che pervenuto in altrui mano il libro, dal possessore sieno state cancellate , perchè non iscolpite in marmo , e non esposte alla pubblica vista. Ciò non pertanto in gran conto è da tenersi questo non mai istampato codice , massime per quelle memorie che più in marmo non leggonsi. Seconda tra le collezioni generali lapidarie io pongo quella eh’ è in un codice in quattro volumi diviso, appartenente alla libreria de’ nobili Gradenigo della contrada di santa Giustina . 11 primo de’ volumi ha le chiese nel sestier di Castel- lo comprese , il secondo quelle di s. Marco e Cannareggio, il terzo di s. Paolo, e santa Croce, e 1’ ultimo di Dorsoduro con l’isole di Murano, Torcel- 10 ed altre. Col mezzo dell’ab. Giannantonio Moschini ho potuto vedere questo codice , esaminarlo, e valermene per le inscrizioni che più non sono . Premette esso le Palferiane copiate dal p. Curti , di cui in seguilo, come riconosco dal carattere, indi pone le posteriori, egiugne poco più avanti della metà dello scorso secolo XVin. Per queste posteriori inscrizioni io 11 considero in molte parti originale, sapendosi anche che ilsenator Pietro Gradenigo ebbe cura di ritirare da varii uomini di chiesa la copia delle inscrizioni da’ marmi, e d’inserire nei detti volumi la copia pur di quelle che altri avea particolarmente da alcuna chiesa raccolte ; in pruova di che molte ne son duplicate, e di differente carattere, e di varia grandezza'di pagine. Ma anche questo-codice , sebbene sia da tenersi in conto, non ci esibisce quella scrupolosa esattezza , che converrebbe , non essendosi poi avuto in mira di ridurre a miglior lezione quelle del Palfero . Un anonimo raccoglitore io riconobbi da un brano di otto fascicoli di carta mss. in foglio datimi a vedere dal sovraccennato ab. Monchini, 1’ ultimo de’ quali è segnato col numero XXXV; ed è veramente a dolersi che più d’ otto non se ne conoscano : imperciocché, oltre alle lapidi sonovi le storiche notizie delle chiese , e degli oggetti di belle arti che vi s’ incontrano. Da’ ragguagli fatti 1’ autore scriveva intorno al i74°!> e le inscrizioni antiche e moderne vi son tratte non dal Palfero, ma da’marmi stessi, serbando e la division delle linee ed una sufficiente esattezza. Ha similmente compilata generai collezione di veneziane epigrafi, tenendo il metodo dagli anteriori adottato, il padre Rocco Curti nel codice intitolato : Inscrizioni sacre e profane, che ritrovansi incise in lapidi nelle chiese, monasterii , sacre adunanze, strade , piazze , palazzi pubblici e privati di Venezia, a quali sono aggiunte le antiche e memorabili lasciateci da Giorgio Palferio, ed altre ritrovate nelle escavazioni fatte indicanti il soggiorno di antichi popoli nelle lagune e suoi distretti ec. opera del rei>. pad. fr. Rocco Curti bacc. in sacr. teologia dell' ordine dei predicatori. (Volumi due mss. autografi eh’ eran già della libreria de ss. Giovanni e Paolo , ed oggidì della Marciana). Il Curti era padovano, studiosissimo, e raccoglitore di memorie Venete. Morì d’ anni 74 circa il 1770. Questo codice in quanto alle moderne inscrizioni è presso che simile a quello de’ Gradenigo , di cui par copia in