— 34 — Per diversità di opinioni politiche si altercarono con costui. Offeso per le ingiurie avute giurò di vendicarsi di loro e degli altri e mantenne davvero la parola. 11 nome di Efialte qui non esiste, ma pur troppo i fatti suoi non sono rari. Eran due ore prima di notte. Prese il suo schioppo in spalla e divorata la lunga strada da Shoshi a Scutari in una sola nottata, la mattina dietro, introdotto da Mark-Zadiku e da Za-dri-Luka di Shala nella prefettura di Scutari, poteva svelare ai reggenti quello che si macchinava nei Du-kagini, assicurandoli che i feroci montanari a frotte stavano per discendere in città. Turbamento ed ira suscitò in loro le sue parole. Era un venerdì mattina. Si ordinò che quelle poche milizie disponibili guardassero le vie del torrente Kiri e la strada proveniente da Riolli. Si attese tutto il dì, non apparve alcuno. Nella notte vegnente si mandarono altri rinforzi ai civili armati. Per caso incontrandosi una pattuglia di guardia con un’altra e reputando che fossero montagnoli dei Dukagi-ni, si tirarono a vicenda delle schioppettate, ponendo il panico nella città. Al sabato seguente si tenne consiglio nella Prefettura e si attese che arrivasse qualcheduno dalle montagne a portare qualche avviso. Niuno apparve. La mattina della domenica si raccolsero di nuovo i reggenti a consiglio. A questo fu invitato anche Mark-Zadiku di Shala. Nei discorsi tenuti, essendogli chiesto del perchè non sia arrivata alcuna notizia dai Dukagini costui disse: Non avete da sospettare, nè da temere dai Dukagini. Essi non si muovono che per ordini altrui. Qui, qui in città stanno i loro padroni, qui i mestatori, qui i nemici vostri e di Ahmeti». Fu deciso di procedere ad arresti dei principali sospetti. A notte inoltrata furono arrestati P. Paolo Dodai provinciale dei francescani, p. Mattia, guardiano del convento di Ghiuha-dol, p. Cirillo Cani parroco di Baiza, p. Clemente parroco di Rubigo; p. Ambrogio Marlashkai ex deputato al parlamento e professore al ginnasio fu cercato