S. GEORGIO MAGGIORE „ xilio, e li sia taià il privilegio della civiltà di ,, questa terra li fu fatto e il liol dal beneficio ,, che havea. Questo havia uiolti compari in „ questa terra, tra i quali c Febus Capella ,, canzilier grando il qual bave da lui due. ,, 1000 per il uiaridar d una sua fia, et da ma-,, ninconia d. canzelier si infermo e poi morit-,, te. Questo Zuam Lanfardini d'ordine de Me-„ dici fece la libraria piccola, ma polita di fra-„ ti di san Zorzi Mazor come l’e al presente ,, dove sono l’arme de Medici e le sue :,, La cosa stessa testifica Stefano Magno Annalista all’ anno 1480: „ Da poi descoverto Zuan Anfredin di Fiorenza fator dii Medici rivela do molti secreti adi 20 luio in rialto chiama-do per Nic. dà pexaro capo dii Cons. di X et senza strepito conduto fin ala riva in le man dii capit. et affiliali et mando ale preson exami-nado da cui havea intexo quello i dise ha ver intexo dal orator dii ducha de Milan che era sta longamente a Veniexia et era torna a Milan adi 11 avosto fo bandizado in perpetuo de Veniexia el tute terre et luogi con questo rompendo el confin essendo preso star dehi uno anno in preson et torni al bando et ha hi chi duello prenderà due. 1000 rimagni mexi 2 in preson in cl qual tempo habi a expeilir ifati suoi et appresso privado fusuofiolo de citaclin de Veniexia al qual era sta fato privilegio de civiltade. Più chiara la cosa poi apparisce dai Régistri del Cons. di X. (Misto num. 20. anno i/|.bo. 20. 22. 26 iulii ed 11 augusti), imperciocché, oltre l’ordine dato per la detenzione, per la facitura del processo anche coll’uso, occorrendo, della tortura, e oltre il decreto di bando, vi ha una lettera scritta dal Consiglio all’ Oratore nostro in Roma Zaccaria Barbaro in data 26. 27 luglio 14^0, che mostra di qual delitto veramente fosse accusato Giovanni Lan-fredini : Essa comincia. Put ne scrivesti l altro zorno che Zuane Lanfredini ha ve va scripta a Lorenzo de Medici e datoli avi so de la conde-nation Jacta al patnarcha de Constantiriopc- 60 "> li (1), curii quella trista e viciosa zonta che nui havevemo facto cussi non per dar pena al patriarcha ma per celar la pratica tra nui e Lorenzo, et in quelle medesime lettere ne scriveste le parole vi uso el ritto Cardinal Fosnari. del predicto Zuane che de qui spia et de U scrive et avisa le cosse nostre ec.e si conchiu-de ordinando al Barbaro di segretissimamente indagare la verità e riferire. Sotto l’anno poi 1482 nel giorno 25 dicembre nello stesso Registro avvi una parte colla quale si permette ad Andrea Bragadino ritornato dall’ambasciata di Siena di far venire a Chioggia il detto Lanfredini, e di udire ivi con lui quanto proponeva intorno alla pace da intavolarsi tra i Milanesi e i Fiorentini collo stato Veneto: circa propo-sitionem et relationem factam per egregiurn loannem Lamphardinnm in Florentia suprn bona intelligentia et confederatione Status Me-diolani el Florentiae ineunda cum dominio nostro ad quod promittit affecluosam operam et medium suurn. 28 £ PETRI ClVR ANO. VENETE CLAS PRJ5F... y O A. D M CCU. VC : - Nell’andito che mette alla sagrestia, alla parte sinistra, sta un sarcofago di marmo poggiante a terra con figura distesa sopra, sull’or- lo del qual sarcofago si legge incisa la detta e-pigrafe.Al disopra sulla stessa parete è una nicchia o altarino colla figura del Redentore, opera eseguita nel principio del secolo XVII (2). Fu per molto tempo chiusa con un cassone di tavole quest’urna e la figura che v’ò stesa, ■cioè quando di cotesto andito si era formata sagrestia, nè io del 1816 quando raccolsi le inscrizioni di questo tempio aveva potuto vederla. Finalmente nel 29 marzo 1822 a mia petizione fu levato questo casssone, e potei riconoscere cui spettava, e copiare la inscrizione, che (j) Il patriarca era Girolamo Landò il quale fu sbandito per un anno nel sei luglio 1480 colla comminatoria di astenersi dal parlare e dallo scrivere a cliissessia intorno a cose di stato, imperciocché si scoperse ch’egli ne aveva scritto al suddetto Lorenzo de Medici. (2) Ha malamente creduto il Sansovino che questa statua fosse quella del doge Sebastiano Ziani, ravvisando nel vestiario le insegne ducali spezialmente la cuffia e il corno ossia berretta flessibile. 11 Valle unendosi jall’Olmo, che vide l’antico sepolcro Ziani, sostenta essere del Civrano ,, cujus depositum, cum extaret in veteri tempio, non vero in novo, instante fa->, milia ibi excitatum, et desuper imago illa Redemptoris cum toto suo ornatu inipensis mo->, nachorum fuit posita „ (cap. 9). Tom. IV. 77