SAN GEMINIANO 86 ner I. R. Consigliere di Coverno, che gentilmente me l'ha affidata. Ess’è diretta al suddetto Luigi Michiel il quale del 1570 era podestà e capitanio in Trevigi. E interessante perchè dà ragguaglio l’autore del suo mal d’occhi (di cui vedi il num. 61). e del suo pensiere circa la sioria Turchesca. Nomina anche, come nella prima, un letterato della Trivigiana famiglia Quero, il quale potrebbe essere o Francesco o Giovanni Quero de’ quali fa menzione il Burchelati pag. 59. delli Commentarli. 95. Dialogo della pratica della Ragione assai necessario a tutti i litiganti in qualunque luogo d'Italia con un modo chiariss. intorno all' esamina de i testimoni fondato sopra le cose di Bartolo. Di F. Sansovino Accademico Fiorentino al reverendiss. mons. Alfonso de Tornabuoni vescovo di Saluzzo dignissi-mo MDXLII. (Codice di facciate 88 di materia. in fol. cartaceo, autografo con pentimenti, e giunte marginali. Sta nella Marciana). Questo libro comincia con una epigrafe i-taliana cioè. C. A. D. D. O. M. « Al chiaro esempio della Religione, al no-n medeU’iliustr. et Rever. M. Alfonso de Tor-« nabuoni vescovo di Saluzzo mentissimo, *» Francesco Sansovino della celebratiss. Ac-■j> cademia Fiorentina appende questo voto in » segno della riverenza che ei porta alle sue « somme vertù n. M. D. XXXVIII. L’opera consiste in un Dialogo tra Domenico Atlanti, Lodovico Lioni, Salvestro Aldobrandino, e Giovanni Aldobrandino suo figliuolo, seguilo in alcune possessioni vicine a Fiesole di ragione di Salvestro Aldobrandino che dal Sansovino viene dipinto come uomo di reverenda autorità,per costumi,per vertu molto più che alcuno altro di Firenze chiarissimo, raro non solo nel cercar i segreti della Natura, ma ancora nelle sottigliezze delle leggi,dotto, et arguto. Si diffonde molto l’autore sulla materia de’testimoni e de’periti, più che in altre. Noterò che in un sito ricordando Jacopo suo padre, fa dire ad uno degl’ interlocutori; Jacopo Sansovino (essendo io a Venezia) i;i una differenza ch'ebbero le comunità di Cadoro perchè non potendola gli avvocati decidere per la difficultà delle misure egli giunto in sul luogo dopo le misure fece il modello, et instrutto l'eccellenza di M. Jacopo Ronfio dette la lite vinta a coloro ch’ei difendeva. Questo passo è relativo a quanto si legge negli Atti della Procurala riportati dal Temanza p. »27, cioè che a petizione delle Comunità di Belluno e di Cadore i Procuratori de supra permisero a Jacopo di recarsi sopra luogo prò certo modello fendo de nemoribus et montibus,pro quadam differentia vertente, ut dicitur, interpraedi-ctas comunitates. Al Temanza però era ignoto il sudd. manuscritto (1). Un’altra curiosità leggo in questo codice: Un nostro cittadino il quale voiconosciete ha un fanciullo non molto grande il quale 0 che sia da natura, o pur perchè cadendo sia avvenuto s'ha rotto; il padre tutto sgomentato per tale accidente l’ha fatto vedere a quanti medici son nella terra, e non trovando ri medio alcuno come disperato egli e la moglie col fanciullo se nandorno alla villa inunlor luogo, et quivi dimorando, a la madre, per esser le donne più. tenere, Una contadina addornandò ciocché essi havevano ; a cui la madre detta la cosa, la contadina rispose, Madonna se voi volessi far a mio modo mi bastarebbe l’animo di guarir cotesto fanciullo. La donna ridendosene indicandogli che i primi medici non l’havevano saputo, nè possuto fare, rispose, provate; et così pregando il padre, et eglipromesse, la contadina gl’insegnò ch'egli dovessi far rubare a un ciabattino un di que'corni in che essi tengon li ballettine, a nome del fanciullo, et dopo il padre montassi in cima una scala a piuoli et quivi messo quel corno in cima una freccia lo traesse tanto lontano che nessun vicino a casa il trovasse. Il buon uomo molestato dalla donna come quella che credeva, et che era desiderosa della sanità del fanciullo, tanto fece, et tanto pregò che il vecchio fece l’effetto. V olete voi altro, che il fanciullo è guari- (1 ) Fu ignoto pure al Temanza quanto mi fa sapere intorno a Jacopo Sansovino il chiar. sìg. conte' Leonardo Trissino : cioè che: « Del i556 a Ili »5 novembre fu preso in Vicenza si di richiamare Giacomo Sansovino celeberrimo architetto dei Procuratori di s. Marco a « motivo del pubblico Palazzo della città. Si vede che il Sansovino diede disegni e scritturi ture; e che del i558 a Ili 29 di gennaro venne ricompensato’di dieci scudi « .