100 • quel santo vidersi nell’anno )63o allorché infierendo il morbo pestilenziale, molta gente accorsa a questo tempio con voto, fu salvata dal comune periglio (Inscriz. 3). Nuove differenze insorsero co’ preti della parrocchia, le quali però rimasero sopite nel ¡4-86 con uno stabilito censo di cera, e nel i£g5 mercè l’assegnazione di una rendita, e ciò per decretò di Bartolommeo Paruta arcivescovo di Filadelfia, e di Leonardo da Vicenza abbate di s. Georgio maggiore giudici delegati dalla santa sede. Del >4g3 agli 8 di giugno venne la chiesa confermata nell’aggregazione a quella di s. Giovani Laterano di Roma ; per cui sopra il cimiero della porta maggiore esteriore si legge scolpito in uno scudo sacbosanctae iatehaneksis ecclesiae. Sebbene, come si è detto, la chiesa fosse compiuta fino dal 1^68, quella che in oggi vediamo non è 1’ antica, o almeno pochissime tracce serba di essa, e forse la sola cappella della Beata Vergine della Pietà, come conghiettura il Sajanello; intorno alla quale nuova fabbrica, ecco quanto risulta dagli atti dell’archivio da me attentamente esaminati. Le prime ordinazioni per erigerla furon date nel i5o5 in cui si ricevevano danari per questo oggetto (Docum. A). Le fondamenta sembrano essere state gittate nel gennajo ì 5o6 more comuni, c nei mesi seguenti (Docum. B); e la convenzione latta col muraro o architetto è del marzo i5o6 (Docum. C). Da questa apparisce che il muraro sia stato maestro Francesco da Castiglione Cremonese, il qual era cugino di maestro Bartolommeo, e lavoravano insieme. Peraltro veggendo nominato in queste carte anche Antonio proto al sai cioè Antonio Scarpagni.no architetto notissimo nostro, è assai probabile che egli veramente abbia dato il modello della nuova fabbrica, e che quel Francesco da Castiglione sia stato il muraro soltanto ossia 1’ esecutore principale. È certo però che in nessuno degli Atti di questo Archivio trovo che V architetto dell interno sia stato Sebastiano Serlio, e che la facciata esteriore sia stata eretta da Jacopo Sansovino, come dice il Sajanello (Hist. cc. T. I. p. 3o); anzi avvi memoria di contratto fatto da Antonio proto al sai in data 15 dicembre i 5{8 per pietre vive lavorade date per la fazacla dela gieccia. Può essere peraltro che il nome del Serlio entrasse negli atti del libro detto Pio-cesso n. 7 dalla pag. 12 alla pagina 35 inclusive, le quali pagine furono, chi sa quando, e da chi, levate, nelle quali pagine si neftava laccordo fatto dal monastero con mistro Antonio proto all' ufficio del sai; del quale esiste però qualche ricevuta. Nemmen Francesco Sansovino nella sua Venezia, sebbene in que’ tempi vivesse, e moke opere del padre suo abbia registrate, fa menzione dell’ architetto; dicendo solo: che è un bellissimo Tempio restaurato a tempi nostri così dentro come fuori con la faccia d’eccellente simmetria. Del 15 11 la fabbrica era già pervenuta al coperto (Docum. D.): ma il compimento generale lo ebbe nel i5£8 (Inscrizione prima'). Quali altri artefici e allora e dappoi abbiano lavorato o avuta mano in questa nuova labbrica, apparirà in corso delle illustrazioni, e spezialmente daH’-E/e/zco che ho estratto da varii atti dell’ archivio e che qui unisco (Docum. E). Nella soppressione delle Religiose corporazioni avvenuta nei primi anni del corrente secolo, si concentrarono in questo cenobio in forza del decreto 28 Luglio 1806, i padri della Vittoria di Verona, e ufticiossi da’regolari la Chiesa fino circa