RENTES.HEV. QVANTY'M DIE XXVI- MENSIS FEBRVARII MDCCCXIII. Sul pavimento in mezzo la chiesa. Il padre GiaMbatista Pisoli nacque in Ve* nezia nel 17^ a’ao di ottobre, e frequentò per gli studi le scuole de’pp. Gesuiti, essendo egli frattanto sotto la direzione di privato sacerdote. Chiamato per lo stato religioso entrò nella congregazione del B. Pietro da Pisa d’anni essendo aa, e nel maggio 1765 sostenne con molta sua lode in questo tempio, e alla presenza di detti personaggi, quivi congregati per la celebrazione de’ generali comizii, la difesa di cen-cinquanta tesi teologiche, canoniche, critiche, e morali. Non uscito ancora dagli studi fu nell’agosto dell’anno stesso 1765 fatto Lettore dal Generale dell’Ordine. Occupavasi frattanto anche nella predicazione tanto dall’altare quanto dal pergamo, dimostrando eloquenza insieme e cognizione delle divine ed umane scienze. Soprattutto nelle cose teologiche e canoniche era molto innanzi, e stimato per grande ordine d’idee, e per grande memoria che non abbisognava de sussidii di repertorii ed indici. Pochi anni appresso fu da monsignor patriarca Federico Maria Giovanelli promosso ad Esaminadoi* Pro-Sinodale e Consigliere in affari importantissimi di religione e di ecclesiastica disciplina. Pari estimazione godette presso l'eminentissimo patriarca Lodovico Flangini, e il patriarca Nicola Saverio Ganiboni, e il vescovodi Faenza, nominato patriarca di Venezia, Stefano Bon-signore, i quali tutti nello incarico conferma-ronlo. Anche Bernardino Marini vescovo di Trevigi, e Pierangelo Galli vescovo di Lesina avevanlo a consultore. Siccome per tutto il corso di sua vita nella educazione della gioventù ecclesiastica e secolare aveva dato prove mai sempre di ottima direzione tanto dal lato della ’dottrina, quanto da quello dell’affabilità, e maniera, cosi fin dal 1807 era stato preposto ad Ispettore delle pubbliche scuole cantonali. Finalmente colpito di apoplesia mori nel 26 feb-brajo 1810, ed onorato di bell’elogio funebre detto dal suo discepolo Pietro Marino Tosetti già della congregazione stessa, ed oggidì arciprete della Villa di Quinto nella diocesi Trivi-giana e vicario foraneo, ebbe tumulazione in questa chiesa coll’epigrafe surriferita (in cui per errore di scalpello si legge ioxnes e febrvaii) dettata dall’ora defunto piovanodi s. Maria For- S. SEBASTIANO ao5 POSVERE. I OBIIT mosa Giovanni Filosi, e fatta scolpire da questo ANNO e dal piovano vivente di s. Salvatore Girolamo Dabala’. Il Pisoni fu mio precettore di lingua latina nell’anno 1798 quando, come ho detto alnum. 52, io abitava nella casa de’ Boldù, e prima di passare nel Collegio de’nobili di Udine. 35 IO ANNI ALOISIO D. PECHIS MEDIOLA | NENSII. F. CIVI OPT. SVISQ. HVMILES | NATI CONSTITVERE I MCCCCLXXXV. Sta sul pavimento in mezzo. Palfero scrisse malamente Picchis. Lo stemma è uno scudo nel cui mezzo sei rose, disposte, prima tre, poi due, poi una. La famiglia de pechis, detta anche pecchio, e pie hi venne da Milano in Venezia, e trovasi nel numero de’ nostri cittadini fino dal 1440; e molto tempo dopo, cioè del i55osi manteneva con molte entrate e mercanzie in casa propria. Leggesi negli atti del Cons. di X riferiti nella Cronaca Gradeniga; >479- a9- niaii C. X. Va-dit pars quod legati factì per Mapheurn De Pichis quod poni debebat ad Montem dorni-cellarum fratrum Scholae s. loannis dispensati procuratiis spectet et fiat per procurato-res s. Marci dornicellis fratrum scholue prae-dictae. In questa tomba oltre il detto Gianlvigi fu seppellito Benedetto Pichi q. Marco che fece testamento del 1578. 9 giugno "in atti di Cesare Ziliol ; e Francesco q. Luigi Pichi, testato-re 1667 19 7mbre, che era notajo Veneto, e che ho ricordato ncll’epigrafi di s. Agnese voi. I.'p. 2o5. num. undici, ov’è per errore detto Richi invece di Pichi. Di distinti fra noi vi fu Giuseppe Pichi morto li 21 luglio 1755 d’anni qr>. « Era egli a-» uiantissimo dell’antichità figurata, nel qual « genere lasciò una raccolta distinta. Eccellen-» te non meno era nella poesia in lingua rusti-» cale padovana, e nel veneto dialetto. Lo che » appare da una sua commedia, e da altri com-« ponimenti parte mss. parte stampati in varie n raccolte; ma specialmente dal suo leggiadro; » Divertimento autunnale stampato perii Con-« zatti. Padova, 1747 cui diede il titolo di tra-» duzion dal Toscan in lengua veneziana de » Bertoldo, Bertoldin e Cacasenno. Lasciò mo-