascio a’ dotti nei costumi t nei ri/i ebraici, colla scorta del Veneziano illustre israelita Leon Modena ( Historia degli rili hebraici, Parigi MDCXXXVII. 12.) e dell' altro libro Precetti da esser imparati dalle donne Hebree composto in tedesco da Biniamin d-’Arodono, e tradotto da Iacob Alpron ( Venetia 6412. per l'Imberti in 4.); e anche dell’ altro pur Veneziano dotto ebreo Simone Luzzato ( Discorso circa il stato degli Ilebrei et in particolar dimoranti nell’inclita città di Venetia ( Venetia appresso Gioanne Colleoni i638. 4. coll’ancora aldina) lascio dico colla loro scorta e con quella di altri scrittori il vedere se sia vero o falso quanto dice il Palazzi circa i loro usi. lo dirò che non vidi mai il aitato Trattato di Foscarina Veniero, nè co’ miei occhi, nè in cataloghi manuscritti 0 stampati; come pure non vidi alcuna delle sopraindicate Rime diverse, e Sonetti spiritosi e Discorsi poetici nè stampati nè manuscritti. Domenico Soresi nel Saggio sopra la necessità e facilità di ammaestrare le fanciulle. Milano 1774- a P■ 60 dice Foscarina Veniero che si dottamente sostenne le glorie del suo sesso scrivendo contro i Rabini. Il Soresi che non vide (giurerei ) certamente il libro, sostenta eh'è scritto dottamente ! !!