ALLA CHIESA DI S. GEORGIO MAGGIORE 701 cassato si vede, e che in presso che tutte le stampe di questa Venezia è riportato. fla.-e già son tutte le antiche impressioni di questa famosa pianta ; ma rarissime poi sono le prime, cioè quelle che mancano del millesimo e che hanno il campanile colla guglia. Una di queste è posseduta dal pregiatissimo amico mio Marco Procacci di Pesaro cui debbo il fac-simile del campanile colla guglia. Essa in fatti manca della cifra SVI. D. ed ha la cupola senza 1’ Angelo (il quale già si sa che fu messo posteriormente) ; né vi è alcun segnale di abrasione, o di soitituzione a penna sulla carta. E del tutto genuina, e per le misure diligentemente rilevate dal dotto cavaliere Pompeo Mancini Inspettore ed Ingegnere in capo del collegio di Acque e Strade in Pesaro, e a me comunicate dal Procacci con lettera 6 feb-brajo 1840 (misure prefettamente consonanti colle tavole in legno del Museo Corrario) si scorge che non è già un diverso intaglio , ma è Io stesso, unico , che viene attribuito al Durerò. Un’altra impressione delle prime è posseduta, benché in cattivo stato, dalla nostra Marciana. Ivi manca infatti il millesimo, che vi si è sostituito a penna ; e vedesi poi che ivi il campanile aveva in origine la guglia tal quale è nella carta Procacci ; ma che con un ferro si è raschiata la guglia stessa ( non fi però che non rimangano traccie tali da far conoscere senza dubbio che v’ era); e vi si sostituì a penna e ad inchiostro il basso coperto comune alle altre stampe. Esemplari di queste seconde in Y'enezia (eh’ io sappia) son posseduti dal cav. Lorenzo Zustinian Recanati, dal Museo Corrario, dal Librajo Gaetano Cancia-ni, dall’ Ingegnere Giovanni Casoni, e fuor di Venezia dal nob. Pietro Oliva del Turco, e tutti questi hanno il millesimo a stampa, e il «ampanile senza guglia. Notisi che dopo che si sono scoperte le Tavole di legno oggidi possedute dal Museo Corrario si sono tirati degli esemplari, i quali però facilmente si distinguono dagli antichi, fi perchè la carta è più bianca e moderna, si perchè vi sono in questi ultimi alquanti tarli, effetto della longevità delle Tavole. In quanto ad Antonio ChoLb, o Coll, o Kolù , egli ebbe , come vedemmo alla p. ti 17 r impresa di far eseguire in legno questa Carta Topografica Egli era di famiglia notissima di Norimberga, di alcuni altri indivi, dui della quale tiene memoria nell’ Opere intorno agli Artisti Alemanni il dotto Antonio Tom. VI. nob.deNeumayr. Un Antonio Kolb, ed è forse lo stesso, trovasi nominato in una lettera di Alberto Durerò del i5o6 riportata a p. 224 della Notizia d' Opere di Disegno dal Morelli (Bassano 18008). Questa ed altre lettere di Alberto sono state ristampate dal Neumayr nella Vita ed Opere di Alberto Durer. Venezia Andreola 1820 in 8vo. a p. 49 del fascicolo quarto lettera D. Nelle Memorie Storiche dello stato antico e moderno delle Lagune di Venezia ec. opera di Bernardino Zen-drini T. I. p. 196 (Padova ìfìii. 4.) si legge: „ furono quest’anno (i556) da Antonio Colb ,, Tedesco esibite due macchine, la prima ,, per cavar i fanghi, e la seconda per batter ,, pali sopra dei lidi, accettate e l’una e l’altra ,, dal Pubblico, e queste probabilmente sono „ quelle stesse che ora si adoprano nelle la-„ gune e sopra i pubblici littorali. ,, Il Filiasi (Osservazioni sopra l’Opera Memorie Storiche ec. del Zendrini inserite nella Scelta di Opuscoli scientifici e letterarj, volume II. p. 28. Venezia Pinelli 1812. 8.) dice parimenti: ,, Antonio Colb Tedesco e Giovanni Belloni „ Modanese nel i536 portarono macchine per „ cavar fanghi e batter pali. ,, l’uó essere che questo Colb sia lo stesso della Pianta di Venezia i5oo. ivi p C88. Un. 44 col. prua. i4->i correggi 145 2. ivi p. 382. nota 35o- Abbiamo a stampa: Viaggio a Roma di Alaria Casimira regina vedova di Giovanni 11/. re di Polonia. Roma, 1700, in 4. autore il conte Antonio tìassuni patavino. In questo libro si descrive non solo il soggiorno della regina in Venezia, ma anche quelio in Verona ed in Padova. ivi p■ 082. nota 33l. Alloggiò in questo Monastero nel 149^ il Vescovo di Bressanone ambasciatore di Massimiliano, al quale furono destinati cinquanta patrizii tra dottori e cavalieri ed altri, per levarlo a Marghera dove era pervenuto con tren ta cavalli, e giunto che fu all’ isola di S. Secondo, il magnifico Nico/ò Michiel più giovane degli aliri, secondo che si usava di fare, gli recito un Orazione Ialina. ( P.etro Gradenigo nelle Memorie inedite de'Principi venuti a Venezia o negli Stati f eneii, e Marco Guazzo nelle Historie. Venezia, »047, in 8.) 89