;$6 deputato si trovava a Roma per la esposizione missionaria ! Un’osservazione: Le predette degnissime persone erano ree di essere o tormentate o cacciate dalla loro patria? Si meritavano il disturbo di essere menate per le bocche di tanti come avessero agito per lo meno imprudentemente?... Alla storia avvenire l’ardua risposta. A noi intanto aspetta di bollare col marchio d’infamia quei miserabili cattolici, che per la speranza di un vile guadagno non si peritarono di accusare i loro padri e pastori. Nel mentre si svolgevano questi fatti a Scutari, Moharem coi suoi terminava di distruggere gli avanzi del disperso esercito di Bairam-Curri e si appressava al passo della Ndermaina. Nei Dukagini si conobbe la verità, si apprese il suo avento vittorioso. Temendo di lui si depose il pensiero di resistenza e si spedirono due messi uno a Scutari e l’altro a Krasniqe con lettere di sottomissione. Tanto più che si intese che un furioso branco di Dibrani provenienti dalla città, stritolato ben bene Drishti, Ura-Shtreit e Shllaku si divideva in due parti, una si avventava su Temali, l’altra su Prekali di Shoshi. Padre, diceva ad un parroco, Moharem-Bairak-taari, se non ci capitava quella lettera dei Dukagini a Plana di Krasniqe avremmo fatto di questa tribù un cumulo di macerie e di carne umana. Nella lettera che gli si mandava a nome della tribù dei Dukagini gli si diceva: «che come i nostri padri avevano di costume di ubbidire a chi comandava nella fortezza di Scutari, così noi oggi dichiariamo di sottometterci ai rappresentanti di colui che impera colà» ed aggiungeva: «il popolo di questa bandiera era pronto a mandare i capi ai confini dei Dukagini per fare la consegna delle armi e dare ostaggi di perfetta ubbidienza ai loro comandi». Dietro questa lettera entrò Moharemi con 4.000 uomini nel territorio di Shala per la via di Agri ed entrò come amico. Ma che amico? Se da amico fece