15 chiamati le caserme delFopposizione. Di fatti più ignoranti degli altri, di pugni più duri, di un fenomenale eroismo, di vergine credenza, abitando luoghi inospiti e scoscesi si prestavano benissimo alle mene degli astuti per una offesa e difesa. La Mirdita, mal soffrendo certe innovazioni del governo a danno palese dei diritti ereditari degli alfieri e dei capi, insorse. Non volle sapere di una Albania nuova, ne desiderava una fatta a suo modo. Raccolti alcuni battaglioni di uomini condotti da Moharem-Agh-Gazazi di Scutari, dopo pochissima resistenza, si penetrò nel centro di essa. Marka-Gioni capitano dei Mirditesi fuggì, valicò il confine con molti partigiani e si salvò a Prisrenni nella Jugoslavia. Alcune tribù della Mirdita furono saccheggiate e mandate in rovina. Molti innocenti arrestati e posti in gattabuia. Ed il frutto? «Grosse somme sfumate al governo, miseria, accresciuta a dismisura nella Mirdita. Intanto nei Dukagini gli occhi erano rivolti verso i loro confratelli di sangue e di religione della Mirdita. Di altro non si parlava che dei fatti loro e del momento che nei passati avvenimenti politici i Dukagini si erano alleati ai Mirditesi e interessavasi assai del come andasse a terminare quella rivolta, standosene però con le mani alla cintola. Nel colmo della sventura Marka-Gioni aveva mandato degli inviati e delle lettere per impetrare il soccorso dei fratelli. Non si attese ai suoi lamenti. Da altra parte il governo di Tirana, temendo che i Dukagini si unissero ai Mirditesi, tenne con quelli un modo blando di regime, cestinò ordini che aveva dato di tasse, di leve militari, di punizioni per uccisioni, per rubamenti, per rapine ecc. ecc. Per mostrare che poi, finalmente, non era quell’orco tanto mostruoso che si dipingeva dall’opposizione, si sforzava distribuendo denari di nascosto e dando il permesso di portare le armi, di attirarsi le persone più influenti ed amicarsi la maggior parte del popolo. Eravi bensì il sottoprefetto Simon-Doda a Pre-