SAN GEORGIO MAGGIORE. 1.1 signor consigliere Giovanni dottore Rossi del fu Gherardo, uomo letterato, e cortese insieme, avendo, anni sono, stesa la storia dell’ Isola, Chiesa e Monastero di s. Georgio Maggiore di questa Città, me ne fece grazioso dono, perchè, se la trovassi opportuna al mio scopo, la facessi pubblica colle stampe. Io non solo la riconobbi attissima a dare un’idea di quel celeberrimo luogo, ma anzi mi accinsi a corredarla di annotazioni che confermano maggiormente la verità di quanto egli espone, ed è quella che qui soggiungo in cambio del solilo Proemio. STORIA DEL MONASTERO DI SAN GEORGIO MAGGIORE SCRITTA DA GIOVANNI DOTTORE ROSSI VENEZIANO I^a compendiosa storia che qui presento non contiene certamente alcuno d-que’ fatti straordinarii che più sogliono soddisfare la curiosità dei lettori ; poiché, trattandosi d’ un monastero soltanto, non cade occasione di parlare né di politiche astuzie nè di guerriere intraprese. La Congregazione di s. Giustina di Fadova ehbe nel secolo XVII tra’ suoi monaci uno storico, cioè, Jacopo Cavaccio, l’opera del quale fin d’allora venne alla luce (1). L’ebbe pure tra’ suoi il Convento di s. Giorgio in isola, e questi fu il Veneziano Fortunato Olmo. Scrisse egli la sua Cronaca in lingua latina e poi nell’italiana recolla, la quale in un codice originale cartaceo in quarto tutta unita colla versione nella biblioteca di s. Giorgio si conservava. Siccome dal titolo, e dalla scritturazione della stessa raccolsi, l'OJmo aveva stabilito di proseguirla sino all’anno 1619 nel quale vi si accinse ; ma nel primo idioma non giunse a condurla che al secolo decimoquinto, e terminò nel secondo col decimosesto, ovvero mancavano le carte nel fine. E il testo latino, e quello italiano rimasero inediti (2). Comecbè quest’ Opera fosse ripiena di lunghe digressioni, descrivendosi in essa le vite di que’ Santi de’ quali nella chiesa riposano le venerande reliquie, era tuttavia doviziosa di buone notizie, non priva di qualche documento vicino al mille. Laonde venne ricordata con lode dal chiarissimo nostro Marco Foscarini nella sua istoria della letteratura Veneziana (5). Degli altri scritti poi dell’Olmo parla baste-volmente Mariano Armellini nella Biblioteca Benedtltina(4). Letta pertanto dame questa Cronaca inedita ed avuta occasione d’esaminare altri manoscritii che agti avvenimenti del monastero si riferivano (5), mi nacque il pensiero di ricavare da quella, e da questi delle memorie affatto sicure, di disporle con metodo, e senza prolissità.