S. GEORGIO MAGGIORE 277 vennero a guastare una delle più spaziose vigne, cioè quella a cui si andava per il chiostro Palladiano, e che serviva di passeggio e di ricreazione a molti cittadini , come si è detto dal cons. Rossi nel principio della sua Storia. In quell’anno fatale 1797 venne il cenobio destinato a contenere alcuni arrestati politici. Domenico Pizza/nano già custode del castello di s. Andrea di Lido perchè s’ era opposto al fran-oese capitano Laugier, che voleva colla sua nave passare il porto, ed introdursi nella laguna, danneggiando il vascello francese, ed ammazzandone il capitano, fu, dietro l’istanze del generai in capo Bonaparte, condannato ad arresto insieme olii tre inquisitori di Stato nell’ isola di s. Giorgio Maggiore . Nell’ ottobre dell’anno stesso *797 varie persone nobili e civili vennero richieste dal Governo francese col pretesto di una supposta congiura contra di esso, di cui capo si volle un Giampietro Cercato’, e queste persone venner tradotte ed arrestate nel monastero presente. Abbiamo a stampa un piccolo manifesto che comincia. Venezia i5 ottobre 1797. Si progrediscono le requisizioni e misure per rilevare il filo della congiura, e finisce assicurando i leggitori che gli ostaggi in s. Giorgio sono benissimo trattati. Evvi anche a stampa Processo verbale, Lettere, e costituti relativi al detto Cercato. Di questi signori innocenti affatto di tale attentato oggi pur vive G. E. ; D. M.; A. R.; P- F. Venuti tempi migliori cioè l’anno 1800 si radunò in questo monastero il Conclave dei cardinali onde usci papa Barnaba Chiaramonti col nome di Pio VII, della qual cosa vedi a lungo nell’inscrizione i4- L’abale Venier durò sette anni colpa le vicende politiche, enei 1800 gli fu sostituito donRaffacleBalestraverone.se che fu l’ultimo abate. Imperciocché in forza del decreto 28 luglio 1806 soppressa la Congregazione Benedittina, i monaci di s. Giorgio Maggiore passarono nel convento di santa Giustina di Padova, cosicché parte del monastèro presente restò a nessun uso; il tempio fu chiuso; in un angolo dell’ isola caserma militare in forza del posteriore decreto 28 novembre 1806; e in un altro continuava la dogana di deposito sistemata co’ principii della legislazione italica. In questo tempo venne ordinato al chiarissimo uomo ed espertissimo nell’arte pittorica Pietro Edwars di esaminare tutti i quadri in questo Cenobio esistenti, ed estenderne un ragionato elenco per le misure che fossero da prendersi in seguito. Da tale Elenco vedesi quanta ricchezza v’era anche in tal genere appo cotesti monaci (54o). Frattanto avendo monsignore patriarca Nicola Xaverio Gamboni veduto, che partiti i monaci, reslava non solo il cenobio derelitto, ma eziandio inofficiata per lungo spazio la chiesa, e ciò forte incre-scendoglL, anche per rispetto agli oggetti d’arte, come Tempio magnifico Palladiano, che già privo di gran parte de' suoi arredi, minacciato era della vendita di altri preziosi, e correva rischio di essere totalmente ridotto ad uso profano, procurò che con sovrano decreto fosse ritornato al culto divino , e provveduto di annuo generoso assegnamento, ed arricchito ancora di molti de’ perduti suoi arredi- E in effetto nel giorno i5 marzo 1808 monsignor Gamboni si è recato ad aprire e a benedire solennemente la chiesa affidandola alla custodia di diligente soggetto il quale celebrovvi la santa Messa fra lo squillo di quegli armonici sacrati bronzi che dopo a sì lungo odiato silenzio sonarono alle orecchie de’ veneziani, oltre alV uso, dilettosi. E qui, coll’ab. Moschini, è a dare elogio al laico frate Placido Regazzi tuttora vivente, il quale solo, dopo la soppressione del monastero non volle dipartirsi dall’ Isola, ed ebbe grandissima cura del tempio, impedendo, per quanto egli poteva, ogni arbitrio (041). Dall’epoca 1808 in cui si riaperse, come si è detto, la chiesa, nulla d’interessante v’ è accaduto, per quanto io sappia, tranne tutto ciò che il Porto Franco riguarda. In fatti per dare alla città di \ enezia il Porto franco che le si era promesso col decreto a1» aprile i8"6, venne assegnata quest’isola, come dal titolo IX dell’altro decreto 7 dicembre 1807 , e un successivo vicereale decreto 19 febbraio 1808 stabili le norme di esecuzione del nuovo Stabilimento tanto per quello che riguarda la sua configurazione d’ ufficio, come pei lavori occorrenti. Già si è detto che allora si è riaperta la chiesa al culto, la cui manutenzione ed officiatura fu affidata Serie degli abati CXXXV