— 43 — dove passava e, poveretti, venivano pelati. A Dusluna-ni non si seppe più che cosa prendere e si rapirono perfino i lambicchi dell’acquavite. I padroni stessi furono obbligati a caricarseli sulle spalle per consegnarli alle autorità della città come asserivano. Naturalmente a mezza via furono dagli stessi redenti chè a Scutari avrebbero trovato Moharemi, il quale avrebbe chiesto ai felloni con quale autorità li avrebbero presi ai loro veri possessori. IV I bascibuzuk di Ahmeti a Temali. La rivoluzione del 1926. Prima che Man-Arifi andasse a Temali per prendere e raccogliere le armi quei di questa tribù eransi adunati a Mar-Plana per combinare tra loro sul modo di effettuare questa consegna. Imprudentemente qualcheduno si espresse in maniera che prima di cederle si dovrebbero usarle contro Ahmeti al passo detto «Nder Shtena e Toplanes». Bastò l’aver riferito questa parola per essere multati con 150 capre delle più pingui. Troppo mi dilungherei nel narrare tutta l’iliade di soprusi commessi dai Lumgnani, dai Dibrani, dai Gashgnani in queste tribù cristiane. Solo per terminare questa stucchevole storia di fellonie dirò che quando scorgevano qualche uomo vestito con abiti decenti, calzato con scarpe buone, lo denudavano e lo discarpavano e davangli le loro più vecchie e sdruscite e dirò che mi fu assicurato che in tutto Temali e Shllaku non rimanessero al popolo venti coperte da ripararsi dal freddo invernale. Dirò che molti e molti per i colpi dei calci degli schioppi pigliati