298 SAN SECONDO. e potrebbe essere che l’epoca 1237 segnasse una nuova riposizione del corpo seguita in questa chiesa. Ma intorno a cotesta traslazione sembra più veritiero il racconto che ci fa un’ antica pergamena esaminala dal Cornaro e dal de Rubeis, e che altre volte nell’ archivio del monastero di ss. Cosma e Damiano della Giudee-ca si conservava. In questa si dice in sostanza, che il corpo di s. Secondo, protettor d Asti, per trecento e trentatre anni giaceva in una cassa di piombo sotterra in Asti ; che rinvenutosi, fu solennemente esposto, concorrendo molti da diverse parti del mondo per venerarlo; che poscia giunti in quella città alcuni mercatanti veneziani corruppero con danari parecchi della famiglia de’ Venturi, ed ebberne furtivamente il Corpo eh’a Venezia recarono . Sebbene non siavi epoca, pure assegnarsi potrebbe questa invenzione circa l'anno 10.^1, perché i continua-tori del Bollando pensano che il corpo di san Secondo martire avanti quell’ anno 10/^1 sia stato trasportato dal primo sepolcro, già esistente nella chiesa cattedrale di santa Maria alla chiesa propriamente al santo dedicata; e quindi potrebbe dirsi avvenuta la traslazione di esso a Venezia circa quell’epoca . Da tutto ciò dunque veggiamo chiaramente essere incerto il tempo dell’acquisto da noi fatto di questo sacro corpo; che per altro, noi possedevamo anteriormente al iai3, come vedremo fra poco. Un altro errore poi stassi nelle parole della epigrafe EX TVSC COEPIT VOCARl ECCLESIA SS- ERASMl ET SEcrsvi : imperciocché molti anni innanzi al 1207 si denominò questa chiesa col doppio titolo de’ ss. Erasmo e Secondo. In effetto in una donazione nel <089 fatta dal doge Vital Falier a questa chiesa, che ridotta era in estrema necessità, viene essa chiamata de’ss. Secondo ed Erasmo, e con questo doppio nome si legge in un documento del 1158, dal qual tempo in poi fu sempre il monastero negli atti pubblici detto ora di s. Secondo unicamente, ed or de’ ss. Secondo ed Erasmo, come nel Cornaro e nel p. de Rubeis può leggersi. In quanto poi ad Erasmo egli è il vescovo e martire di Formio, del quale a lungo han parlato i Bollandisti nel giorno secondo di giugno . Ha osservato il p. de Rubeis ( p. 247 ) che le antiche pitture in questo monastero lo rappresentano non colle insegne di martire, ma con quelle di vescovo, chiamandolo poi martire gli antichi notarili documenti. Nelle cifre cxxxr che sono tra li due ss e la parola ER.4SUI, si è voluto forse indicare l’epoca del martirio di Secondo; sempre però sono collocate mal a proposito, e l’epoca dovrebbe essere piuttosto cxxxir, sebbene anche questa sia incerta . 2 COIÌPVS S. SEGVN'DI NATVM NOBILE NOBI-LIVS >1 VRTZÌilO »34. HOC VRBS PEDEMON-TIJ ASTA SPOLIATA THESAVRO HANC DITA. VIT INSVLIM 1257 GVI PIA COENOBIJ VOTA HANC EXCITARV5ÌT TVMBAM >692. Abbiamo riconosciuto dall’annotazione precedente essere incerta l’epoca della traslazione del corpo di s. Secondo da Asti in Venezia ; or qui ci convien dire essere del pari incerto quale de’ due santi di questo nome già in Asti venerati sia il nostro. L'uno fu Secondo che nell’anno cxxxnn ( anno però incerto, e vedine il Codagli nella stona a p. 8 tèrgo, e il Bollando — A età ec. T. III. mens. martii die XXX. pag. 797,edit.Anv. )[sotto Adriano imperatore sofferse martirio, e che è protettore di quella città; l’altro è Secondo vescovo di Asti e confessore posto dall’Ughelli ( T. IV, col. ooi, 556 ) tra il 465 e il 65o. Antichissima tradizione a noi fa credere di possedere il corpo del martire ; tradizione che viene in certo modo autenticata dagli stessi Astensi presso i quali lino dal 1213 erasi sparsa fama che noi il corpo del santo Io* ro martire avessimo . A questa tradizione unir si può l’autorità de’ documenti dal Cornaro recati ( T. VI, p. 5, 6) e dal Rubeis ( p. a38 ) sotto gli anni 1191, 1193, 1202, ec. i quali danno l’attributo di martire al nostro Secondo ; quantunque, giustamente parlando , questi documenti non provino già 1' esistenza in quest’ i-sola del corpo del martire, ma solo la intitolazione della chiesa al martire san Secondo . Ma gli Astensi negano apertamente codesta traslazione ; ed appoggiando a tre ¡strumenti di ri-cognizione delle sacre spoglie del martire, l’uno di Guidotto, vescovo di Àsti nel iai5, l'altro di Scipione Damiano pur vescovo di quella città nel 1471» il terzo di Domenico dalla Rovere del i58o, sostengono la identità del corpo di san Secondo martire, da loro tuttavia conservato. L’Ughelli per conciliare la cosa dice, che alla città di Asti rimane veramente il corpo del martire, e che a Venezia per conseguenza fu trasportato quello del vescovo san Secondo-