ALL \ CHIESA DI S. citato a p- 071 nota 109. Il Pignoria poi fa voti perchè chi occulta le fatiche altrui si svegli dal sonno affinchè la gloria del sig. Contarmi non istia rinchiusa in una libraria oa dir meglio in una sepoltura di libri. E qui per obbedire al signor Pignoria io darò contezza di un opusco- lo inedito, per quanto credo, e forse anche i-gnoto, che io possiedo autografo, del suddetto Vincenzo Contarmi: E’ intitolato : De re nurumarla veteruin Romanorum Vincentii Conta-reni commentarius. La dedicazione è ilbnoat-que excellmo principi Petro Aldobrandino Vincentius Contar enus S. P. M. Instant ka-tendae ianuariae quibus more majorum strenna datar. Ea si a strenuitate dieta est, ut Nonio placet, debetur tibi Yrinceps illme atque excel/me qui tantos habes progressus in litte-ris ineuente adolescentia quantos pauci et lau-dem viro rum fortium ingenti gloria longe superasti... Yatavii pridie hai. ianuarias ci'Jiocxv. In questa operetta il fine è di paragonare la moneta romana antica con quella che usavasi a’ tempi dell'autore ; dice però che non intende di offerire cosa nuova, ma spera che non sarà rifiutata, come non si rifiuta una monetaap-provata e di giusto peso, tuttoché non di recente coniata. La divisione è : De metallis quae Ro-rnae sunt signata. De nummis aereis. De nurn-mis argenteis. De sestertiis. De aureo nummo. Termina : Rursus quid est quod in lege Nonnulli Digestis De accusationibus pauper dici-tur, qui minus quam quinquaginla aureos pos-sidet ? Hoc dici tur, eum esse pauperem, cujus census est infra centum TJngaricos, auteenturn vigintiquinque aureos scutatos. Et haec hacle-nus. Fra i molti che di tale argomento trattarono è Oliverio Leg7po/iz/o(Dissertationes. No-rimbergae 1747 4) ove dà un elenco eziandio degli autori che scrissero sulle monete Romane ; fra’quali egli non pone il Contarmi. Il Contarmi aveva composte anche altre o-perette intitolate l'Atene, il Territorio, Yugili Feste, V A reopago, e aveva corretto la Grecia del Soffiano in molti luoghi ; le quali notizie si MARIA DELL'ORTO 667 hanno da una lettera inedita di LorenzogPi-gnoria indiritta al senatore Domenico Molino del 5 maggio 1624. Coleste opere egli avea lasciate a Giovanni Galvano giureconsulto celebre ( Tomm. Elogia 1644 P- 18°) suo discepolo, e non si sa qual line abbian fatto. Il Pignoria intitola al Contarmi l'epistola XII che sta a p-4» del libro Laurentii Yignorii symbolarum epistolicarum liber (Patavii 1628 8) nella quale parla di due medaglie d’argento. Da alcune lettere di uomini illustri mss. dirette a mons. LoIIino già vescovo di Belluno, e che negli scorsi anni uscirono dalla biblioteca de’Canonici di quella città, ove altra fiata erano gelosamente custodite, si ponno a-vere alcune ulteriori particolarità intorno al Contarmi. Egli stesso intanto (Epistola pridie hai. majas (senz’anno, ma è 1619) ricordava il suo viaggio per l’Adriatico intrapreso per illustrare la Navigazione di Antenore sopra il quale scriveva. Donato Moresini (lettera 9 gbre 1610), diceva di essere stato „ ricreato nel-„ l’udire le prelezioni del mag. sig. Contarmi ,, humanista il quale con eloquente et elegan-,, tissima oratione dissedi Virgilio(l’Eneide del ,, quale sarà questo anno il soggetto della sua „ lezione) et di T. Livio quello che veruno ,, d’essi averia o saputo o ardito dire di loro ,, medesimi, nè a questo avrebbe punto gio-,, vato quella sua patavinità. ,, Il Contarini aveva scritto su Virgilio fino dal i5g5; lo attesta anche il Tommasini che a pag. 77 delle Bibl. Patav. mss. registra : Virgiliì Laudatio a Vincendo Contareno anno xSgS. fol. eh.; ma, se è la stessa, non fu stampata questa sua orazione se non se nel 1611, come si è veduto a pag. 267. Lo stesso Contarini in una lettera autografa appo il conte Marcantonio Corniani,in data 14 agosto 1610 ringraziava il Lollino per non so che di gradito ricevuto ; parlava della dottrina del cardinale de Peron, e facea voti perchè rinvenirsi potesse altro manuscritto delle epistole di Francesco Barbaro. Ottaviano Bono in lettera 3 settembre 1619 da Padova scri- (mss. appo il canonico Luigi Ramello). ,, Ebbi jeri la lettera di V. S. illma onde son venuto ,, oggi a Padova et ho avuto dal P. scritturista le reliquie dell’Antenore, cioè otto carte e ,, nove righe d’un’altra cucite in un quinternetto scritte e cassate con una o più linee tirate ,, per lo lungo del foglio, secondo che il purgato ingegno dell’autore non si soddisfaceva, e „ due altre carte staccate, una scritta tutta, e l’altra con l’altre nove righe. Ho voluto dar-„ ne conto a V. S. illma perchè possa vedendo il Bonfadio riferirli quel che ho ricevuto. „ (cioè Giuseppe Bonfadio, cui forse il Contarini aveva raccomandati i suoi scritti:). Da tutto ciò si vede che VAntenore di lui era opera soltanto abbozzata e non compiuta.