2.6 S. SEBASTIANO Petri Bonaccioli Veneii. Venetiis 1692. 8 : ma sopratutti Flaminio Cornaro (V. 294) e il Saja-nello (voi. I. 186. II. 37). È solo ad osservarsi che il p. Sajanello credette a torto, che quel Fhaiìc. ch’é sull’epigrafe, che illustro, sia proriamente il nostro frate Francesco poi Giani-atista, imperciocché se Ermolao, giusta l’epigrafe, veniva ad esser nato nel i5oo in punto, non è cosa comune che sendo di soli anni 16 siasi ammogliato ed abbia del i5i6 avuto figliuolo Francesco poi frate; e inoltre d^I i545, quanto al nome, si sarebbe scolpito piuttosto con quello di frate Giambatista, non più con quello di Francesco. Anche il Genealogista Barbaro errò nel dire che Francesco frate nac* que del i55i. 46 DNÀLAVRA BREVIO MATRO I NA XPIANISS. SIBI SVISQ. POS l TERIS VIVES H. M. P. | ANNO MDLIU. DIE P. IVLII Stava nel chiostro sul piano, ed ho potuto vederla e copiarla fra le pietre levate e destinate ad altri usi. La famiglia Bnevio era assai ragguardevole in Venezia fra quelle dell’ordine cittadinesco. Dicon le cronache ch’eran qua venuti fino dal 1286 dalla città di Perugia. Del veggia-mo un Marco Brevio padrone di una delle quattro navi che andavano per traffico in Sona, sotto il capitano Pietro Rimondo, con 2^0 balestrieri, le altre tre erano di Iacopo Malipie-ro, di Andrea da Lezze, e di Cristoforo Soligo. Del i475 un Tommaso Brevio a’29 di mag- io comandava una nave di botti 1200, carica i munizioni, e un’altra di botti 5oo, quando una fortuna improvvisa nel porto stesso di Venezia le investi, e ne perirono 140 uomini compreso il Brevio. (Cronaca Veniera rass. appo di me). Nicolò Brevio gastaldo del serenissimo mori del «527/28 a’20 febbrajo, e in suo luogo venne sostituito un suo amicissimo Batista Sereni ch’era stato a Costantinopoli,‘e un Giovanni Brevio nel gennajo 1627/28 sendo a Milano ri- feriva al provveditor generale Tommaso Moro varie cose intorno a’Cesarei (Vedi Sanulo Diarii voi. XXIX p. 56. XLVI. p. 477- e p. 569.) Ma due letterati distinti di questa Veneziana famiglia abbiamo avuto, cioè Francesco Brevio, e Giovanni Brevio. I. Francesco Brevio cittadino Veneziano dottore in ambe le leggi insegnava il diritto pontificio in Padova fino dal i47^. Tre anni dopo venne ascritto fra’dottori di quel collegio. Passato a Roma continuò ad insegnare, e fu da A-léssandro VI eletto auditore della sacra Rota. Concorse nel 1488 al vescovado di Concordia, come apparisce da’Notatorii della Cancel-laria Ducale. Però fu nominato a quello di Ce-neda nel gennajo 1498 more comuni, per la morte di Nicolò Trevisan; ed ottenne il possesso nel 29 marzo successivo, come dalla Ducale relativa. La cosa è più resa veridica dal contemporaneo Sanuto (Diarii I. 606, il quale cosi scrive sotto il di i5 gennajo 1497/8 : In questo mezo (cioè dopo la morte del Trevisan) el capitolo di Ceneda dicendo haver privilegio de poter loro elezer lo episcopo elexeno ber-nardin Marzelo patricio nostro el qual erra secular et huomo molto da bene et cussi comparse a la signoria rechiedendo fusse scrito a lioma chel pontefice volesse prononciarlo. et cussi fo posto la parte impregadi, et non fu presa, pur per collegio fo scrito ma prima a Roma intese tal nova el pontefice dete ditto vescovado et poi lo prononcioe adi 24 in concistorio a dno francesco brevio auditor di rota di natione padoano (1) erra li in roma etfi-delissimo nostro per il qual piui volte erra sta scripto per la signoria al papa in sua reco-mandatione, siche dicto brevio fo fato episcopo di Ceneda el qual vescoado vai ducati . . . mille et ha mero et misto imperio a Ceneda et autorità di conferir molti beneficii et cussi poi per pregadi li fo dato il possesso. Sappiamo e-ziandio dal Sanuto (Voi. II. p. 027. 4^7- 85o) (1) E' certo da tutte le cronache e da tutti gli scrittori che Francesco Brevio era Veneziano ; e quindi o questo è uno sbaglio del Sanuto; 0 per accidente nacque in Padova il nostro Francesco da genitori Veneziani; ma io il tengo piuttosto uno sbaglio del Cronista, prevenuto forse dal sapere che in Padova per lungo tempo insegnò il Brevio. Il libro che citeremo in seguito impresso del 1490 lo dice chiaramente Veneziano.