S. GEORG IO MAGGIORE 5j2 provenuta dalie Colonne della Piazzetta qua trasportale sotto il doge Vital Mietitele II, ma bensì dalle lunghe colonne del Palazzo stesso ; e la prova è, che prima ancora che i M'chieli divenisse!- proprietarii di esso, e quando era abitato da una delle molte famiglie Zeno, questa era chiamata Zen dalle Colo ine. Le imprese principali di questo doge vennero efligiateintrequadri collocati nella Sala del- lo Scrutinio. Il primo è di mano di Santo Pe-rarida, e rappresenta la battaglia nel iia3 data a’ Saraceni, veggendovisi Marco Barbaro provveditore dell’armata che tagliato avendo un braccio ad uno de’comandanti de’Saraceni, fe eoi sangue di esso braccio un circolo nella sua bandiera, onde poscia il Barbaro cangiò l’arma gentilizia delle tre rose d'oro in campo azzurro in un cerchio vermiglio in campo bianco. Questo quadro fu ordinato dal doge Marino (¿rimani al Peranda in sostituzione di quello dipinto da Benedetto Veronese, ossia Caliari, già descritto dal Bardi (p. 8i.t. Dichiarazione 1.187) ; e che s’era guasto dalle pioggie (1). Il secondo, che vi è vicino, rappresenta lo assedio e la presa di Tiro, ed è di mano di Antonio Aìiense (Bardi p. 10). II terzo in un ovato a chiaro-scuro del soffitto dimostra la rinuncia del doge al reame delia Cicilia;ed è di Giulio dal Moro sebbene rinnovato due volte da Nicolò Bambini ( Moschini Voi. I. 473 )• Varii scrittori poi recarono esempli tratti dalla magnanima azione del doge nello aver levata la tavola o altro dalle navi sue; e fra questi Lodovico Domenichi ([Ustoria Varia p. 461 Giolito 156 )) Batista Egnnzio (De exemplis i554 p. 49 55'a3g). Iacopo Fioretti (Detti e Fatti ec. p. 22 101 107 134 166 «71.) in uno de’quali siti ricorda le monete di cuojo e la rinuncia al reggimentojidella Cicilia ec. ec. Fra i molti che di questo doge si occuparono oltre Guglielmo di Tiro (p. 549-365. 571. 372. ec. della traduzione dell’Orologi. Ven. 1 >62. Valgrisio in 4), noterò la Cronaca Altinale mss. nel Seminario Patriarcale, cui fu lasciata da I conte Francesco Ca^bo Grotta, e che fu illustrata dall’ab. D. Sante della Valentina ; il Dindolo (T: Xtl.-R. I. p. 367 e seg.) Lorenzo de Monacis (Chronicon.ec. p. 44 ILI. p. 8,>. 83. Lib. V. p. 118. 119. Lib. VII) il Sanuto. (Vite T. XXII. R. I p. 486. e seg ) il Savage-ro (Cronaca T. X^III. R. I. p. gii5 ec.) il Ca-r >ldo rasi, in molte nostre librerie- Pietro Giustiniano (edit. 1576. Lib. II. p. 24. *5.) Agostino Valier (Dell’utilità che si può trarre dal- lo studio delle Storie Veneziane ec. p. 77). Antonio Stella (Elogia Venetorura Ven i558. p J7). Vetlor Snudi (Storia Voi. II. p. 44« e seg.) Carlantonio Mirin (Storia del Commercio Voi Ili p 4a- 4».) Iacopo Filiti si (III. e VI. nel Saggio ec.) Giustina lienier Michiel (Feste Veneziane Voi. II. p. 107 in quella di s. Isidoro). Andrea Mustoxidi ¡storiografo delusole dell’ionio (Voi. II p. i54- 155. delle li-lustrazioni Gorciresi. Milano 1814. 8 ove però pone l’anno 1125 all’assedio di Corfù, mentre il Sanuto, concordando col Dandolo, lo mette giustamente all’anno 1123 (p. 270 T. XII. R. I.). E notinsi gli autori oltramontani della Sfora delle C’-ociate, fra i quali il moderno Mi-chaud ec. ec. Ricorderò da ultimo un altro Domenico Mi-ck'el illustre, sebbene di epoca più a noi vicina Q lesti è Donenico Michiel, figliuolo di Nr.olò Michiel da san Cassiano. Egli fino dal i555 era stato mandato provveditore nell’Albania. Del i3t>4 essendo capitano in Golfo, venne coll’armata spedito alla ricupera di Candia ribellatasi, e potè ottenere di ridurla all’antica devozione de’Veneziani. Fu poscia contro ai Triestini e ricuperò quella città che s’era dai Veneziani allontanata nel 1568-69. Poco appresso, cioè del 1^72come generale provveditore ebbe la direzione dell’esercito contra i (1) In effetto il Ridolfi (T. I. 344) che scriveva del 16^.8, dice che Bene letto Caliari dipinse nella Sala dello Scrutinio la strage fnUa degli infedeli dal doge Domenico Michiele sotto al 'Zaffo, e aggiunge che questo quadro restò guasto dalle pioggie. E nel T. II. p. 272 dice essere di Santo Peranda il quadro che rappresenta il fatto di Marco Barbaro suenunciato che avvenne appunto sotto il doge Domenico Michiel nel na5. Questo quadro gliel fece fare Marino G ri mani eletto doge del iJ9> e defunto nel i6o5. Non vi è quindi dubbio che si vedesse il quadro di Benedetto Caliari, sebbene non sia ricordato dallo Zanetti, il quale non parlava che delle pitture ch’erano al suo tempo. Il quadro però del Peranda non era ancora posto a luogo nel 1604 giacché lo Stringa allora scrivente ricorda quello del Caliari> e non quello del Peranda (p. 24°)*