(li.5) Un documento nell’ archìvio veduto dall'Olmo eretto sotto Vaiate Bollaci contiene una sentenza pronunciata da Marino vescovo di Caorle circa la proprietà del monastero su di un prato; la data è 1269. 5 aprile. Puossi aggiungere tal documento a quel- lo del Cornaro ( T. II. p. 160. e T. XIV. p. 470.) per provare V esistenza di Marino vescovo di Caorle, nome ammesso dall' Ughelli. (116) Relativamente ai beni posseduti da questo monastero e alle rendite che dovevano riscuotersi da’ monaci, abbiamo documento nel Cornaro del 1272 con cui Papa Gregorio X costringe tutti i detentori di beni illecitamente tolti al monastero di s. Georgio a restituirli (T. Vili. p. 254). Nell’ elenco poi manuscritto dell’ Olmo veggo dello stesso Gregorio X Lettera in data 1278 Lugduni Kalendis Augusti pontiiicatus nostri anno tei'tio, col quale dietro le istanze de’ monaci e delle monache del distretto di Venezia, ordina che nessuno impedisca loro di recare le rendite a' proprii monasterii : Nos vestris supplicationibus inclinati ne aliqui vos quominus redditus et proventus praefatos ad monasteria et loca vestra deferve vel deferri facere valeatis pretextu guerra rum vel discordiamo] sive represaliarum praedictarum ( inter comunia Lombardiae et Marchine Tarvisìnae ex parte una , et dilectos filios nobilem virum ducem et comune Venet’a-rum ex altera ) aliquatenus impedire praesumat. Avvi eziandio indicazione di altre Lettere di quel Pontefice date a Nicolò Delfino Arcidiacono Grádense qui in hujusmodi invasores protulit exeom. sententiam quousq. resipiscerent, excipiens inter slios Ge-rardum Vitaliammi consiliarium paduae et plurimos ejus urbis ancianos et consiliarios. E anche a’ 1 a di Agosto di detto anno 1 275 fu preso nel comune Consiglio di Padova di desistere dal perturbare i redditi e proventi del monastero di s. Georgio, fatta convenzione cum lacobo de Arimino et Salvodeo qui dicebatur Pergaminus monacis vice domini Marci Bollani Abbatis. Finalmente recherò pure uno squarcio del testamento 1274 di Giudechino Gali ucci che ordina di restituire al monastero di s. Georgio tutto ciò eh' egli illecitamente detiene di ragione di quello. 1274 ind. 5- a ottob. dns Giude-chinus q. dni Alberti de Gallutiis morabatur in carcere pressus in palatio dni epi de Fa-ventia ubi suum condidit testamentum. In primis quidem iussit quod omnia a se acce-pta aut habita quocumque iniusto modo aut illicito restituantur et persolvantur quibus convenit et suis bonis .... Item jussit voluit et mandavit debere solvi et restitui ec-clesiae sancti Georgii de Yenetiis omnes possessiones, loca et jura et redditus quas dicto monasterio abstulit e accepit illicite et malo animo ; et quod eidem ecclesiae satis fiat integre de dampno fructuum (ad arbitrimi) et voluntatem Guardiani fratrum minorai» et prioris fratrum praedicatorum de Bononia ) cum tenebat quandam ecclesiam dictae ecclesiae s. Georgii et usufructuaba? possessiones dictae ecclesiae. (117) Documento nel Cornaro T. Vili. 261. anno 1295. 18 aprile. (118) Vedi l'inscrizione num. 52, e la storia della traslazione nel Cornaro T. Vlllp. 161. 162. Relativamente a questa Reliquia di s. Georgio il V alle ci fa sapere nel Capo 17 che si conservava in bracino argenteo e che non era sola questa la Reliquia di s. Gcor-gio che si custodisse in questa chiesa, sendone dell’ altre dello stesso Santo. Osserva eh’ era solito leggersi in Refettorio di questi monaci la vita di s. Georgio, e ricorda di, aver lett,o panegyricum eruditi P. Iosephi Iesuitae de Martyre s. Georgio. L’Olmo occupasene a lungo in più luoghi del suo mss. spiegando anche Veffigie del Dragone presa e storicamente e simbolicamente e recando gli esempli di Aulo Gelilo e del p. Kirchero de Mundo subterraneo i quali parlano di simili dragoni o serpenti pugnanti cogli uomini ec. ec. Leggiamo nel Sanuto ( T. XXII. R. 1. p. 774) c^e del 1355 un monaco di s. Giorgio rubò il braccio di s. Giorgio inargentato e dorato ( e altre reliquie') a’ 17 di gennaio di notte, e fu sentenziato per 1’ Abate di Vidore di morire in prigione con ferri a’ piedi, il qual frate nominavasi Vittore. Di ciò nessuna menzione nè nell’ Olmo nè nel Valle. Ma non dubito della verità, almeno in parte, del racconto, perchè trovo in un mio indice di leggi antiche Veneziane ( cod. pergam. p. 09 t.» ) sotto la rubrica Moniales el Monasterii. Brachium s. Georgii derubatur perquen-dam foroliviensem. Non vi essendo epoca} potrebbe essere un altro derubamento, non