i5i il 1810 in cui, levata del tnlto la congregazione, fu fatta succursale della parrocchiale de’ ss. Gervasio e Protasio detta san Trovaso, ed è aperta ed ufficiata tuttora. 11 Convento però è presso che tutto demolito; e la parte che resta è un pezzo del chiostro e il corridoio superiore. Il pozzo nel mezzodei cortile ha l’epoca MDXCIII. Grande peraltro è la cura che prendesil’I. R. Governo perla conservazione di questo Tempio. Quanto alle pitture, ne diremo ove di Paolo Veronese (Ins. 8); e quanto al fabbricato diremo che nel 1825 a spese erariali fu eseguito un ristauro generale del tetto; del 1826 altri ristauri si fecero a spese della Fabbricieria, che riparò similmente nel 183 1 a* danni che aveva sofferto pel gelo 1829. i83o. Fra le reliquie che vi si veneravano era un osso del titolare santo Sebastiano lasciato a questo tempio dal celebre nostro storico Marino Sanuto, nel cui testamento in atti di Girolamo Canal 4 settembre 1533 da me veduto si legge: Item lasso alla Chiex'ia di M. san Sabastian unadignissima reliquia eli è uno osso de viiss. san Sabastian qual havia la Dogaressa da cha Moro fo da elia Sanudo, et la cacca nostra sempre è sta preservada di peste e non ge V avendo dato in vita voio el ge sia da to perchè cussi feci vodo in la mia malattia di darglielo; a la qual prego le sia fatto un bel Tabernacolo. Altre reliquie iuron donate e dal padre rettor generale Dario Pulcioni a. 1G72; e altre da Angelo INicolò leonini fratello del padre Giuseppe nel 1678. Probabilmente oggidì queste sacre spoglie si raccolgono sopranno degli altari ov e detto reliqvijE satìctouvm. Molti poi furono i benemeriti uomini che qualche oggetto d’arte alla Chiesa o al Convento donarono, come dalle inscrizioni seguenti vedrassi, e qui noteremo eziandio la famiglia Pellegrini che fece eseguire dallo Schiavone la Palla con Cristo in Emaus, e eh’ era detta de’ Pellegrini essendo stato conceduto l’altare al dottor Vincenzo Pellegrini uomo chiarissimo, con atto i55^. 24 Giugno : noteremo Bernardo Malcavazza% che con testamento 1 634- 29 settembre in atti di Girolamo di Capi lascia a’ padri priori prò tempore il suo crocifisso di bronzo da esser tenuto nella loro camera, e il quadro di s. Girolamo al Monastero; quadro che forse è quello indicato dal chiariss. Moschini a p. 3i?, della Guida 1814. e cosi Fra Pietro Piscliiuta laico lasciò nel 1702 alla Chiesa un crocifisso d'elegante manifattura ; e prima degli altri deve collocarsi Luchino Bono che a questo cenobio lasciò i suoi libri circa il 14-5 1 e i£53. Uscirono da esso, chiari per santità di vita due Veneziani cioè Paolo Querini al secolo detto Nicolò, e Giambatista Cornaro Piscopia al secolo Francesco, del qual vedi l’inscrizione 45. Illustri poi per varii rispetti sono i seguenti: Francesco Coccalini (Inseriz. io). Àmelio Cortona (Ins. 5). Livio Podacataro (7) Marcantonio Grimani (11) Nicolò Crasso ( 13) la famiglia Regazzola (4o), la famiglia Brevio (¡fi) Pietro Ciera (56) Iacopo Badoaro (5^). E un frate Paolo da Napoli che viveva in questo Veneto cenobio sembra essere stato latterato, trovandosi una sua sposizione volgare soprai sette salmi penitenziali impressa Mantuae per Antonium. de Zanchis i5i2, die 2Ì octobris, della quale vedi il Paitoni nei Volgariz. T.V. p. 225. Ma quello che rese e rende tuttora pili celebre questo Tempio è non solo il deposito delle ossa di Paolo Caliari (Inscrizione 25) pittor Veronese, ma eziandio i molti suoi lavori ad olio e a fresco che tutto all’intorno vi si ammirano, i quali,