SAN GEMINIANO cata sul pavimento vicina alla sagrestia, o nella sagrestia ste - a. Sembra che YOcher la preparasse per li 3uoi parenti, oltreche per se, sebbene sia egli stato sepolto altrove. Giovarmi Ociier sacerdote secolare, canonico patriarcale e dottore in ambe le leggi stampò nel 1720 il seguente opuscolo: In solenni in-auguratione Marci Gradonicopatr. Ven. Ora-tìo habita in ecclesia patriarchali coram sereni ss. principe et august. senato, nomine et decreto capi tu li ecclesiae patrìarch. Venetiis per Bonifacium Viezzeri 1726. in 4- E nel 17X1 diede fuori inversi elegiaci latini la Vita del B. Girolamo Miani fondatore della Congregazione di Somasca. Il libroè intitolato.* B.llie-ronyrni A emiliani patricii Veneti Regularis Congregationis Somaschae fundatoris admira-bilis vita ec. A Joanne Hocher ecclesiae pa-iriarchalis canonico. Venetiis MDCCLI. apud Sebastianum Coleti. 8. dedicata ad Alvise Fo-scari patriarca di Venezia. Nella Marciana (cod. CCI. classe XII era della libreria de’Gesuati) abbiamo l’autografo di questa Vita con correzioni marginali, delle quali vedesi essersi fatto uso nella stampa. Sul frontispicio di questo Codice s’intitola auctore Joanne Hocher eccl.pa-triarchalis canonico : patriarchalis seminarii ideoque ejusdem congregationis alumno. Mori nel 17 marzo del 1757^ età di anni 84, ed ha epigrafe sepolcrale nella sagrestia della chiesa di s. Maria del Rosario a’Gesuati, che riferiremo ad opportuno momento. Di lui fa menzione l’ab. Moschini tanto nella Letteratura Venezia, na T. II. p. i56, e T. III. p. 55, quanto nel Discorso del Seminario patriarcale di s. Cipriano. Venezia. 1817. pag. 21, e 56. facendo elogio alla facile poetica vena del Lazio usata dal nostro Hocher nella suaccennata Vita. 23 IOANNES LAWi WILIELMI FILIVS I EDIM-BVRGI SCOTORVM SVMMO LOCO NATVS | REGII ERARY IN GALLIA PRAEFECTVS I OB1IT VENETIIS ANNO SALVTIS | MDCC-XXIX | AETATIS VERO I LVIII. Questa epigrafe che- trovo in tutti i manu-scritti eguale stava sul pavimento nella sagrestia, e rammenta un celebre scozzese. Giovanni Law figliuolo di Guglielmo nacque in Edimburgo nell’aprile del 1671. Suo padre era un orefice assai ricco, e gli lasciò morendo una terra considerabile detta Lauriston che gli 111 dava il titolo di barone. Giovanni divenne assai valente nella scienza de’calcoìi. Andato nel 1694 a Londra vi fece grandi guadagni col giuoco della bassetta ; ed essendo bello della persona ebbe varie avventure galanti, fralle quali una che lo portò ad uccidere in duello un certo Wilson. Fu posto prigione, ma in breve se ne fuggi, e approdò sul continente. Nel 1700 però tornato ad Edimburgo sembra che presentasse al parlamento di Scozia uno scritto intitolato : Proposizioni e motivi per istituire un consiglio di commercio. Pubblicò nel 170Ó un altro scritto col titolo: Considerazioni sul commercio e sul danaro (trad. in francese, Aja 1720. in 12.). Vi proponeva , per supplire alla penuria di specie metalliche, l’istituzione di una banca, la quale, secondo il suo progetto, avrebbe potuto dar fuori della carta monetata fino alla concorrenza del valore di tutte le terre del regno. Ma le sue teorie, e i suoi progetti, che avevan per base degli errori in punto di economia pubblica, non furono accettati. Non avendo potuto ottenere grazia per l’uccisione di Wilson lasciò la Gran Bretagna, e giunse a Parigi dove potè vivere splendidamente in virtù anche della banca del faraone. Ma divenuto quivi sospetto, se ne parti, e passò successivamente a Ginevra, a Venezia, a Genova ec. sempre giuocando con grande fortuna, in modo che queste due ultime città dovettero bandirlo. Egli errò più anni in altri luoghi della Germania e dell’Italia proponendo a varie corti il suo sistema, senza poterlo mai far accettare da nessuna. Ma ritornato in Francia dopo la morte di Luigi XIV, Giovanni fu più favorevolmente accolto. Erano le finanze di quel regno in una situazione assai cattiva. Giovanni seppe con tal bravura esporre i suoi progetti per mettere in buon ordine quelle finanze, che il Reggente Duca d’Orleans, il quale amava molto lo spendere, ed aveva uno spirito portato per le cose nuove e straordinarie, accolseli con grande avidità. Quindi fuche nel maggio 1716, nonostante l’opposizione di tutti i finanzieri e del Parlamento di Parigi, il Law ottenne lettere patenti che gli conferirono il privilegio d’istituire una banca generale sotto il nome di Law e compagni, il cui fondo fosse composto di un capitale di sei milioni, diviso in 12 mila azioni di cinquecento franchi l’una, cui ognuno avrebbe potuto acquistare pagando solamente un quarto in ispezie, e gli altri trequarti in biglietti di Stato. Venticinque milioni d’azioni in poco tempo furono create, ed un’immensa emissione di biglietti di banca. Ingrossatosi in tal